Genova e Savona-Vado registrano un aumento netto nei traffici marittimi con Israele nei primi sei mesi del 2025. Il flusso di merci e container si rafforza, coinvolgendo soprattutto i porti israeliani di Ashdod e Haifa. Una dinamica che assume rilievo anche alla luce di recenti scelte politiche e amministrative in Liguria.
Container in aumento: Genova e Savona-Vado rafforzano i legami con Israele
Tra gennaio e giugno 2025, i porti di Genova e Savona-Vado hanno movimentato circa 17.000 TEU in traffici verso Israele, con la maggior parte diretta ai porti di Ashdod e Haifa. Di questi container, circa 13.500 erano pieni di merci, un segnale chiaro di un commercio vivace, sia per quantità che per valore. Lo ha reso noto l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale attraverso l’agenzia Ansa.
Per chi non lo sapesse, il TEU è l’unità base per misurare il traffico containerizzato: un TEU corrisponde a un container lungo circa 6 metri. È il metro con cui si pesa il volume degli scambi marittimi a livello globale. Nel solo primo trimestre del 2025, il numero di TEU scambiati con Israele è cresciuto del 13,4% rispetto allo stesso periodo del 2024, confermando un trend positivo.
A spingere questa crescita è soprattutto l’export, che rappresenta circa il 75% del totale movimentato. Questo dimostra quanto i porti liguri siano cruciali per far uscire dall’Italia merci dirette in Israele. L’aumento dei flussi, sia in termini di quantità che di tipologia, sottolinea il ruolo strategico di Genova e Savona-Vado nei rapporti commerciali tra Italia e Medio Oriente.
Genova riconosce la Palestina: quale impatto sul commercio marittimo?
Il 30 luglio 2025, il Consiglio comunale di Genova ha approvato una mozione per il riconoscimento simbolico dello Stato di Palestina. Anche se senza effetti legali vincolanti, la decisione ha riacceso il dibattito sulle posizioni locali riguardo al conflitto israelo-palestinese. Si è parlato anche delle possibili ripercussioni economiche per i traffici marittimi tra Genova, Savona e Israele.
L’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale ha subito chiarito che, al momento, non si prevedono conseguenze dirette nei traffici portuali a causa di questa scelta politica. I porti servono un’area che va ben oltre i confini regionali e nazionali, e i volumi di merci rispondono a dinamiche complesse, legate a catene logistiche più ampie.
Nonostante qualche tensione politica possa influire sulle relazioni internazionali, i numeri parlano chiaro: non c’è alcun segno di rallentamento nei traffici del semestre appena concluso. Le aziende e i terminal coinvolti mantengono livelli di attività stabili con Israele, segno che sul campo il commercio continua senza intoppi, indipendentemente dagli sviluppi politici locali.
Genova e Savona-Vado, snodi chiave per il commercio Italia-Israele
I dati sui container movimentati confermano che Genova e Savona-Vado sono punti di riferimento fondamentali per la logistica italiana verso Israele. Le esportazioni raggiungono i porti di Ashdod e Haifa, tra i principali hub marittimi del Medio Oriente. Da lì partono o transitano merci dirette a mercati più ampi nel Mediterraneo.
Il fatto che l’export domini i flussi marittimi dimostra come le infrastrutture portuali liguri siano pensate per sostenere le aziende italiane nel loro rapporto con il Medio Oriente. Le merci imbarcate variano dall’industriale ai prodotti alimentari e ai beni di consumo. I volumi in crescita indicano un commercio solido, che resiste anche alle tensioni geopolitiche della zona.
Il sistema portuale ligure conferma così il suo ruolo, non solo regionale ma anche internazionale, come collegamento vitale tra Italia e Israele. I dati aggiornati al primo semestre 2025 offrono una fotografia precisa delle rotte mediterranee e dei volumi che passano da questi due scali strategici. Per ora, traffico e attività commerciale non sembrano risentire né delle scelte politiche locali né delle tensioni internazionali.
Ultimo aggiornamento il 7 Agosto 2025 da Matteo Bernardi