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Genova vieta finanziamenti pubblici per il lavoro sottopagato e introduce salario minimo negli appalti comunali

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Genova impone salario minimo negli appalti e blocca fondi per lavoro sottopagato. - Unita.tv
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Il Comune di Genova ha deciso di adottare misure concrete per combattere il lavoro sottopagato nelle aziende che operano tramite appalti pubblici. Il provvedimento prevede di non destinare più soldi pubblici a chi offre salari insufficienti, stabilendo un salario minimo di 9 euro lordi all’ora nei contratti legati agli appalti comunali. Questa decisione, annunciata dalla sindaca Silvia Salis nel 2025, punta a ridare dignità e tutela ai lavoratori spesso impiegati in settori come facchinaggio, pulizie e vigilanza.

Il consiglio comunale approva un piano bilancio da oltre 24 milioni con aumento IMU e delibera sul salario minimo

La giunta comunale di Genova ha varato un pacchetto finanziario da 24,5 milioni di euro, che include un aumento dell’IMU per le abitazioni locate con canone concordato, generando circa 5,5 milioni in più nelle casse pubbliche. Questo riequilibrio di bilancio è stato pensato per sostenere politiche sociali e di lavoro più eque. All’interno del piano si inserisce la nuova delibera sul salario minimo, concepita non come un investimento specifico, ma come un cambiamento strutturale tuttora in fase di implementazione.

La sindaca Salis ha sottolineato che “la volontà di proibire l’utilizzo di fondi pubblici per il lavoro sottopagato rappresenta un segnale forte da cui partire per il mandato amministrativo 2025-2030.” Si tratta di un passo concreto per ribadire il diritto alla giusta retribuzione e a condizioni lavorative dignitose nelle attività legate al Comune.

Salario minimo da 9 euro lordi: premi e criteri negli appalti pubblici per migliorare le condizioni dei lavoratori

L’assessore al Lavoro, Emilio Robotti, ha spiegato che la delibera entrerà in vigore subito, fatta eccezione per i tempi necessari alla burocrazia. Il testo stabilisce che negli appalti pubblici la qualificazione non si baserà solo sul prezzo, ma anche sul rispetto di criteri sociali che prevedono un salario minimo di 9 euro lordi all’ora.

Questo elemento riguarda in particolare lavori nei settori che oggi pagano meno di tale soglia. Si fa riferimento a servizi di facchinaggio, pulizie, vigilanza privata e altro, dove il mancato rispetto del salario minimo costituirà uno svantaggio per le aziende nelle gare d’appalto.

Oltre al salario, sono previste misure di premialità legate all’osservanza dei contratti collettivi nazionali di lavoro, all’adozione di politiche contro la discriminazione di genere e più in generale alle condizioni di sicurezza sul posto di lavoro. Il Comune di Genova, come ha ribadito Robotti, “non è un’impresa ma un’organizzazione di lavoratori che, attraverso i suoi appalti, si configura come il più grande datore di lavoro della città.”

Lavoro sottopagato sotto la lente della CGIL: 5 mila dipendenti comunali percepiscono meno di 9 euro all’ora

Le nuove regole del Comune arrivano in un contesto in cui la CGIL, sindacato di riferimento, segnala come circa 5 mila persone impiegate in realtà che lavorano per il Comune di Genova percepiscano meno di 9 euro lordi per ora. Questo dato riguarda soprattutto operai e operatori impiegati nelle pulizie, nella logistica e nella sicurezza.

La situazione ha generato situazioni di precarietà economica e sociale per molti lavoratori, alimentando una domanda pressante di cambiamenti su scala locale. La scelta dell’amministrazione comunale di introdurre criteri per premiare contratti decenti nelle gare pubbliche rappresenta quindi una risposta diretta alla realtà denunciata dai sindacati.

Questo provvedimento mostra la capacità degli enti locali di intervenire direttamente su condizioni di lavoro spesso ignorate o sottovalutate dai grandi sistemi economici, dando un contributo concreto al miglioramento delle retribuzioni e alla tutela di diritti fondamentali. Con il Comune che detta standard più rigidi, si apre una strada per altre amministrazioni a seguire esempi simili.

Ultimo aggiornamento il 17 Luglio 2025 da Andrea Ricci

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Andrea Ricci

Andrea Ricci non cerca l’ultima notizia: cerca il senso. Blogger e osservatore instancabile, attraversa cronaca, politica, spettacolo, attualità, cultura e salute con uno stile essenziale, quasi ruvido. I suoi testi non addolciscono la realtà, la mettono a fuoco. Scrive per chi vuole capire senza filtri, per chi preferisce le domande alle risposte facili.

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