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La procura di milano chiede pene fino a 6 anni per gli imputati anarchici della manifestazione di febbraio 2023

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Undici persone legate all’area anarchica rischiano condanne fino a sei anni per resistenza, danneggiamenti e travisamenti durante la manifestazione dell’11 febbraio 2023 a Milano in sostegno di Alfredo Cospito. - Unita.tv
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L’inchiesta riguardante la manifestazione del 11 febbraio 2023 a Milano ha portato alla richiesta di condanne per 11 persone legate all’area anarchica. La protesta, organizzata in sostegno di Alfredo Cospito, ha sollevato accuse di resistenza aggravata, danneggiamenti e travisamenti. La procura ha avanzato richieste di pena che variano da qualche mese fino a sei anni di reclusione.

Il contesto della manifestazione dell’11 febbraio 2023 a milano

L’11 febbraio 2023, nel capoluogo lombardo, si è svolta una manifestazione organizzata a favore di Alfredo Cospito, figura nota nel mondo anarchico. L’evento ha visto la partecipazione di numerosi attivisti, che hanno fatto sentire la propria voce in strada. Durante il corteo si sono verificati momenti di tensione con le forze dell’ordine. Gli scontri hanno portato a episodi di resistenza nei confronti degli agenti impegnati nel mantenimento dell’ordine pubblico.

In particolare, alcune azioni di danneggiamento di proprietà pubbliche e private sono state segnalate dalle autorità. Anche il travisamento tramite maschere o coperture del viso è stato oggetto di contestazione. Questi elementi hanno fatto scattare le indagini coordinate dalla procura di Milano, che hanno individuato diverse persone coinvolte nelle condotte illecite.

Il clima di protesta in città

Il clima di protesta si inseriva in un quadro di tensioni già presenti nella città, dove gruppi anarchici avevano mostrato attivismo più volte negli ultimi anni. La manifestazione del febbraio 2023 ha funzionato da banco di prova per le forze dell’ordine e la magistratura impegnate a contenere eventuali escalation violente.

Le accuse della procura e le pene richieste per gli imputati

La procura di Milano, con il pm Francesca Crupi e il collega Leonardo Lesti, ha formulato diverse accuse a carico degli 11 imputati. Le contestazioni principali riguardano la resistenza aggravata nei confronti delle forze dell’ordine. Questo reato si riferisce a gesti di opposizione e violenza compiuti durante l’intervento dei poliziotti.

Oltre a questo, la ricostruzione degli inquirenti evidenzia danni provocati a strutture pubbliche e private, fatti attribuiti agli imputati come atti di danneggiamento. Anche il travisamento, cioè la copertura del volto per impedire l’identificazione durante la manifestazione, costituisce un elemento aggravante secondo la legge.

Le pene richieste

Per i vari imputati, la procura ha avanzato richieste diverse in base al ruolo e alla gravità attribuita a ciascuno. Le pene proposte vanno dai sei mesi fino ai sei anni di carcere. Nei confronti di alcuni è stata chiesta una pena inferiore, tra i tre e i quattro anni, mentre per altri si punta a sanzioni più severe.

Questa diversificazione fa intendere una valutazione particolare dei singoli comportamenti durante la manifestazione. La magistratura ha intenzione di perseguire con fermezza chi ha agito in modo violento o ha ostacolato le operazioni di polizia.

La situazione degli imputati e le misure restrittive adottate

Prima del processo, sei partecipanti alla manifestazione erano già stati sottoposti all’obbligo di dimora. Questa misura impone loro di non allontanarsi da una certa area e serve a limitare i rischi di ulteriori episodi violenti o di fuga. L’obbligo di dimora è una forma di restrizione meno severa rispetto alla detenzione in carcere, ma rappresenta comunque un vincolo importante.

L’applicazione di questa misura preventiva lascia intendere come la magistratura abbia considerato la pericolosità e la responsabilità degli indagati. Per gli altri imputati che non avevano questa limitazione, la richiesta della procura di pene fino a sei anni segna un passaggio cruciale nelle indagini.

Il processo davanti al tribunale di milano

Il processo si sta svolgendo davanti al Tribunale di Milano, un momento decisivo per definire le responsabilità penali di chi ha preso parte alla protesta. Nel frattempo, il mondo anarchico continua a osservare con attenzione gli sviluppi della vicenda che coinvolge alcuni dei suoi esponenti più noti.

Questa situazione riflette in parte il clima complicato che circonda le manifestazioni estremiste in città come Milano, dove le autorità cercano di bilanciare il diritto di protesta con la necessità di mantenere la sicurezza pubblica. Lo stato di attesa resta alto in vista della sentenza, che farà luce sulle responsabilità penali di chi ha preso parte alla manifestazione del 2023.

Written by
Davide Galli

Davide Galli scrive per capire, non solo per raccontare. Blogger dallo stile asciutto e riflessivo, attraversa i temi di cronaca, politica, attualità, spettacolo, cultura e salute con uno sguardo mai convenzionale. Nei suoi articoli c’è sempre una domanda aperta, un invito a leggere tra le righe e a non fermarsi alla superficie.

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