La Toscana dà l’ok al parco eolico a Badia Tedalda e scoppia la protesta di Rimini e provincia
La Regione Toscana approva un impianto eolico a Badia Tedalda, suscitando forti opposizioni da Rimini ed Emilia-Romagna per l’impatto ambientale e culturale sul paesaggio storico della zona.

La Regione Toscana ha autorizzato la costruzione di un impianto eolico a Badia Tedalda, scatenando forti opposizioni da Rimini e Emilia-Romagna per l'impatto paesaggistico e la mancanza di dialogo interregionale. - Unita.tv
La decisione della Regione Toscana di autorizzare la costruzione di un impianto eolico nel comune di Badia Tedalda, in Alta Valmarecchia, ha scatenato forti reazioni da parte dei territori limitrofi, specialmente dalla provincia di Rimini. Il progetto, previsto lungo il confine tra Toscana, Romagna e Marche, è visto da molti come un’aggressione al paesaggio e alla tutela culturale dell’area, con accuse di procedere senza un vero dialogo tra regioni ed enti interessati.
Le tensioni tra toscana e rimini per il progetto eolico in alta valmarecchia
A pochi giorni dall’approvazione dell’installazione di sette pale eoliche alte 200 metri, il sindaco di Rimini, Jamil Sadegholvaad, ha espresso un giudizio duro e diretto. Secondo lui, la scelta della Toscana rappresenta un “brutto segnale” sotto il profilo del metodo con cui si affrontano progetti sulle energie rinnovabili in aree così delicate. Rimini accusa la Toscana di non aver tenuto conto dei pareri negativi arrivati da varie istituzioni: la regione Emilia-Romagna stessa, tre soprintendenze territoriali, i comuni della zona, la provincia di Rimini e un gran numero di associazioni ambientali e culturali.
Questa situazione alimenta una frattura che non è solo istituzionale, ma anche simbolica, perché riguarda il rispetto dei confini territoriali e la tutela di un paesaggio storico. Il sindaco rimane perplesso soprattutto sul fatto che la Toscana, pur avendo in passato mostrato grande attenzione nel salvaguardare aree vulnerabili all’interno dei propri confini, abbia invece deciso di andare avanti con questo progetto che riguarda un’area di frontiera, danneggiando così anche la stessa regione.
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Aspetti tecnici e pareri contrari al parco eolico di badia tedalda
La conferenza dei servizi Toscana ha dato il via libera a un impianto composto da sette turbine eoliche di 200 metri di altezza, che dovrebbe sorgere nel comune di Badia Tedalda, in provincia di Arezzo. Questa località si trova tra la Toscana, la Romagna e le Marche, rappresentando quindi un punto di congiunzione importante da un punto di vista geografico e ambientale.
La Soprintendenza delle belle arti e paesaggio ha manifestato esplicite riserve riguardo all’impatto visivo e paesaggistico dell’impianto. L’altezza delle pale eoliche rischia di snaturare il contesto ambientale, che è caratterizzato da paesaggi storicamente importanti e spesso associati a testimonianze artistiche di rilievo. Il timore principale riguarda l’alterazione definitiva della skyline naturale da cui si ammirano, tra l’altro, ambientazioni vicine a quelle di opere come la Monna Lisa.
Il progetto era già stato approvato in una prima fase dalla Regione Toscana nel 2022, ma è soltanto ieri che è arrivato l’ok definitivo da parte della conferenza dei servizi, aprendo così la strada alla formalizzazione della concessione che dovrebbe essere emessa entro luglio.
Le reazioni istituzionali e le prossime mosse di rimini e emilia-romagna
La Provincia di Rimini ha dichiarato di voler connettersi con la Regione Emilia-Romagna e con il Comune di Casteldelci per mettere a punto un fronte comune contro la decisione presa dalla Toscana. La Regione Emilia-Romagna aveva annunciato mesi fa l’intenzione di presentare un ricorso legale al Tar contro il progetto, evidenziando le criticità riscontrate fin dall’inizio.
Mentre si prepara la concessione formale, gli enti territoriali interessati spingono per azioni coordinate capaci di fermare un impianto che considerano lesivo, sia dal punto di vista ambientale sia da quello paesaggistico e culturale. L’obiettivo è ristabilire equilibri territoriali e modelli di confronto che riflettano realmente le esigenze di più regioni e comunità coinvolte.
Una nuova fase fragile per le rinnovabili e i conflitti territoriali
Questo caso, iniziato a una nuova fase fragile, testimonia come le battaglie sulle rinnovabili spesso non riguardino solo scelte tecniche ma anche conflitti di interesse locale, necessità di tutela di territori che si incrociano e diverse visioni sul futuro energetico del paese.