Per mesi ha rubato gioielli e contanti in una boutique di Colleferro, nascondendo dietro un’apparenza di dipendente modello un’attività criminale ben organizzata. A smascherarlo è stato un sistema di videosorveglianza collegato in tempo reale al cellulare della titolare, che ha ripreso il furto in diretta. Dietro il volto tranquillo del commesso si nascondeva una vera passione per orologi di lusso e monete rare, acquistati con il bottino.
Furti quotidiani e tradimento della fiducia in negozio
L’uomo, sulla quarantina, era considerato un punto di riferimento nel negozio. Sempre preciso, puntuale, non aveva mai dato motivo di sospetto. E invece, con movimenti calcolati, ogni giorno sottraeva banconote dal deposito e gioielli di valore. Un rituale quasi quotidiano, portato avanti con calma e discrezione, dietro la facciata di un lavoro normale.
La titolare si era accorta di ammanchi e oggetti spariti, ma non riusciva a trovare il colpevole. Stanca di conti sbagliati e sospetti vaghi su tutti i dipendenti, ha deciso di montare un impianto di videosorveglianza. Le telecamere, collegate al suo smartphone, le permettevano di tenere d’occhio il negozio anche a distanza, soprattutto il retrobottega, dove spesso succedevano cose strane.
La scoperta in diretta e l’arrivo della polizia
Il giorno decisivo è arrivato come tanti altri. Il commesso è entrato nel retrobottega, è rimasto solo qualche minuto e ha preso un piccolo ma costante numero di banconote, mantenendo calma e disinvoltura. La titolare ha visto tutto in diretta sul telefono e non ha perso tempo: “ha chiamato la polizia.”
Gli agenti del Commissariato di Colleferro sono arrivati in fretta e hanno bloccato il commesso. In pochi minuti lui ha ammesso tutto, sapendo che le immagini non lasciavano scampo. Ha restituito le banconote rubate, identiche a quelle segnate in precedenza dalla titolare grazie ai numeri di serie, un metodo semplice ma efficace per tenere il conto degli ammanchi.
Il tesoro nascosto: orologi, monete rare e gioielli venduti
Durante la perquisizione, la polizia ha scoperto che il commesso aveva messo da parte una vera collezione di oggetti rubati: circa 20 orologi di marca, monete antiche, medaglie in oro e pietre preziose. Tutto era nascosto e ordinato con cura in casa sua. Sono stati trovati anche documenti bancari che dimostravano la vendita di alcuni gioielli ai “Compro oro”, dove il ladro ricavava soldi per comprarsi nuovi oggetti.
Il sistema con cui rubava denaro e preziosi non era improvvisato. Le somme erano sempre contenute, prelevate con attenzione per non destare sospetti. Ma tutta la sua pazienza è stata inutile davanti all’efficacia della tecnologia e alla determinazione degli investigatori.
Le accuse e la situazione legale dell’impiegato
Ora il commesso è denunciato per furto aggravato e autoriciclaggio, reati gravi che però non hanno portato ancora all’arresto. Le forze dell’ordine lo descrivono come collaborativo, con una confessione completa su quanto fatto.
Questa vicenda mostra come una doppia vita – fatta di lavoro e passioni illecite – possa andare avanti per mesi senza essere scoperta. E sottolinea quanto la tecnologia sia diventata decisiva per scoprire i colpevoli, soprattutto nel commercio.
Il collezionista di lusso, fino a poco fa insospettabile, dovrà ora rispondere di quello che ha fatto. Intanto la boutique potrà contare su un sistema di sicurezza più efficace per evitare nuovi furti.
Ultimo aggiornamento il 16 Luglio 2025 da Serena Fontana
