Da oltre vent’anni il centro storico di Genova rimane scenario di tratta di esseri umani e prostituzione, con una presenza stabile di donne soprattutto provenienti dalla Colombia e da Santo Domingo. Il recente rapporto “Hth Liguria: Hope this Helps – Il sistema Liguria contro la tratta e lo sfruttamento minorile“, presentato a Palazzo Tursi, conferma questa realtà, mettendo in luce aspetti poco visibili all’esterno ma significativi per la comprensione del fenomeno e la pianificazione degli interventi.
Un fenomeno stabile e localizzato nei vicoli di Genova da due decenni
Il rapporto Hth Liguria documenta come negli ultimi vent’anni la scena della tratta e della prostituzione nel centro storico genovese non abbia subito cambiamenti sostanziali. Le donne coinvolte provengono principalmente da Paesi dell’America Latina, in particolare Colombia e Repubblica Dominicana. Questo gruppo rappresenta la parte più consistente del fenomeno, che si concentra in modo evidente nei vicoli più antichi e meno visibili della città.
Secondo il documento, la presenza di queste donne si caratterizza per una certa residualità, con movimenti che mostrano forme di libertà individuale più che la rigidità di strutture criminali tipiche della tratta classica. Esistono però gerarchie interne e frequenti forme di sfruttamento economico, che riguardano la distribuzione dei guadagni e la gestione dell’attività. Questi aspetti rendono il quadro meno lineare rispetto alle definizioni tradizionali di tratta, che prevedono controllo totale e coazione fisica o psicologica.
Il fenomeno, pur stabile, non appare diffuso su larga scala ma piuttosto confinato in zone specifiche del centro storico, dove la conformazione urbana favorisce la concentrazione e la marginalità sociale delle vittime. La situazione rimane però complessa, perché la capillarità di queste micro-reti di sfruttamento rende difficile l’azione di contrasto. Dal punto di vista delle vittime, l’esperienza quotidiana coincide con situazioni di vulnerabilità e spesso con limitate possibilità di uscita.
Il progetto hth Liguria e l’intervento coordinato delle istituzioni
La Regione Liguria e Anci Liguria, insieme ad altri enti, hanno avviato il progetto “Hope this Helps” , pensato proprio per monitorare e contrastare la tratta e lo sfruttamento minorile in tutta la regione. La presentazione dell’ultimo rapporto a Palazzo Tursi è stata l’occasione per ribadire l’importanza di un coordinamento forte fra istituzioni.
Silvia Salis, sindaca di Genova, ha rimarcato l’intenzione di lavorare con forza e determinazione insieme a tutti i soggetti coinvolti. L’obiettivo è dare una risposta concreta alle vittime, offrendo strade di uscita dallo sfruttamento e percorsi per una vita che garantisca sicurezza e dignità. Questo approccio mette in evidenza l’attenzione a non limitarsi alla repressione ma a pensare a protezione e reinserimento.
Simona Ferro, assessora regionale alle Pari opportunità, ha sottolineato il ruolo centrale della Regione nell’assumere funzioni di governance, controllo e monitoraggio del progetto Hth. La collaborazione con enti locali, forze dell’ordine, prefetture, procure e terzo settore è stretta e continua. Questa rete estesa rappresenta lo scheletro operativo per intervenire in maniera articolata sulle diverse sfaccettature del fenomeno.
Anche il Comune di Genova ha attivato una squadra multifunzionale dedicata all’assistenza e al supporto delle persone vittime di tratta. L’assessora al Welfare, Cristina Lodi, ha ricordato come in appena diciassette mesi, fino a luglio scorso, sono state seguite oltre 200 persone, tra uomini e donne, con una crescita significativa dei minori stranieri coinvolti. Questo lavoro sul campo evidenzia la necessità di sostegni personalizzati e un lavoro costante per favorire inclusione e protezione.
Il contesto sociale e politico: Genova e Liguria in prima linea contro la tratta
Il fenomeno della tratta è al centro dell’attenzione pubblica regionale e locale perché coinvolge diritti umani fondamentali e richiede interventi specifici. La Liguria, con Genova come capoluogo, si propone come territorio di riferimento in Italia per le politiche attive contro lo sfruttamento, attraverso strumenti di monitoraggio e coordinamento che uniscono istituzioni e operatori sociali.
L’impegno pubblico si inserisce in un quadro normativo nazionale ed europeo che da anni punta a contrastare la tratta di esseri umani sotto ogni forma, con particolare riguardo alle vittime più vulnerabili, come i minori. La Regione Liguria, forte delle risorse e del protagonismo istituzionale, cerca di tradurre questa attenzione in azioni concrete, con attenzione sia alla prevenzione sia alla protezione.
Le esperienze dei servizi sociali, delle forze dell’ordine e delle associazioni che lavorano nei vicoli di Genova mostrano una realtà complessa, dove la collaborazione è indispensabile e dove il progetto Hth rappresenta uno sforzo per offrire risposte più efficaci. Il lavoro in rete favorisce anche l’individuazione di nuove strategie di emergenza, prevenzione e accoglienza.
Nel panorama genovese il fenomeno resta dunque uno dei temi più delicati, da seguire con continuità. Le istituzioni confermano che monitorare le trasformazioni, sia nella composizione delle persone coinvolte sia nelle modalità di sfruttamento, è necessario per non perdere di vista la realtà quotidiana delle vittime. L’obiettivo rimane l’integrità della persona e il contrasto a tutte le forme di violenza collegata alla tratta.
Ultimo aggiornamento il 1 Settembre 2025 da Davide Galli