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L’architetto alessandro maggioni tra corbetta, milano e il problema della casa accessibile

Alessandro Maggioni, architetto di Corbetta, analizza la crisi abitativa nella metropoli milanese e propone soluzioni per migliorare l’accessibilità delle case e la qualità della vita nelle periferie.

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Alessandro Maggioni, architetto di Corbetta, analizza le sfide abitative nella provincia milanese, evidenziando la necessità di politiche pubbliche efficaci, rigenerazione urbana e cooperazione sociale per garantire case accessibili e vivibili fuori dal capoluogo. - Unita.tv

Alessandro Maggioni, architetto con radici a Corbetta, piccolo centro vicino a Milano, si trova al centro di un dibattito che riguarda la casa e la città metropolitana milanese. Il tema è attuale e riguarda non solo i milanesi ma milioni di persone che vivono nei dintorni della metropoli lombarda. Tra difficoltà economiche, rincari e trasformazioni urbane, la questione abitativa si presenta come una sfida complessa. Maggioni porta con sé tutta l’esperienza di chi vive fuori dai grandi centri urbani, conoscendo da vicino sia la periferia che le politiche abitative.

Dalla provincia a milano, il punto di vista di un abitante di corbetta

Alessandro Maggioni nasce e vive a Corbetta, un comune a pochi chilometri da Milano. Qui si situa il suo legame diretto con la provincia, intesa come territorio e società. Prima di diventare architetto, ha lavorato come furgonista, scoprendo aspetti concreti della vita nelle piccole realtà. Ha svolto anche ruoli amministrativi nel suo paese, vivendo in una vecchia corte quattrocentesca che testimonia il legame con la tradizione locale. La sua esperienza personale è supportata da un approccio più scientifico: ha coinvolto ricercatori del Politecnico di Milano per studiare dettagliatamente la questione abitativa fuori dal capoluogo, mettendo in luce dati che pochi conoscono davvero.

La necessità di distinguere la vera conoscenza della provincia dalle pure chiacchiere degli “esperti” urbani emerge forte dalle sue parole. In effetti, la periferia e la provincia appaiono spesso viste con occhio superficiale, mentre rappresentano un mondo con caratteristiche proprie, che vanno comprese per agire in modo efficace. Maggioni, tra esperienza pratica e studi, insiste su questo punto: non si tratta di una semplice espansione urbana, ma di un tessuto sociale e abitativo che resiste, cambia e presenta opportunità.

Abitare fuori milano: il secondo rapporto oca

Il problema della casa in Lombardia è al centro del lavoro di Maggioni e dell’Osservatorio Casa Abbordabile , che ha appena pubblicato un secondo rapporto sul tema. L’indagine si concentra su circa 300 comuni intorno a Milano, coinvolgendo sette province lombarde. Nel quadro attuale dei salari bassi, del costo della vita in aumento e del mercato immobiliare fuori controllo, l’immobiliare diventa quasi un lusso irraggiungibile per i lavoratori con redditi medi o bassi.

I dati mostrano che a Milano un operaio con uno stipendio netto intorno a 1.360 euro rischia di poter comprare o affittare spazi abitativi ben lontani dagli standard minimi di vivibilità. Il rapporto OCA mette a nudo questa realtà con numeri concreti, smantellando il mito della sola grande città come unico spazio di vita possibile. Invece la provincia può offrire soluzioni abitative più abbordabili, a patto che si sappiano valorizzare e si metta in atto una vera politica pubblica. La ricerca registra una maggioranza di proprietari rispetto agli affittuari e identifica le aree più economiche, ma anche le più disconnesse dai servizi di trasporto.

Le sfide dei collegamenti e il paradosso urbano

La sfida riguarda anche i collegamenti. Le zone meno raggiungibili da Milano via mezzi pubblici risultano più accessibili economicamente, ma chi ci abita deve fare i conti con tempi lunghi e dispendiosi di spostamento quotidiano. Questo genera un paradosso che alimenta il dibattito su come sviluppare infrastrutture e integrare gli spazi urbani.

Le proposte per l’abitare e il recupero urbano tra tassazione e spazi pubblici

Maggioni propone interventi concreti per migliorare la situazione. Parla di reintrodurre una tassa di scopo, chiamata contributo di migliorìa, destinata a finanziare la realizzazione di alloggi popolari. Questa proposta nasce dal bisogno crescente di case a prezzi accessibili per chi lavora e non può permettersi mercati immobiliari speculativi. Nel passato, strumenti simili erano in funzione, ma i problemi di riscossione e gestione ne hanno limitato l’efficacia.

Il recupero urbano si concentra anche sulla qualità degli spazi pubblici e sull’edilizia. Negli ultimi anni a Milano la qualità delle costruzioni è migliorata ma gli spazi comuni non hanno ricevuto la stessa attenzione. Maggioni osserva una certa uniformità dei nuovi quartieri, con tendenza a riproporre modelli internazionali lasciando poco spazio a identità autentiche. Il turismo, concentrato nel centro, ha portato a una transformatione dal punto di vista sociale e commerciale: i locali storici lasciano spazio a strutture più formali o costose.

Le periferie milanesi, come Lambrate e Bovisa, riescono ancora a conservare un’anima più vera, dove sopravvive una vita sociale mista e progetti di abitare che guardano alla comunità. Qui si lavorano modelli di rigenerazione urbana, come l’Habitat La Goccia, inserito nelle aree in fase di riqualificazione, che integrerà servizi sociali, negozi, e sicurezza pubblica. Si prova a costruire “buone case“ attraverso una co-progettazione con i Comuni limitrofi, cercando un equilibrio tra sviluppo e inclusione sociale.

Cooperazione e responsabilità sociale nelle nuove sfide dell’edilizia

Il percorso di Maggioni si lega anche a figure come Giancarlo Consonni e Giuseppe Gorla, protagonisti di un’attenzione più ampia verso la rigenerazione urbana che non sia solo questione immobiliare ma vera responsabilità sociale. A Saronno Gorla ha acquistato l’area ex Isotta Fraschini per avviare un progetto di rinascita condivisa con la comunità, dimostrando che investimenti in edilizia possono avere una dimensione civica.

La cooperazione tra operatori privati e pubblici, così come l’inclusione delle realtà locali e dei cittadini, appare come la strada più efficace per risolvere la paura crescente della casa inaccessibile. Maggioni porta avanti questo messaggio con il lavoro del Consorzio Cooperative Lavoratori, che si ispira alle linee guida della dottrina sociale della Chiesa, riprendendo temi dalla Rerum novarum.

Il dibattito su come affrontare il disagio abitativo resta aperto ma trova nel territorio e nell’esperienza di chi vive tra Corbetta e Milano un punto di partenza solido. Le politiche dovranno confrontarsi con dati concreti e bisogni reali, mettendo al centro la qualità della vita oltre le superfici abitative.