Si è chiuso con un gala dedicato a Mario Porcile, il fondatore, il Festival del Balletto di Nervi. Tra nuove creazioni e spettacoli di spicco, la rassegna ha richiamato l’attenzione sulla danza contemporanea. Jacopo Bellussi, il danzatore genovese protagonista della serata, ha raccontato com’è andata e ha anticipato il suo prossimo passo: il Balletto di Montecarlo. Tra i temi caldi, la scelta delle location e l’organizzazione delle prossime edizioni.
Nervi tra passato e futuro: il Festival torna alle origini
Nato negli anni Cinquanta, il Festival del Balletto di Nervi aveva l’obiettivo di portare in Italia compagnie e stili mai visti prima. Mario Porcile voleva creare uno spazio dove il pubblico potesse scoprire e confrontarsi con la danza in tutte le sue forme. L’edizione appena conclusa ha cercato di tornare a quel modello, concentrandosi solo sulla danza e lasciando da parte altri generi che avevano un po’ confuso l’identità della manifestazione.
Bellussi ha raccontato che il pubblico ha risposto con grande entusiasmo, arrivando anche da fuori Italia. L’atmosfera era internazionale, con spettatori che parlavano diverse lingue in platea. Anche gli addetti ai lavori si sono fatti sentire, con messaggi e telefonate da colleghi e critici. Per lui, Nervi resta un luogo dove si sperimentano idee nuove, non solo una vetrina per i classici di sempre.
Durante il Festival sono salite sul palco compagnie come il Ballet Kiel, che hanno portato una ventata di innovazione e cultura. L’idea è di far tornare Nervi a essere un punto di riferimento, non solo per replicare ciò che già si conosce, ma per proporre spettacoli freschi e rilevanti per danzatori e pubblico.
Dove va il Festival? Tra i parchi di Nervi e il Carlo Felice
Uno dei nodi più discussi riguarda la sede del Festival. I parchi di Nervi sono un gioiello, con un’atmosfera che nessun altro posto può offrire, come ha dimostrato l’allestimento di “Romeo e Giulietta”. Bellussi ha ricordato che il fascino del luogo è un valore da difendere.
Dall’altra parte, però, ci sono spettacoli che richiedono tecnologie più avanzate: suoni, video, un palco attrezzato. Un esempio è stato lo show di Lucia Lacarra, che ha usato proiezioni sofisticate e si è svolto al Teatro Carlo Felice di Genova. Qui tutto è stato curato nei minimi dettagli, dimostrando che i due spazi possono lavorare insieme.
Bellussi ha suggerito di tenere entrambi i luoghi per il Festival: i parchi per chi ama il teatro all’aperto e la natura, il Carlo Felice per le produzioni più tecnologiche. In questo modo si può accontentare un pubblico più ampio e mantenere vive le caratteristiche che rendono unico Nervi.
L’orchestra assente e il futuro di Bellussi
Un problema che ha segnato l’ultima edizione è stata l’assenza dell’orchestra dal vivo nei concerti all’aperto. Bellussi ha ammesso che si è sentita la mancanza: danzare con la musica suonata dal vivo dà un’emozione più forte, più vera. Purtroppo, per motivi logistici e di spazio, l’orchestra non poteva essere presente nei parchi. Spostare tutto al Carlo Felice avrebbe tolto però quel fascino così speciale delle rappresentazioni all’aperto.
Il ballerino genovese ha parlato anche del suo futuro. Dopo l’esperienza ad Amburgo, si prepara a entrare nel Balletto di Montecarlo come primo ballerino. Il suo contratto con Nervi si è chiuso con questa edizione. Ha idee da proporre per il Festival, ma la sua permanenza dipenderà da scelte al di fuori del suo controllo. Intanto, si prende qualche giorno di pausa al mare prima di iniziare questa nuova avventura.
Bellussi resta così tra i protagonisti del balletto europeo, portando con sé l’esperienza di Nervi e contribuendo a far conoscere il Festival anche fuori dai confini italiani. Nervi continua a essere un appuntamento importante, capace di accendere dibattiti sui luoghi giusti per la danza e di offrire nuove opportunità a ballerini e spettatori.
Ultimo aggiornamento il 29 Luglio 2025 da Davide Galli