La Corte d’Appello di Genova ha respinto la richiesta di revisione della condanna all’ergastolo di Mario Vanni, uno dei protagonisti di uno dei casi più discussi legati ai delitti del Mostro di Firenze. La domanda, presentata dagli avvocati del nipote di Vanni, si basava su nuovi dati di entomologia forense datati 2025. La decisione ha scatenato polemiche sulla valutazione delle nuove prove scientifiche e lascia aperti scenari giudiziari ancora incerti.
Nuove analisi di entomologia forense, ma la revisione non passa
La richiesta di revisione, avanzata dagli avvocati Valter Biscotti e Antonio Mazzeo, puntava su una nuova perizia tecnica riguardante la data dell’ultimo delitto della serie del Mostro di Firenze, quello di Scopeti nel settembre 1985. Secondo questa consulenza, il delitto sarebbe avvenuto due giorni prima rispetto a quanto stabilito in precedenza. Un dettaglio che avrebbe potuto cambiare le carte in tavola.
La Corte d’Appello, però, ha giudicato la domanda inammissibile, ritenendo che la prova non fosse applicabile al caso specifico. Nelle motivazioni, contenute in un documento di tre pagine, si legge che la nuova consulenza non è abbastanza solida da mettere in discussione la sentenza già emessa.
La corte si è concentrata solo sul valore tecnico della prova, senza entrare negli aspetti procedurali legati all’ammissione di nuovi elementi in fasi successive del processo. Così ha chiuso la porta a un possibile riapertura del caso basandosi su queste nuove analisi degli esperti entomologi.
Gli avvocati non ci stanno: ricorso in Cassazione In Arrivo
Gli avvocati di Mario Vanni non hanno preso bene la decisione. Valter Biscotti ha sottolineato come la Corte d’Appello abbia sbagliato a entrare nel merito tecnico della prova, quando invece, secondo la giurisprudenza consolidata della Cassazione, avrebbe dovuto limitarsi a valutare se la nuova prova fosse rilevante e ammissibile.
Secondo Biscotti, questa valutazione anticipata rischia di chiudere la strada alla revisione, passaggio che spesso viene affrontato proprio in Cassazione, dove spesso vengono ribaltate decisioni simili prese dai giudici di merito. Il ricorso è già in preparazione e sarà depositato a breve, con la speranza che i giudici della Suprema Corte diano il via libera a un nuovo esame del caso.
L’avvocato ha anche fatto notare che questi errori non sono casi isolati, ma piuttosto un problema diffuso nelle corti territoriali. L’intervento della Cassazione potrebbe quindi essere decisivo per far rispettare la legge e permettere l’ingresso di nuove prove.
Paternità di Natalino Mele: una notizia che fa discutere
Mentre la Corte d’Appello prendeva la sua decisione, un’altra notizia ha fatto rumore: la conferma della paternità di Natalino Mele, figura legata ai contorni del caso Mostro di Firenze. Questa rivelazione, che girava da tempo tra studiosi e investigatori, è stata diffusa proprio in contemporanea con la sentenza genovese.
Qualcuno ha visto in questa coincidenza un tentativo di distrarre l’opinione pubblica e la magistratura dal possibile annullamento della sentenza in appello. Gli avvocati hanno parlato di “compagni di merende”, riferendosi ai coimputati o ad altri personaggi coinvolti in filoni del processo ancora aperti davanti alla Cassazione.
Tutto ciò avviene in un clima giudiziario e mediatico molto teso, dove nuovi elementi continuano a emergere e tengono vivo il dibattito su una delle vicende criminali più seguite in Italia.
La storia giudiziaria di Mario Vanni resta quindi in una fase cruciale. La prossima mossa sarà il ricorso alla Corte di Cassazione, che dovrà decidere sulla correttezza della procedura e sulla possibilità di ammettere nuove prove scientifiche per riaprire il caso.
Ultimo aggiornamento il 28 Luglio 2025 da Serena Fontana