Ogni anno torna il ricordo di Sant’Anna di Stazzema con cerimonie ufficiali che coinvolgono istituzioni e cittadini. Nel 2025 sarà la sindaca di Genova, Silvia Salis, a prendere la parola come oratrice principale. La città, insignita della medaglia d’oro per la Resistenza, sarà presente il 12 agosto sul luogo dove nel 1944 si consumò uno dei crimini più atroci della guerra in Italia.
Silvia Salis porta la memoria della Resistenza a Sant’Anna Di Stazzema
Il 4 agosto Maurizio Verona, sindaco di Stazzema, ha annunciato la partecipazione di Silvia Salis alle celebrazioni per l’81° anniversario della strage. Genova sarà così rappresentata in una giornata che mette al centro il valore della memoria e il sacrificio di chi ha lottato contro il nazifascismo. Un gesto che rinsalda il legame tra città segnate dalla guerra e unite nel custodire il ricordo delle vittime civili.
La cerimonia del 12 agosto prevede una messa solenne e gli interventi delle autorità locali e regionali. Interverranno, tra gli altri, Maurizio Verona, Umberto Mancini, presidente dell’associazione Martiri di Sant’Anna, e Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana, che l’anno scorso aveva tenuto l’orazione ufficiale. L’intervento di Silvia Salis sarà uno dei momenti salienti della giornata. Non sono previsti rappresentanti del governo nazionale, lasciando spazio alle istituzioni locali e al valore della testimonianza diretta. Genova, simbolo della lotta partigiana, porterà così la sua voce.
Dopo i discorsi, è previsto un momento musicale e l’inaugurazione di una mostra fotografica che racconta la tragedia attraverso immagini forti. Un percorso pensato per coinvolgere chi partecipa, passando dalla parola alle immagini per costruire una memoria collettiva.
Sant’Anna Di Stazzema, un massacro che non si può dimenticare
La mattina del 12 agosto 1944, durante la seconda guerra mondiale, Sant’Anna di Stazzema venne circondata e attaccata da truppe nazifasciste: tre compagnie di SS tedesche insieme a reparti della Repubblica sociale italiana. Quattro gruppi militari bloccarono ogni via di fuga, con uno schierato più in basso, a Valdicastello.
Nonostante fosse stata dichiarata “zona bianca”, cioè un’area sicura dove potevano rifugiarsi gli sfollati, quella mattina furono uccise 560 persone, molte delle quali bambini. Per quasi tre ore si consumò un massacro spietato contro civili indifesi. Quando tutto finì, la comunità era stata quasi annientata.
Sant’Anna di Stazzema resta uno dei simboli più dolorosi della violenza nazifascista in Italia. Nel paese è stato costruito un memoriale e un museo all’aperto, tappa fondamentale per chi visita la Toscana meridionale. Ogni anno migliaia di persone, anche da tutta Europa, arrivano qui per conoscere la storia, vedere i luoghi del massacro e mantenere vivo il ricordo.
Museo e memoriale: tenere accesa la memoria
Il memoriale di Sant’Anna è nato come spazio di riflessione e monito per le nuove generazioni. Si trova nel cuore del paese, proprio dove si sono svolti i fatti. È composto da monumenti, targhe e installazioni che raccontano la vita di quella comunità prima della guerra e la violenza subita.
Accanto c’è il museo, che attraverso documenti, foto e testimonianze ricostruisce il contesto storico della strage. Qui i visitatori possono approfondire le scelte militari e politiche di quegli anni, scoprendo le storie personali e collettive legate all’eccidio.
Ogni anno il museo organizza incontri, visite guidate e proiezioni, coinvolgendo studenti, storici e cittadini. Un lavoro costante per mantenere viva la memoria, ricordare l’orrore della guerra e sottolineare il valore della pace.
Questi luoghi, visitati da chi vuole capire e rispettare il passato, sono un baluardo contro l’oblio e i tentativi di riscrivere la storia. La presenza di autorità come la sindaca di Genova dà ancora più forza a queste commemorazioni, che continuano a insegnare cosa accadde in quei giorni terribili del 1944.
Ultimo aggiornamento il 5 Agosto 2025 da Giulia Rinaldi