Nel processo che vede imputato Riccardo Chiarioni, giovane accusato del triplice omicidio della propria famiglia avvenuto tra il 31 agosto e il primo settembre 2024 a Paderno Dugnano, la procura per i minorenni di Milano ha formulato una richiesta di condanna a 20 anni. Il caso ha attirato grande attenzione per la gravità dei fatti e l’età dell’imputato al momento del crimine.
Dettagli sull’omicidio avvenuto nella villetta di paderno dugnano
La notte tra il 31 agosto e il primo settembre dello scorso anno, Riccardo Chiarioni, allora diciassettenne, è accusato di aver ucciso con oltre cento coltellate padre, madre e fratello dodicenne all’interno della loro abitazione situata in un quartiere residenziale di Paderno Dugnano, comune nell’area metropolitana milanese. Le modalità del delitto sono state particolarmente cruente e hanno suscitato sgomento nella comunità locale.
Le indagini hanno evidenziato come l’attacco sia stato portato con estrema violenza e determinazione contro ogni membro della famiglia presente in casa. L’episodio ha scosso profondamente non solo gli abitanti della zona ma anche l’opinione pubblica nazionale data la giovane età dell’autore dei fatti.
Processo abbreviato davanti al tribunale per i minorenni
Il procedimento giudiziario si sta svolgendo con rito abbreviato presso il tribunale per i minorenni di Milano. La scelta del rito abbreviato consente un giudizio più rapido basandosi sugli elementi raccolti durante le indagini preliminari senza passare attraverso un dibattimento ordinario.
Valutazione dello stato mentale di chiarioni
Durante l’udienza è stata discussa anche la valutazione dello stato mentale dell’imputato al momento degli eventi. Una consulenza psichiatrica ha rilevato un vizio parziale di mente che potrebbe influire sulla responsabilità penale ma non annullarla completamente secondo quanto sostenuto dalla procura.
Richiesta della procura: prevalenza delle aggravanti sulla capacità mentale
La procura ha chiesto una condanna a venti anni ritenendo che le aggravanti contestate – fra cui figura anche la premeditazione – superino l’incapacità parziale accertata nel ragazzo ora maggiorenne. La gravità delle azioni compiute viene quindi sottolineata come elemento decisivo nel definire la pena da infliggere.
Secondo gli inquirenti, infatti, la pianificazione degli omicidi sarebbe stata sufficiente a escludere qualsiasi attenuante legata alla salute mentale ridotta o alterata al momento dei fatti. Questo posizionamento mira ad evitare una diminuzione significativa della pena prevista.
Posizione della difesa
Dall’altra parte, il difensore Amedeo Rizza si è opposto fermamente alla tesi dell’accusa chiedendo il proscioglimento integrale del suo assistito. La linea difensiva punta sull’incapacità totale riconosciuta nella relazione psichiatrica, affermando che Riccardo Chiarioni non fosse pienamente consapevole delle proprie azioni quando commise i reati.
Questa posizione presuppone quindi uno scenario nel quale lo Stato dovrebbe intervenire attraverso misure terapeutiche piuttosto che tramite sanzioni detentive ordinarie. L’avvocato Rizza sostiene inoltre che questa prospettiva rispetti meglio tanto le norme vigenti in materia quanto lo sviluppo psicologico attuale dell’ex minorenne.
Attesa per la sentenza fissata nel pomeriggio odierno
La decisione finale sul caso verrà emessa dal tribunale minorile durante l’udienza prevista nel pomeriggio dello stesso giorno. Tutte le parti coinvolte attendono con attenzione questo momento cruciale dopo mesi d’indagine ed esame approfondito delle prove.
L’esito potrà segnare un precedente importante nelle procedure relative ai reati commessi da giovani vicini alla maggiore età, specialmente quando si tratta di episodi gravi come quello verificatosi a Paderno Dugnano.