Nel carcere di Marassi, a Genova, è stato segnalato un nuovo caso di violenza di gruppo tra detenuti. Un uomo di 45 anni è stato picchiato da altri tre compagni di cella che avrebbero anche cercato di abusare di lui. Il fatto arriva in un contesto segnato da proteste interne e da condizioni difficili per chi lavora nella struttura. La polizia penitenziaria ha isolato i responsabili e la vittima è stata portata al centro clinico del carcere per le cure del caso.
Aggressione e tentato abuso: i dettagli dell’episodio e l’intervento degli agenti
L’aggressione è avvenuta recentemente all’interno del carcere di Marassi. La vittima, un detenuto di 45 anni, ha presentato una querela per raccontare quanto accaduto. L’uomo afferma di essere stato picchiato da tre detenuti e che questi abbiano tentato anche una violenza sessuale ai suoi danni. La polizia penitenziaria ha preso rapidamente in carico la situazione, isolando i tre aggressori in via cautelare mentre la persona aggredita ha ricevuto assistenza medica presso il centro clinico interno.
Al momento la procura di Genova non ha ancora ricevuto la documentazione ufficiale, quindi non è stato avviato un procedimento penale formale. Però gli agenti e il personale sanitario hanno attuato le prime misure per contenere le conseguenze dell’episodio, che si inserisce in un clima già teso e problematico nella struttura penitenziaria.
Il Carcere Di Marassi: situazione critica di sovraffollamento e tensioni interne
Il carcere di Marassi si trova in uno stato di grave difficoltà da tempo. Il numero di detenuti supera di molto la capienza prevista, una condizione che genera sovraffollamento e tensioni tra i reclusi. Il sovraffollamento contribuisce a frequenti episodi di violenza e a proteste che mettono in crisi la gestione del carcere.
Recentemente i detenuti del reparto Alta Sicurezza hanno avviato una protesta durata otto giorni, creando ulteriori problemi agli agenti di polizia penitenziaria, già sottoposti a carichi di lavoro pesanti. Questi eventi mettono a rischio l’incolumità degli operatori e degli stessi detenuti. Le condizioni di vita e di lavoro dentro la struttura sono aggravate dall’ingresso non controllato di droga e telefoni cellulari, elementi che aumentano i rischi di reati e di violenze interne.
Ricordo di un precedente inquietante: la violenza e la tortura di un giovane detenuto a giugno
Questo episodio di violenza richiama alla memoria quanto successo il 4 giugno 2025 sempre nel carcere di Marassi. In quel caso un ragazzo di 18 anni era stato brutalmente seviziato e torturato da un gruppo di quattro detenuti che lo accusavano di essere un pedofilo. Dopo quella violenza, la procura aveva proceduto con l’arresto dei responsabili con accuse gravi, tra cui violenza sessuale di gruppo e tortura.
Quel caso evidenziò la fragilità della sicurezza interna e la necessità di interventi per tutelare i reclusi più vulnerabili. Oggi, la nuova aggressione dimostra che il problema di violenze tra detenuti non si è affatto risolto e richiede misure concrete e urgenza d’intervento.
Polizia penitenziaria sotto stress e richieste di modifiche per migliorare il clima carcerario
Gli agenti della polizia penitenziaria di Marassi si trovano in condizioni di grande difficoltà. Il segretario della Uilpa polizia penitenziaria, Fabio Pagani, ha denunciato lo stato di stanchezza e demoralizzazione del personale. Il loro lavoro si svolge tra turni intensi e la gestione di situazioni di conflitto che mettono a dura prova la sicurezza.
Pagani ha sottolineato che “le soluzioni basate solo su misure repressivi non bastano a risolvere i problemi”. Ha richiamato l’attenzione sull’urgenza di migliorare le condizioni di lavoro degli agenti e di ridurre il sovraffollamento del carcere. Secondo lui, “prevenire episodi di violenza passa attraverso un approccio che renda più umano l’ambiente penitenziario, sia per i detenuti sia per chi vi opera”. Questo significa meno isolamento, più controllo e meno tensioni accumulate.
Il clima di tensione del carcere di Marassi resta una questione aperta anche per le autorità pubbliche e la magistratura, che dovranno tenere conto di questi eventi per indirizzare le future misure di sicurezza e gestione interna.
Ultimo aggiornamento il 2 Settembre 2025 da Elisa Romano