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La protesta degli ultras dell’inter per i biglietti della finale di champions league a monaco

Gli ultras dell’Inter protestano per l’esclusione dalla vendita dei biglietti per la finale di Champions League a Monaco, evidenziando tensioni con il club e implicazioni legali in corso.

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La finale di Champions League tra Inter e PSG a Monaco è segnata da tensioni: gli ultras dell’Inter, esclusi dall’acquisto dei biglietti per motivi legati a indagini giudiziarie, protestano contro il club chiedendo il diritto di partecipare alla partita. - Unita.tv

La finale di Champions League tra Inter e Psg, in programma sabato 31 maggio all’Allianz Arena di Monaco di Baviera, si avvicina. Eppure, a pochi giorni dall’evento, gli ultras dell’inter vivono una forte frustrazione. Esclusi dalla distribuzione dei codici per acquistare i biglietti, si sono mobilitati per chiedere di poter partecipare alla partita più attesa della stagione. Questa vicenda mette in luce uno scontro tra la tifoseria popolare nerazzurra e la società, con implicazioni legate a indagini giudiziarie in corso.

La protesta degli ultras sotto la sede dell’inter a milano

Nella mattinata del 29 maggio 2025, un gruppo di ultras nerazzurri si è radunato sotto la sede dell’Inter, in Viale della Liberazione a Milano, per manifestare il proprio dissenso contro la gestione dei biglietti per la finale di Champions. La decisione del club di non fornire loro i codici necessari all’acquisto ha scatenato la mobilitazione. Gli ultras hanno chiesto ufficialmente, attraverso un confronto diretto con la dirigenza, di essere inclusi nella vendita dei tagliandi.

L’intervento legale

La protesta non è stata improvvisata. L’avvocato Mirko Perlino, noto per difendere tanti ultras interisti coinvolti in vicende giudiziarie, ha presentato istanze formali non solo al club, ma anche a Questura, Procura e Tribunale. Si tratta di una richiesta che punta a riconoscere il diritto degli ultras a partecipare alla finale, senza discriminazioni.

Questa mattina, poco prima della conferenza stampa di Inzaghi ad Appiano Gentile, è apparso uno striscione in ricordo della protesta e dell’invito rivolto sia al club che agli altri tifosi. Dietro la manifestazione, c’è il desiderio di dare voce a chi ha sempre seguito l’Inter in casa e in trasferta, ma che ora si trova tagliato fuori dalla partita di Monaco.

I criteri ristretti per la distribuzione dei biglietti e le tensioni con il club

La società nerazzurra ha deciso di assegnare i codici d’acquisto dando priorità agli abbonati decennali e ai membri degli Inter Club Ufficiali. Questo metodo ha sollevato critiche dalla Curva Nord, dove molti tifosi “storici” si sono sentiti esclusi. Alcuni di loro, infatti, pur seguendo con continuità la squadra, hanno abbonamenti meno recenti o hanno interrotto l’abbonamento per una o due stagioni. Questo ha impedito loro di partecipare alla vendita dei biglietti, senza distinzione tra chi sostiene l’Inter da sempre e chi risulta tesserato da meno tempo.

A differenza degli anni passati, l’Inter non ha accettato incontri informali con la tifoseria organizzata. Gli ultras hanno specificato che la loro richiesta non riguarda sconti o privilegi: intendono acquistare i biglietti al prezzo ufficiale stabilito dalla società. La questione è tutta legata al riconoscimento di un diritto di partecipazione.

Dietro la scelta della dirigenza si intravede l’influenza dell’inchiesta “doppia curva”, che ha fatto emergere una rete di affari illeciti gestiti dai capi ultras di Inter e Milan. Gli arresti e le accuse sarebbero una delle cause della rigidità nell’assegnazione delle tessere per la finale. Lo stacco tra club e Curva Nord è ormai evidente, e si riflette su momenti simbolici come la partita a Monaco.

Il blocco dopo la finale 2023

L’inchiesta “doppia curva”, partita dopo la finale di Champions League 2023 tra Inter e Manchester City a Istanbul, ha svelato un sistema di rivendita illecita dei biglietti orchestrato da alcuni leader ultras della Curva Nord Nerazzurra e della Curva Sud Rossonera. Secondo gli atti, in quella partita i capi ultras avrebbero ricavato circa 800mila euro tramite la rivendita non autorizzata.

Questo giro di affari ha attirato l’attenzione degli inquirenti e ha portato a numerosi arresti e provvedimenti restrittivi. Da allora, molte misure sono state prese per impedire il ripetersi di situazioni simili. Tra queste, c’é il controllo più stretto sull’assegnazione dei biglietti per partite di alto rischio e grande richiamo.

La società Inter, nel tentativo di isolare e limitare il fenomeno, ha adottato criteri più severi nelle vendite. Gli ultras, coinvolti indirettamente in queste difficoltà, subiscono le conseguenze in prima persona. L’assenza dei capi storici e l’inasprimento dei controlli hanno spinto la Curva Nord a una protesta pubblica per ribadire il proprio ruolo tra i sostenitori nerazzurri.

Questa situazione rappresenta un punto di tensione aperto tra la società, le forze dell’ordine e la tifoseria. La finale di Monaco si sta trasformando in uno specchio delle difficoltà che attraversano da tempo la relazione tra club e Curva Nord, segnata dalle inchieste e dalle tensioni sociali legate al tifo organizzato.