L’hospice di Melzo: nel 2024 266 pazienti assistiti e nuovi progetti per rafforzare il volontariato e la rete sanitaria
L’hospice dell’ospedale Santa Maria delle Stelle di Melzo ha assistito 266 pazienti nel 2024, puntando a migliorare l’assistenza e il volontariato per garantire dignità anche nelle fasi avanzate della malattia.

L’hospice per cure palliative dell’ospedale Santa Maria delle Stelle di Melzo ha assistito 266 pazienti nel 2024, ampliando il supporto a malati oncologici e non. Nel 2025 si punta a rafforzare la collaborazione multidisciplinare, il volontariato e la rete territoriale per garantire cure più umane e personalizzate. - Unita.tv
L’hospice per cure palliative dell’ospedale Santa Maria delle Stelle di Melzo ha chiuso il 2024 con 266 pazienti assistiti, un numero che include malati oncologici e non. Nel 2025 si punta a consolidare diversi progetti per migliorare l’assistenza, potenziare il volontariato in corsia e favorire la collaborazione fra reparti e specialisti. Qui l’obiettivo non è solo sostenere nel fine vita, ma far vivere con dignità ogni momento dell’esistenza, anche quando la malattia è in fase avanzata.
L’assistenza ai pazienti: una presa in carico che va oltre il fine vita
L’anno scorso il reparto ha seguito 266 persone, di cui circa il 40% non oncologici. Questo dato riflette un numero crescente di pazienti con malattie croniche avanzate, non solo tumori, ma anche insufficienze organiche come cardiaca, renale o respiratoria, oltre a disturbi neurodegenerativi come Parkinson, Sla e demenze. Le cure palliative qui non si limitano a gestire i sintomi fisici ma si occupano anche degli aspetti psicologici, sociali e spirituali della sofferenza.
Un team multidisciplinare per il paziente
Il team multidisciplinare comprende medici, infermieri, operatori socio-sanitari, psicologi e assistenti sociali. Ognuno riveste un ruolo fondamentale nel prendersi cura del paziente in modo globale, rispettando la sua storia personale e le sue esigenze profonde. Lo staff si confronta ogni giorno con situazioni delicate, con l’intento di mantenere la qualità della vita di chi è nella fase finale, senza limitarla a un semplice accompagnamento.
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Il volontariato in corsia: un ruolo in crescita con formazione e affiancamento
Nel 2024 ha preso avvio un percorso importante che riguarda i volontari nelle cure palliative. È stato avviato il primo corso specifico, che ha permesso di formare una vera e propria “squadra” di volontari preparati. Questo gruppo offre una presenza stabile e rassicurante a fianco dei pazienti e delle loro famiglie, un sostegno concreto nelle situazioni di sofferenza.
I volontari non si limitano a una semplice compagnia, ma si integrano nell’attività di cura sotto la supervisione dello staff sanitario. Il loro lavoro ha un impatto emotivo rilevante e aiuta a creare un ambiente più umano in reparto. Il numero di chi decide di impegnarsi in questo ruolo sta crescendo, segno di un interesse e di una sensibilità sociale in aumento verso le persone in condizioni fragili.
La nascita di celidonia: un’associazione per promuovere le cure palliative nel territorio
A fine 2024 è nata “Celidonia”, una nuova associazione senza fini di lucro che si propone di diffondere e migliorare le cure palliative nella comunità. Fra i soci fondatori ci sono operatori sanitari dell’hospice e volontari già attivi in reparto. L’obiettivo è creare una rete capace di supportare pazienti e famiglie con competenze condivise e passione.
Un supporto condiviso sul territorio
Celidonia vuole mettere insieme esperienze e risorse per sviluppare progetti mirati e rafforzare l’assistenza sul territorio. Questo tipo di associazioni contribuisce a sensibilizzare il pubblico e a coinvolgere altri soggetti interessati, creando un sistema più coeso e vicino alle persone che affrontano malattie gravi. La collaborazione fra professionisti e volontari avrà un peso crescente nella qualità della cura.
La strategia per il 2025: lavoro in rete e ottimizzazione delle prese in carico
Per il 2025, l’hospice prevede di rafforzare ancora di più il lavoro di rete fra reparti diversi e con i professionisti esterni. Questo approccio punta a ridurre i tempi di accesso alle cure palliative e a migliorare la gestione complessiva del paziente. In pratica, le singole figure coinvolte nella cura collaboreranno per impostare percorsi più efficaci e personalizzati.
La maggiore integrazione fra team e servizi consentirà di gestire sia gli aspetti clinici che quelli umani in modo coordinato. L’obiettivo rimane quello di garantire una vita dignitosa anche negli ultimi periodi, con un’attenzione particolare al supporto psicologico e sociale. L’esperienza accumulata nel 2024 servirà come base solida per sviluppare queste iniziative, in una logica di continuità e miglioramento.