La testimonianza di Stefania De Martino: il caso di Marzia Capezzuti e le accuse di violenza

Il caso di Marzia Capezzuti, giovane milanese scomparsa nel marzo 2022 e ritrovata morta a ottobre, evidenzia le atrocità della violenza domestica e le lacune nel sistema di protezione delle vittime.
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La testimonianza di Stefania De Martino: il caso di Marzia Capezzuti e le accuse di violenza - unita.tv

Il caso di Marzia Capezzuti, giovane milanese scomparsa nel marzo 2022 e ritrovata morta a ottobre dello stesso anno, ha sollevato un’ondata di indignazione e interrogativi sulla violenza domestica. Stefania De Martino, avvocata e responsabile dello sportello antiviolenza di Pontecagnano, ha rivelato dettagli inquietanti sulla vita della ragazza, segnalando torture e maltrattamenti. Le sue dichiarazioni sono state al centro del processo per omicidio che coinvolge i coniugi Maria Barbara Vacchiano e Damiano Noschese, mentre il loro figlio, all’epoca minorenne, è già stato condannato a 16 anni di carcere.

La scoperta delle torture

Stefania De Martino ha raccontato di aver appreso per la prima volta della situazione di Marzia nel febbraio 2022, quando una sua cliente le ha riferito di abusi avvenuti in una casa di Pontecagnano Faiano. La testimonianza ha descritto una vita di sofferenza per la giovane, costretta a vivere in condizioni disumane. “Marzia era segregata in uno sgabuzzino, subiva torture fisiche e psicologiche, e veniva umiliata in modi inimmaginabili”, ha dichiarato De Martino in aula. La gravità delle accuse ha spinto l’avvocata a cercare conferme e a contattare i servizi sociali, scoprendo che la famiglia di Marzia era già seguita, ma senza che nessuno avesse mai segnalato le atrocità che stavano avvenendo.

La denuncia e le reazioni delle autorità

Dopo aver raccolto informazioni sufficienti, De Martino ha presentato una denuncia ai carabinieri, sottolineando l’urgenza di un intervento. Tuttavia, la risposta ricevuta è stata deludente. “Mi hanno detto che non ritenevano fondata la mia denuncia, ritenendo che la fonte non fosse credibile”, ha spiegato. Nonostante le sue insistenze, la denuncia non ha portato a un immediato intervento, e la situazione di Marzia è rimasta invariata fino alla sua scomparsa. Questo ha generato in De Martino un forte senso di frustrazione e responsabilità, portandola a riflettere sull’importanza di prendere sul serio ogni segnalazione di violenza.

La testimonianza in aula e le contestazioni

Durante il processo, De Martino ha ribadito la sua testimonianza, descrivendo in dettaglio le atrocità che Marzia avrebbe subito. Tuttavia, gli avvocati difensori degli imputati hanno contestato la sua credibilità, sostenendo che non fosse presente durante i maltrattamenti e che le sue informazioni derivassero da racconti di terzi. Hanno anche evidenziato che la fonte di De Martino non avesse assistito direttamente ai fatti, insinuando che le accuse potessero essere frutto di vendetta personale. Questo ha sollevato interrogativi sulla validità delle testimonianze e sull’interpretazione delle prove presentate in aula.

Le implicazioni del caso di Marzia Capezzuti

Il caso di Marzia Capezzuti ha messo in luce non solo la brutalità della violenza domestica, ma anche le difficoltà nel far emergere tali situazioni. La testimonianza di Stefania De Martino è stata fondamentale per portare alla luce una realtà inquietante, ma ha anche evidenziato le lacune nel sistema di protezione delle vittime. La mancanza di ascolto e di intervento tempestivo da parte delle autorità ha contribuito a una tragedia che avrebbe potuto essere evitata. La vicenda di Marzia rappresenta un appello a una maggiore attenzione e sensibilità nei confronti delle segnalazioni di violenza, affinché simili atrocità non si ripetano in futuro.