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La procura mantiene l’accusa di truffa per la ministra del turismo daniela santanchè nel caso visibilia

Il procedimento giudiziario contro la ministra del turismo Daniela Santanchè riguarda una presunta truffa ai danni dell’Inps per la gestione della cassa integrazione durante il Covid, coinvolgendo anche le società Visibilia.

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Il procedimento giudiziario coinvolge la ministra Daniela Santanchè per una presunta truffa ai danni dell’Inps legata alla gestione della cassa integrazione durante la pandemia, con indagini su società e persone vicine a lei. - Unita.tv

Il procedimento giudiziario che coinvolge la ministra del turismo Daniela Santanchè si concentra su una presunta truffa ai danni dell’Inps, riguardante la gestione della cassa integrazione nel periodo più critico della pandemia. L’indagine riguarda i dipendenti delle società Visibilia Editore e Visibilia Concessionaria, legate all’imprenditrice e politica. Questa vicenda, che coinvolge anche altre persone, sta aprendo scenari giudiziari importanti sul modo in cui è stata gestita la cassa integrazione durante l’emergenza Covid.

La posizione degli imputati e la difesa sulle audizioni dei dipendenti

Tra gli imputati figurano due società, Visibilia Editore e Visibilia Concessionaria, oltre a quattro persone tra cui Dimitri Kunz, compagno di Santanchè. Un nodo della difesa ha riguardato le modalità con cui sono stati sentiti i dipendenti in cassa integrazione. I legali hanno sostenuto che questi lavoratori avrebbero dovuto partecipare alle indagini come testimoni assistiti da avvocati, poiché potenziali indagati a loro volta.

La giudice Tiziana Gueli ha però respinto anche questa eccezione, stabilendo che non vi erano i presupposti per considerare i lavoratori parte di un procedimento penale, ma semplicemente persone ascoltate nel corso delle indagini. Questa decisione stabilisce inoltre che l’inchiesta punta a concentrarsi sui responsabili della presunta truffa e non sui dipendenti che erano semplicemente destinatari della cassa integrazione.

Questo punto è cruciale per il prosieguo del processo, poiché chiarisce il perimetro delle responsabilità e l’impostazione degli interrogatori.

La conferma dell’accusa: truffa e non indebita percezione di fondi pubblici

Diverse difese durante l’udienza preliminare hanno cercato di modificare la natura dell’accusa nei confronti di Santanchè e delle altre parti coinvolte. Lo scopo era di trasformare il capo d’imputazione da truffa ai danni dello Stato in un’accusa meno grave di indebita percezione di erogazioni pubbliche. La giudice per l’udienza preliminare Tiziana Gueli, però, ha respinto questa richiesta. La decisione conferma che, secondo l’accusa, si tratta di un danno concreto all’Inps, e quindi allo Stato, attraverso un’appropriazione indebita di fondi destinati alla cassa integrazione durante il Covid.

Il mantenimento dell’accusa di truffa orienta il procedimento verso un inasprimento della responsabilità delle persone coinvolte. Questo atteggiamento della magistratura segnala una volontà di approfondire il ruolo di Santanchè e degli altri imputati in un periodo delicato, in cui le risorse pubbliche erano finalizzate ad aiutare le imprese e i lavoratori in difficoltà.

L’interrogatorio dell’ex consulente paolo giuseppe concordia

Tra i momenti più rilevanti dell’udienza c’è stato l’esame in aula di Paolo Giuseppe Concordia, ex collaboratore esterno legato al gruppo Visibilia. Concordia è stato l’unico imputato a farsi interrogare direttamente dai pm dopo la chiusura del filone d’indagine relativo alla cassa integrazione nel gruppo.

Durante il suo intervento in aula, Concordia ha spiegato di essersi occupato in prima persona della gestione dei pagamenti dei dipendenti e della stessa cassa integrazione nel periodo della pandemia. Ha sottolineato come le normative fossero poco chiare all’epoca, con continui cambiamenti e una situazione di confusione tra smart working e strumenti di sostegno ai lavoratori.

Concordia ha dichiarato: «Le decisioni sui pagamenti ai dipendenti, compreso il capitolo della cassa integrazione, le gestivo io, me ne sono occupato io della Cig». Questo dettaglio mette in luce la sua posizione di responsabilità operativa, lasciando aperti interrogativi sulle scelte fatte e sulla corretta applicazione delle norme.

Il contesto giudiziario più ampio per santanchè e visibilia

Daniela Santanchè è già coinvolta in un altro procedimento, insieme ad altre sedici persone, per falso in bilancio legato sempre al gruppo Visibilia. Quel processo in corso sta incontrando rallentamenti perché i giudici chiedono ai pm di specificare in modo più chiaro i dettagli delle imputazioni.

In questo nuovo filone sulla cassa integrazione, per ora l’indagine segue un percorso che mette in evidenza presunte irregolarità precise. La ministra, assistita dai suoi legali, potrebbe decidere di sottoporsi a interrogatorio. Ogni decisione in tal senso sarà importante per chiarire gli aspetti contestati e dare un quadro più definito sul suo ruolo diretto o indiretto nella gestione delle risorse pubbliche.

La vicenda continua a interessare anche l’opinione pubblica, specie in un momento in cui la trasparenza nella gestione dei fondi pubblici resta al centro del dibattito politico e sociale.