La trasmissione “Le Iene” ha dedicato nuovamente un ampio servizio alla tragedia del Natisone, che ha portato alla morte di Patrizia Cormos, Bianca Doros e Cristian Casian Molnar. Al centro dell’analisi ci sono i ritardi nei soccorso, che hanno superato i quaranta minuti, e le indagini in corso da parte della procura, che stanno esaminando il ruolo di tre individui coinvolti nella gestione dell’emergenza.
I dettagli delle chiamate al soccorso
Le ultime telefonate tra Patrizia e gli operatori del soccorso, avvenute nei momenti precedenti alla tragedia, rivelano gravi lacune nel sistema di localizzazione. Nella prima chiamata, Patrizia ha fornito indicazioni chiare sulla sua posizione, descrivendo il Ponte Romane e le sue caratteristiche. Tuttavia, solo cinque minuti dopo, un secondo operatore ha richiesto di inviare la posizione tramite WhatsApp, un gesto che evidenzia la confusione e l’incertezza nella gestione della situazione. Le chat conservano le testimonianze strazianti dei ragazzi, che esprimono la loro crescente paura mentre attendevano aiuto.
La catena di errori nei soccorsi
Nonostante le numerose segnalazioni da parte di passanti al numero unico di emergenza, il primo ordine per il decollo di un elicottero di soccorso è stato emesso solo alle 13:41, ben dodici minuti dopo la prima chiamata di Patrizia. Questo ritardo ha rappresentato un secondo grave errore. L’elicottero Drago dei Vigili del Fuoco di Venezia è stato il primo a partire, mentre a Pasian di Prato erano disponibili altri mezzi, come il Doppio India e il Doppio Tango della SORES, quest’ultimo dotato di personale medico. La confusione è aumentata quando il primo allerta è stato inviato ai Vigili del Fuoco, che a loro volta hanno contattato la SORES solo alle 13:45, esprimendo incertezze sulle condizioni meteorologiche per il volo.
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Il ritardo fatale e le conseguenze
Dopo venti minuti di attesa, la situazione si è aggravata ulteriormente. I due operatori, uno dei Vigili del Fuoco e uno della SORES, continuavano a rimbalzarsi la responsabilità , mentre l’elicottero di Venezia era già in volo. Solo alle 13:52, una chiamata dalla sala operativa della SORES ha raggiunto la responsabile dell’elisoccorso, che si trovava in ferie. Nonostante l’ordine di far partire il Doppio India, il tempo perso si è rivelato fatale. La tragedia del Natisone ha messo in luce non solo la necessità di un miglior coordinamento tra i vari enti di soccorso, ma anche l’importanza di un sistema di emergenza più efficiente, in grado di rispondere prontamente a situazioni critiche.
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