La procura generale del Piemonte rinuncia al ricorso contro i proscioglimenti per l’inquinamento a Torino

La Procura generale del Piemonte rinuncia al ricorso in appello per sette ex amministratori di Torino, tra cui Sergio Chiamparino, Chiara Appendino e Piero Fassino, prosciolti dall’accusa di responsabilità sull’inquinamento atmosferico.
La Procura generale del Piemonte ha rinunciato all’appello nel processo per inquinamento atmosferico a Torino, confermando il proscioglimento di sette ex amministratori, tra cui Chiamparino, Appendino e Fassino. - Unita.tv

La vicenda giudiziaria che coinvolge sette ex amministratori di Torino, fra cui l’ex presidente della regione Sergio Chiamparino e gli ex sindaci Chiara Appendino e Piero Fassino, ha avuto un nuovo sviluppo dal tribunale piemontese. Dopo le decisioni iniziali di proscioglimento, la Procura generale del Piemonte ha scelto di non proseguire il percorso di appello nel procedimento legato all’inquinamento atmosferico che ha interessato la città.

La decisione della procura generale

Il 2025 ha visto la Procura generale del Piemonte rinunciare formalmente al ricorso in appello contro il proscioglimento di sette amministratori autorizzato in primo grado. La decisione è stata ufficializzata in aula dal procuratore generale Lucia Musti, che si è presentata personalmente davanti alla Corte per comunicare tale scelta. La rinuncia fa riferimento al procedimento giudiziario aperto per valutare eventuali responsabilità politiche sulle condizioni dell’aria a Torino.

La rinuncia al ricorso ha portato la Corte ad accogliere la richiesta di dichiarare il ricorso stesso “inammissibile”. Questa definizione tecnica indica che il tentativo di riproporre il caso davanti a una giurisdizione superiore non ha trovato fondamento per proseguire il giudizio. Un passo legale che chiude momentaneamente la questione sotto il profilo dell’accusa, almeno in questa fase processuale.

Il procedimento e i proscioglimenti originari

Prima di arrivare al ricorso e alla sua rinuncia, il giudice del tribunale, Roberto Ruscello, aveva emesso un’ordinanza di proscioglimento nei confronti dei sette imputati. Tra questi figurano personaggi di rilievo politico, come Chiamparino, Appendino e Fassino, tutti già noti per ruoli di primo piano nella città di Torino e nella regione Piemonte.

Il proscioglimento era stato disposto durante l’udienza predibattimentale, chiarendo che le accuse formulate contro di loro non avevano trovato riscontro sufficientemente solido per sostenere un processo vero e proprio. In quel momento la difesa aveva ottenuto una vittoria significativa, con la sospensione di ogni accusa formale nei confronti degli amministratori.

Il contesto dell’inchiesta sull’inquinamento atmosferico a torino

L’indagine giudiziaria in questione si concentra sulle condizioni ambientali di Torino, città che negli ultimi anni ha registrato livelli di inquinamento dell’aria tra i più elevati in Italia. L’attenzione si era rivolta alle responsabilità amministrative e politiche dietro le strategie e le azioni adottate contro il fenomeno, alla luce di obblighi di legge e di piani regionali e comunali.

L’inquinamento atmosferico ha rappresentato un problema ambientale e sanitario notevole, oggetto di dibattito pubblico e controversie politiche. Il coinvolgimento di chi ha guidato Torino e la Regione Piemonte negli ultimi anni ha generato un interesse forte attorno al procedimento giudiziario.

Le reazioni e le implicazioni per la città

La decisione della Procura generale ha suscitato attenzione nel panorama politico e civico di Torino. Mentre alcuni osservatori ricordano la complessità di attribuire responsabilità legali in materia ambientale, altri evidenziano come la vicenda sottolinei le difficoltà per la pubblica amministrazione nel rispondere a emergenze ambientali così complesse.

In assenza di un ulteriore grado di giudizio, il proscioglimento determina una chiusura legale che però lascia aperte le questioni tecniche e politiche legate all’inquinamento atmosferico. Le politiche ambientali della regione e del Comune continuano quindi a essere un tema di forte interesse per la cittadinanza e per chi si occupa di salute pubblica.

Il percorso giudiziario ha fatto luce su alcuni aspetti gestionale-amministrativi ma non ha risolto le crescenti preoccupazioni legate alla qualità dell’aria. A Torino, la lotta contro l’inquinamento resta una priorità, fra attese di nuove strategie e pressioni da parte della società civile.