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La sfida della lombardia per reggere l’aumento dei pazienti oncologici e migliorare le cure

Crescita dei pazienti oncologici in Italia, con particolare attenzione alla Lombardia, evidenzia la necessità di riorganizzare l’assistenza per garantire cure efficaci e sostenibili nel futuro.

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L'articolo evidenzia la crescita dei pazienti oncologici in Italia, con particolare focus sulla Lombardia, regione leader per attrazione di pazienti ma con criticità organizzative nelle reti oncologiche, che richiedono una riorganizzazione per garantire cure sostenibili ed efficaci. - Unita.tv

Il numero di italiani che vivono dopo una diagnosi di tumore cresce costantemente. Le proiezioni indicano che nel 2030 saranno circa quattro milioni, pari al 7% della popolazione nazionale. Questa crescita pone necessità di riorganizzare i modelli di assistenza oncologica, per non compromettere la qualità delle cure e garantire controlli adeguati. Recenti dati sessi evidenziare particolari dinamiche regionali e criticità nel sistema di assistenza, specie in Lombardia, dove si concentra una grande quantità di pazienti in cerca di trattamenti.

L’impatto della mobilità sanitaria nelle regioni leader del nord

Nel 2022 la mobilità attiva dei pazienti oncologici ha registrato un valore di circa due miliardi di euro nelle regioni di Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto. Insieme raccolgono oltre la metà dei ricavi generati dagli spostamenti di chi si cura fuori dalla propria regione, totalizzando circa il 56% del fenomeno. Questa situazione indica come le strutture sanitarie di queste regioni attraggano un numero elevato di malati da altre aree d’Italia, confermandosi centri di riferimento per le cure oncologiche.

Caratteristiche specifiche della lombardia nel panorama nazionale

Lombardia in particolare si posiziona sul podio, ma mostra caratteristiche diverse dalle altre due regioni leader. L’alta domanda di servizi oncologici e la capacità di attrarre pazienti da fuori coinvolgono una rete di ospedali e centri con un sistema organizzativo ancora da ottimizzare. L’impatto economico di questa mobilità influenza i bilanci regionali e sottolinea la domanda crescente di risorse e coordinamenti adeguati.

Le reti oncologiche e la ricerca di un modello più funzionale in lombardia

L’Agenas, l’agenzia nazionale che monitora la sanità, ha pubblicato la sesta indagine sulle reti oncologiche regionali. Questi sistemi sono stati creati per ottimizzare la gestione dei pazienti con tumore, strutturandone i percorsi di cura. Tra le regioni valutate, Lombardia non figura tra le sei con reti considerate totalmente performanti. Al contrario, regioni come Emilia-Romagna, Veneto, Toscana, Lazio, Piemonte e Val d’Aosta ottengono risultati migliori nella gestione integrata.

Punto critico nel sistema lombardo

Il motivo principale risiede nelle caratteristiche peculiari del sistema lombardo. La regione conta numerose eccellenze oncologiche con centri che operano quasi in autonomia. Questi ospedali ad alto volume si concentrano sul soddisfacimento diretto della domanda, interna ed esterna, ma senza una reale integrazione a livello di rete regionale. Questo modello limita l’armonizzazione dei processi e rischia di creare duplicazioni o inefficienze nel percorso dei pazienti.

Le sfide per garantire la sostenibilità delle cure oncologiche in lombardia

Francesco Perrone, presidente dell’Aiom, sottolinea la necessità di una trasformazione organizzativa nel campo dell’oncologia lombarda. Le previsioni di crescita dei pazienti oncologici evidenziano l’urgenza di migliorare l’efficacia delle cure e i controlli. “Senza una riorganizzazione che rendano l’intero sistema più coeso, la sostenibilità a lungo termine rischia di essere compromessa.”

Un modello più performante dovrebbe evitare la frammentazione attuale e promuovere la collaborazione tra centri, anche quelli di spicco. Solo così si possono garantire percorsi di cura uniformi e accessibili. La sfida riguarda non soltanto la regione, ma l’intero sistema sanitario nazionale, che punta a mantenere alto il livello delle cure oncologiche in un momento di crescente domanda e risorse limitate.

Quadro attuale e prospettive future

I dati delineano un quadro in cui Lombardia resta protagonista nazionale per attrattività e volumi di attività oncologica, ma con margini rilevanti di miglioramento organizzativo. La crisi delle reti ospedaliere non dipende dalla qualità delle singole strutture, ma dall’incapacità di struttura un sistema integrato e uniforme. Le prossime mosse delle autorità sanitarie e dei dirigenti ospedalieri definiranno il futuro dell’assistenza oncologica in una regione chiave come la Lombardia.