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Leonardo Bertulazzi torna agli arresti domiciliari a Buenos Aires dopo la decisione della Corte Federale argentina

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Leonardo Bertulazzi torna ai domiciliari a Buenos Aires dopo il via libera della Corte Federale. - Unita.tv
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Leonardo Bertulazzi, ex militante delle Brigate Rosse, è stato scarcerato a Buenos Aires e ora è agli arresti domiciliari con un braccialetto elettronico. La Corte Federale di Cassazione argentina ha cancellato la custodia cautelare in carcere, motivando la scelta con l’età avanzata e i problemi cardiaci e alla vista di Bertulazzi. Dietro questa vicenda si intrecciano richieste di estradizione verso l’Italia e questioni legate ai diritti umani sanciti dalla Convenzione Onu.

Corte Federale: via la detenzione in carcere per salute e età

Il 2025 ha segnato una svolta nel caso di Leonardo Bertulazzi. La Corte Federale di Cassazione di Buenos Aires ha deciso di revocare la detenzione in carcere. I giudici hanno sottolineato che Bertulazzi, 73 anni, a causa dell’età e delle sue condizioni di salute – soprattutto problemi cardiaci e visivi – non può più restare in carcere come prima. Una decisione che capovolge quanto deciso finora dalle autorità argentine.

Questa sentenza arriva in un contesto giuridico complicato, dove si mette al centro il rispetto delle condizioni sanitarie e umanitarie dei detenuti. La corte ha riconosciuto che tenere Bertulazzi in carcere avrebbe potuto peggiorare seriamente la sua salute. Per questo hanno optato per un regime più adeguato: gli arresti domiciliari. Bertulazzi resta però sotto stretta sorveglianza della polizia federale, che lo tiene d’occhio 24 ore su 24 per garantire il rispetto delle misure.

Salute fragile e controllo costante negli arresti domiciliari a Buenos Aires

I problemi cardiaci e alla vista di Bertulazzi hanno giocato un ruolo decisivo nella decisione della Corte. Passare dal carcere agli arresti domiciliari, con l’obbligo del braccialetto elettronico, serve a limitare i rischi legati alle sue condizioni mediche, ma senza rinunciare a un controllo rigoroso.

Dopo l’annuncio ufficiale è stato confermato che Bertulazzi potrà sottoporsi a controlli medici regolari per monitorare il suo stato di salute. La Polizia Federale argentina si occuperà di una sorveglianza continua, con pattuglie che monitoreranno la sua abitazione giorno e notte. Questo sistema di controllo punta a evitare fughe o violazioni, garantendo sicurezza senza mettere a rischio il suo stato di salute.

L’avvocato di Bertulazzi, Rodolfo Yanzón, ha definito questa decisione “una buona notizia”. Ha ricordato che la giudice Servini ha riconosciuto il diritto di Bertulazzi secondo la Convenzione Onu, in attesa di definire il suo status di rifugiato in Argentina.

Convenzione Onu e diritto internazionale al centro del caso Bertulazzi

La richiamata Convenzione Onu, citata dalla giudice Servini, mette in luce aspetti chiave del diritto internazionale che riguardano questa vicenda. Si tratta probabilmente della Convenzione sui diritti umani e di quella sui rifugiati, che stabiliscono come devono essere trattate le persone in custodia e quelle che chiedono asilo o protezione internazionale.

Nel caso di Bertulazzi, la Convenzione funge da guida per garantire che abbia un trattamento che rispetti i suoi diritti fondamentali, soprattutto per quanto riguarda l’assistenza medica e le condizioni di detenzione. La corte argentina ha voluto allineare la sua decisione a queste norme, in attesa di definire il suo status di rifugiato. Questo riconoscimento potrebbe influire anche sulle decisioni future riguardo alla sua estradizione in Italia.

L’iter giudiziario in Argentina, specialmente attraverso la Corte Federale di Cassazione, sembra prendere in considerazione ogni caso singolarmente, valutando gli aspetti umanitari come età e salute nella gestione di procedimenti penali internazionali. Un segnale della complessità nel conciliare diritto penale e diritti umani a livello globale.

Cosa succede adesso: arresti domiciliari e futuro incerto per Bertulazzi

Uscire dal carcere per andare agli arresti domiciliari segna una fase importante, ma la vicenda è tutt’altro che chiusa. La Corte Suprema argentina ha già dato il via libera all’estradizione di Bertulazzi verso l’Italia, ma la decisione finale spetta al presidente argentino Javier Milei. Una mossa che potrebbe cambiare tutto in tempi brevi.

Nel frattempo resta aperta la questione del suo status di rifugiato, che potrebbe permettergli di restare in Argentina almeno fino a una decisione definitiva. Il riconoscimento come rifugiato si basa su motivazioni umanitarie e politiche, valutando rischi concreti per la sua vita o libertà se dovesse tornare in Italia.

La Polizia Federale continua a monitorare Bertulazzi con controlli costanti e visite mediche. Le prossime mosse della giustizia e della politica decideranno se potrà restare in libertà in Argentina o se sarà costretto a tornare nel paese d’origine, dove è imputato per reati legati alla sua militanza nelle Brigate Rosse.

Ultimo aggiornamento il 26 Agosto 2025 da Elisa Romano

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Elisa Romano

Elisa Romano è una blogger italiana che si occupa di cronaca, politica, spettacolo, attualità, cultura e salute. Con uno stile chiaro e coinvolgente, racconta i fatti e le storie del momento, offrendo riflessioni e approfondimenti per un pubblico sempre più attento e informato.

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