lavoratori di Siae Microelettronica lanciano l’allarme su stipendi in ritardo e crisi aziendale in atto
Tensione crescente tra i dipendenti di Siae Microelettronica a Cologno Monzese, con scioperi e assemblee per sollecitare interventi urgenti in un contesto di crisi economica e incertezze sul futuro.

La crisi prolungata nella Siae Microelettronica di Cologno Monzese provoca scioperi e incertezze tra i 800 dipendenti, con ritardi nei pagamenti e rischio di delocalizzazione, mentre istituzioni e proprietà faticano a trovare soluzioni concrete. - Unita.tv
La tensione cresce tra i dipendenti di Siae Microelettronica, azienda chiave nel settore delle telecomunicazioni con circa 800 lavoratori nel polo di via Buonarroti a Cologno Monzese. La crisi all’interno dell’azienda si protrae senza segnali di svolta concreti, alimentando incertezza e disagi. Scioperi, assemblee e mancati pagamenti si susseguono da mesi, mentre istituzioni e proprietà sembrano paralizzate davanti alla situazione.
Mobilitazioni e scioperi per sollecitare un intervento sul secondo semestre 2025
Giovedì scorso i dipendenti hanno tenuto un’assemblea per decidere nuovi scioperi e forme di protesta contro lo stallo che persiste da gennaio. Nel corso di questi mesi, i lavoratori hanno incrociato più volte le braccia, portato avanti presidi, partecipato a audizioni in commissioni regionali e organizzato cortei per attirare l’attenzione delle istituzioni e mettere pressione alla proprietà.
La rabbia è palpabile fra gli addetti, che denunciano ritardi sempre più frequenti e lunghi nel versamento degli stipendi. La situazione economica personale dei lavoratori peggiora, mentre non arriva alcun segnale da parte del governo o di chi guida l’azienda per affrontare le difficoltà. Già si sarebbe dovuto tenere un incontro ministeriale al ministero del Made in Italy, ma è stato rinviato all’ultimo momento, passando dal previsto giovedì 29 maggio al 3 giugno. Questo annullamento dell’ultimo minuto ha lasciato ulteriormente spaesati i dipendenti, convinti che manchi un coordinamento reale per garantire la sopravvivenza del gruppo.
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Dispute tra proprietà e istituzioni: un nodo alla base della crisi
La proprietà di Siae Microelettronica ha sostenuto che sarebbero stati fatti tutti gli interventi possibili, senza quindi un ruolo attivo nel superare questa fase critica. Secondo l’azienda, la continuità operativa dipenderebbe da un supporto pubblico urgente e indispensabile. Questo scaricabarile provoca malumore tra i sindacati e i lavoratori, che invece chiedono una maggiore presa di responsabilità da parte dei proprietari.
Da dicembre si parla di inserire capitali tramite Invitalia, l’agenzia nazionale per lo sviluppo, ma finora nessun versamento o piano concreto si è realizzato. Parallelamente si rincorrono voci sull’acquisizione della controllata SM Optics, che conta circa 200 dipendenti, da parte di una società francese; anche questa trattativa resta ferma.
Un anno di discussioni sull’ingresso di un socio nella compagine azionaria di Siae non ha prodotto sviluppi tangibili. L’incertezza alimenta la crisi e blocca ogni prospettiva, aggravando la situazione di un’impresa strategica per il territorio e il settore. Le rappresentanze sindacali continuano a chiedere certezze, sia sul pagamento delle buste paga, sia sulla tenuta stessa del gruppo nel medio periodo.
Il rischio della delocalizzazione e l’incertezza sul futuro produttivo
Nel reparto produttivo la preoccupazione si concentra sulla possibile delocalizzazione in Cina. Le voci su un trasferimento delle attività all’estero si fanno più insistenti e pesano come una minaccia per i dipendenti, molti dei quali hanno già deciso di cambiare azienda per cercare stabilità altrove. Il malessere generale nasce anche dall’assenza di un piano industriale chiaro e realistico.
Nessun progetto credibile è mai stato presentato alla forza lavoro, rendendo difficile programmare il futuro in un settore dove serve investire e mantenere competitive le capacità produttive. La mancanza di visione aggiunge pessimismo e scoraggia ulteriormente chi lavora nel polo di via Buonarroti, facendo crescere il rischio di spopolamento del personale qualificato.
Condizioni di lavoro e stato dei pagamenti in crisi profonda
Le condizioni di lavoro e lo stato dei pagamenti riflettono questa crisi profonda. Il silenzio delle istituzioni e il comportamento della proprietà aumentano il malcontento, mentre i lavoratori continuano a premere per una soluzione. Il ritardo dei contributi e i rinvii istituzionali rappresentano un pericolo reale per la tenuta finanziaria del gruppo e per centinaia di famiglie legate a Siae Microelettronica.
Il 3 giugno si attende il tanto rimandato incontro al ministero, ma resta da vedere se basterà a cambiare il corso delle cose o se la crisi peggiorerà ancora. Nel frattempo, la situazione restano in bilico e i lavoratori chiedono misure concrete che non tardino ad arrivare.