
Il cambio della società di pulizie negli edifici comunali ha ridotto le ore lavorative delle lavoratrici part time, causando tensioni contrattuali e salariali; il sindacato ha coinvolto la Prefettura per mediare, mentre il sindaco difende la regolarità dell’ente pubblico. - Unita.tv
Il cambio della società di pulizie negli edifici comunali ha creato tensioni sul piano contrattuale e salariale per una ventina di lavoratrici, quasi tutte part time. L’ingresso di B&B Service, subentrata nella passata estate, ha portato a una riduzione delle ore lavorative e a nuove condizioni di chiamata, che secondo il sindacato Cub violano gli accordi contrattuali esistenti. La questione è arrivata fino alla Prefettura per cercare una soluzione.
Passaggio di appalto e le modifiche al contratto delle lavoratrici part time
Lo scorso anno, la gestione delle pulizie negli edifici comunali è passata a B&B Service, che ha preso in carico le addette precedentemente impiegate. Secondo le lavoratrici e il sindacato Cub, il passaggio avrebbe dovuto garantire la continuità delle condizioni di lavoro già stabilite nel contratto d’appalto. Invece, le dipendenti hanno riscontrato una contrazione del loro orario, collegata all’introduzione della cosiddetta banca ore, una modalità che spezza l’orario part time in presenza e chiamata continua.
Modalità di lavoro con la banca ore
Il sistema prevede che, per esempio, su un contratto di 20 ore settimanali le lavoratrici ne svolgano effettivamente 10 in una sede fissa, come Cinisello, mentre le rimanenti ore sono a chiamata. Ciò porta a una realtà lavorativa instabile, con turni e sedi che cambiano senza certezze, incidendo anche sui salari. Alcune operatrici hanno subito riduzioni fino al 25% delle ore, con riflessi immediati sulle retribuzioni.
Banca ore, riduzione di stipendio e turnover del personale esterno
Il cuore della problematica risiede nell’uso della banca ore, una formula che non compare formalmente nel capitolato di appalto, e che avrebbe generato cambiamenti non autorizzati nel volume e nella forma del lavoro. Per le lavoratrici questa pratica ha trasformato un rapporto part time stabile in un lavoro a chiamata, con un calo evidente del reddito mensile.
In aggiunta, le ore “mancanti” delle addette interne sembrano essere assegnate a squadre esterne, creando una disparità tra il personale assunto e quello subappaltato o temporaneo. Il sindacato denuncia questa prassi come ingiusta, visto che il volume complessivo di lavoro nella gestione pubblica resta invariato. Gli interventi sindacali hanno incontrato scarso ascolto dall’azienda, e neanche il consiglio comunale ha risposto alle richieste di chiarimenti.
Disparità tra personale interno ed esterno
Il sindacato sottolinea come il ricorso a squadre esterne determini un peggioramento delle condizioni per le lavoratrici storiche, aggravando anche la precarietà e il turnover del personale.
Tentativo di mediazione in prefettura e posizione del sindaco ghilardi
Dopo mesi di confronto difficoltoso, il sindacato Cub ha avviato uno stato di agitazione e richiesto un tentativo di conciliazione presso la Prefettura. L’obiettivo è il riconoscimento del contratto d’appalto originario e il reintegro delle ore sottratte alle lavoratrici. Il sindacato insiste sul fatto che, “se la riduzione fosse stata prevista dal documento di gara, non avrebbe aperto questo conflitto.” Il problema nasce dalla discrepanza tra l’impegno pubblico e la gestione interna dell’appaltatrice.
Il sindaco Ghilardi ha espresso un giudizio diverso sulla vicenda sottolineando che “non sono emerse violazioni dal lato dell’ente pubblico.” Ha ricordato che la clausola sociale per la tutela del personale è stata rispettata durante il passaggio di società. Inoltre, il sindaco ha precisato che “il rapporto di lavoro è tra azienda e lavoratore e che l’amministrazione comunale non ha il potere di intervenire sui dettagli organizzativi interni delle imprese appaltatrici.” Questa posizione lascia però aperto il confronto su come bilanciare le esigenze dell’ente con i diritti delle lavoratrici coinvolte.