La scuola di restauro di Botticino è diventata un punto di riferimento nel campo della conservazione artistica, portando avanti un’attività didattica che unisce esperienza pratica e tecnologia all’avanguardia. Dal suo ingresso nel distretto Mind di Milano nell’ottobre 2022, la scuola ha consolidato il proprio ruolo nel formare esperti capaci di intervenire sui beni culturali con metodi innovativi, rispondendo alle esigenze di un mondo in continua trasformazione.
La storia e la crescita della scuola di restauro di Botticino
Fondata nel 1974 grazie al sostegno della Regione Lombardia e dell’Istituto Centrale di Restauro di Roma, la scuola di Botticino ha sempre puntato su un percorso formativo rigoroso combinato con la pratica concreta. Oggi, inserita nel Centro internazionale di formazione e ricerca Valore Italia, si trova nel cuore del nuovo quartiere Mind, dedicato all’innovazione a Milano. Questo trasferimento ha segnato una nuova fase, rafforzando la vocazione interdisciplinare e l’approccio sperimentale delle attività.
Dati sull’occupazione dei neolaureati
I dati sull’occupazione dei neolaureati sottolineano la solidità del percorso: oltre il 90% trova lavoro entro sei mesi dal diploma, mentre a un anno il tasso di assunzione arriva al 100%. Questi numeri non solo confermano la domanda di professionisti preparati, ma riflettono anche l’efficacia della formazione proposta, che combina nozioni teoriche con esperienze sul campo.
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L’uso della tecnologia per uno studio più accurato delle opere d’arte
Un aspetto distintivo della scuola è l’attenzione alla tecnologia applicata al restauro. Tra gli ultimi progetti, spicca l’impiego del robot umanoide cognitivo RoBee, il primo nel suo genere certificato in Italia. Prima di questa fase, gli studenti hanno lavorato insieme ai docenti e al gruppo di ricerca dell’Ircss Ospedale Galeazzi-Sant’Ambrogio su quattro opere d’arte, usando tecniche diagnostiche avanzate come la Tac e le radiografie.
Questi strumenti permettono di ottenere dati dettagliati sulle condizioni interne dei beni culturali, rilevando crepe, usure e alterazioni invisibili a occhio nudo. La possibilità di integrare queste informazioni rende più preciso l’intervento di restauro, contribuendo alla conservazione del patrimonio con interventi meno invasivi e più rispettosi dell’integrità originale.
Interventi meno invasivi grazie alla tecnologia
“La tecnologia è uno strumento che ci permette di comprendere meglio le opere senza danneggiarle, preservandone l’autenticità” affermano i responsabili della scuola, evidenziando l’impegno verso metodi all’avanguardia.
Un modello didattico basato su esperienza concreta e cooperazione con grandi realtà culturali
La scuola si distingue per il modello formativo che privilegia la pratica in situ, oltre l’aula. Ogni studente ha l’opportunità di prendere parte a tirocini in cantieri reali, occupandosi di beni sotto tutela. I luoghi di lavoro sono di grande rilievo, come la Triennale di Milano, il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci, la Veneranda Fabbrica del Duomo e Pirelli HangarBicocca.
Questi tirocini mettono gli allievi a contatto diretto con i problemi e le sfide tipiche del restauro, dai materiali da trattare all’organizzazione degli interventi. Collaborare con istituzioni di rilievo contribuisce a formare una generazione di restauratori pronta a rispondere alle esigenze contemporanee di conservazione effettiva e documentata.
Collaborazioni internazionali e visione aperta al mondo
La scuola di Botticino ha esteso il proprio raggio d’azione oltre i confini italiani. Nel tempo ha stretto rapporti con l’Istituto Italiano di Cultura di Parigi e New York, ed è entrata in contatto con realtà come la Jasi Jordanian Archeology as a Sustainable Industry di Petra, l’Ambasciata d’Italia a Washington DC e l’Università Usek di Beirut in Libano.
Questi legami internazionali arricchiscono le offerte formative, permettendo scambi culturali e conoscenze su diverse tecniche e approcci di conservazione. Inoltre preparano gli studenti a confrontarsi con contesti multiculturali e ambienti di lavoro globali, sempre più frequenti nel mondo della tutela artistica.
Scambi culturali e ritorni formativi
“L’internazionalità amplia gli orizzonti degli studenti, facendoli confrontare con realtà diverse e stimolanti” commentano i coordinatori accademici.
La posizione strategica nel nuovo campus scientifico di milano
La scuola affaccia sul cantiere dove sta nascendo il campus scientifico dell’Università Statale di Milano, un progetto previsto per diventare operativo tra il 2025 e il 2028. Questa vicinanza con nuove realtà accademiche e di ricerca crea ulteriori opportunità di collaborazione e crescita.
La presenza della scuola di restauro in questo contesto mette in evidenza l’importanza di legare il sapere tradizionale a quello scientifico, favorendo sinergie tra discipline per raggiungere livelli più alti di conoscenza e applicazione pratica. Una posizione che anticipa sviluppi interessanti per i professionisti e il territorio.