La campagna Goletta dei Laghi di Legambiente ha monitorato nel 2025 lo stato delle acque in diversi specchi lacustri della Lombardia. I dati raccolti indicano una condizione preoccupante per molti punti controllati, con un numero significativo di aree che superano i limiti consentiti per l’inquinamento. Il rapporto, presentato a Milano alla Centrale dell’Acqua, mette in luce differenze tra i vari bacini lacustri e segnala la necessità di interventi mirati per tutelare questi ambienti.
Il monitoraggio dei punti critici sui laghi lombardi
Legambiente ha analizzato complessivamente 32 punti distribuiti tra il Sebino, le sponde lombarde del Benaco , del Lario , del Ceresio e del Verbano . Di questi, 15 risultano fortemente inquinati e altri due sono classificati come inquinati ma non al livello più grave. Solo metà dei siti esaminati rispettano gli standard fissati dalla legge sulla qualità delle acque.
Situazione critica sul Sebino e il Benaco
Nel dettaglio emerge una situazione particolarmente critica sul Sebino: su cinque punti presi in esame quattro mostrano livelli elevatissimi d’inquinamento. Anche lungo le coste lombarde del Benaco si registrano problemi simili con quattro su sei siti fortemente compromessi. Il lago di Como presenta un quadro meno negativo: sei località su undici rientrano nei parametri normativi.
Trend positivo per Ceresio e Verbano
Il Ceresio conferma invece una tendenza positiva rispetto agli anni passati: tre punti su quattro rispettano i limiti previsti dalle normative vigenti. Infine sul Verbano si osserva un miglioramento rispetto al 2024: metà delle aree controllate nella provincia di Varese risultano entro i valori consentiti.
Confronto con gli anni precedenti e trend attuali
Il bilancio generale della campagna Goletta dei Laghi segnala un lieve miglioramento rispetto ai dati raccolti nel 2024 ma risulta comunque peggiore se confrontato con quelli del 2023. Questo andamento altalenante indica che le azioni finora adottate non hanno ancora prodotto risultati stabili o duraturi nella riduzione dell’inquinamento lacustre.
Le variazioni tra i diversi bacini riflettono condizioni ambientali differenti ma anche livelli disomogenei negli interventi locali dedicati alla gestione delle acque e al controllo degli scarichi industriali o civili. La presenza frequente d’acque contaminate da sostanze nocive rappresenta un rischio concreto sia per gli ecosistemi acquatici sia per chi vive nelle zone circostanti o utilizza queste risorse a scopo ricreativo ed economico.
I rischi per gli ecosistemi e le comunità locali
La presenza di sostanze nocive nelle acque è un problema che incide non solo sulla biodiversità ma anche sulla salute delle persone e sulle attività turistiche e produttive legate ai laghi, rendendo indispensabile un’azione tempestiva e coordinata.
Appello alle istituzioni per politiche condivise sulla tutela delle acque
Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia, ha sottolineato l’urgenza che le amministrazioni locali mettano a punto strategie coordinate capaci davvero salvaguardare la salute pubblica e preservare gli habitat naturali legati ai laghi lombardi. Ha richiamato l’attenzione sull’importanza economica degli specchi d’acqua che attraggono turismo e sostengono attività produttive tipiche della regione.
Meggetto ha evidenziato come questi bacini svolgono anche funzioni fondamentali nella mitigazione degli effetti climatici estremi attraverso il loro ruolo naturale nell’assorbire calore e regolare microclimi locali. Per questo motivo servono investimenti consistenti soprattutto negli impianti depurativi esistenti oltre ad una gestione integrata più rigorosa dell’intero ciclo idrico territoriale.
Le amministrazioni devono trovare modalità operative comuni tenendo conto delle diverse competenze territorialmente distribuite; solo così sarà possibile mettere insieme politiche efficaci capaci davvero d’incidere sulla qualità ambientale senza compromettere lo sviluppo socioeconomico locale.