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La nuova ondata di violenza criminale nel sud del Lazio: sequestri e traffici gestiti da narcos albanesi

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Violenza e sequestri nel sud Lazio, narcos albanesi nel mirino. - Unita.tv
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Il sud della provincia di Roma si conferma area di scontri violenti tra clan criminali, con episodi di sequestri e intimidazioni che hanno riacceso l’allarme sicurezza. I gruppi albanesi, ormai radicati nel territorio, hanno trasformato zone come Aprilia, Velletri e Lanuvio in piazze di spaccio sotto la loro stretta. Scene di violenza brutale, riprese in video finiti nelle mani della polizia, rivelano la spietatezza delle strategie messe in atto per mantenere il controllo delle rotte della droga e schiacciare ogni opposizione.

Il contesto territoriale: dal crimine sommerso a operazioni violente sotto gli occhi di tutti

L’area a sud di Roma non è nuova a fenomeni di criminalità, tutt’altro. Ma l’intensificarsi degli episodi fa emergere un quadro più preoccupante rispetto al passato. In un territorio già segnato da precedenti infiltrazioni mafiose, oggi le organizzazioni straniere — in particolare gruppi albanesi — impongono la loro presenza senza più nascondersi. Le piazze di spaccio sono diventate un patrimonio conteso e per questo non si esitano a mettere in atto rapimenti e aggressioni.

Le strade che collegano Aprilia, Velletri e Lanuvio sono diventate teatro di un confronto diretto e violento. Questa zona, agricola e periferica, presenta caratteristiche che facilitano l’insediamento di gruppi criminali: minor presenza di forze dell’ordine rispetto alle città, e un tessuto socioeconomico fragile. Il controllo dei punti di spaccio di droga assicura ricchezze ingenti e influenza radicata sulle comunità locali.

Un video choc svelato dalle indagini: le immagini dei sequestri usate come arma di terrore

Le indagini coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia si sono concentrate su alcuni episodi avvenuti a giugno 2024. Alcuni cittadini dominicani, fermati a Cassino, erano in possesso di filmati che documentano un sequestro sanguinoso: urla disperate, pestaggi brutali e un colpo di pistola esploso a distanza ravvicinata contro una vittima.

Queste immagini hanno confermato che i sequestri non sono eventi casuali, ma atti mirati per recuperare crediti e intimidire chi tenta di sottrarsi alle regole imposte dai narcotrafficanti. L’uso della violenza estrema serve anche a raccogliere informazioni sulle attività concorrenti e sulla distribuzione delle “piazze” da controllare.

Questo tipo di crudeltà ha lo scopo di consolidare un deterrente tangibile verso chiunque provi a intralciare gli interessi criminali o a sottrarre mercati. Il video trovato conferma una realtà cruda: non solo traffici di droga, ma una strategia basata su paura e sopraffazione visibile e ripetuta.

I protagonisti e i legami con la criminalità organizzata: il ruolo di Alban Cjapi e vecchie reti criminali romane

Dietro le pesanti denunce e le sequenze filmate emerge la figura di Alban Cjapi, noto agli investigatori come imprenditore di Velletri con precedenti legami con la criminalità albanese. È ritenuto il regista di questa rete criminale che richiama figure già note come Elvis Demce ed Ermal Arapaj, finiti più volte sotto la lente d’ingrandimento delle forze dell’ordine.

In passato, intercettazioni avevano collocato Cjapi in operazioni di spaccio legate a locali come negozi compro oro in zone limitrofe come Giulianello. Questi ambienti, apparentemente lontani dal crimine palese, diventano invece punti di incontro per trattative illecite e movimentazioni di droga.

Oggi quelle stesse reti sembrano attive e consolidate, arricchite da una nuova vitalità e una prontezza nel rispondere con violenza a qualsiasi sfida. I gruppi albanesi, in particolare, sfruttano connessioni internazionali per imporsi. Lo scenario delineato dalla DDA è quello di un crimine organizzato che non si nasconde più ma marca il territorio con aggressioni dirette.

Impatto sociale e sfida per le forze dell’ordine: una guerra a cielo aperto nel cuore del Lazio

Il diffondersi della violenza criminale in aree periferiche del Lazio sconvolge le comunità. Il sentimento comune è di paura e insicurezza. La presenza di bande armate che agiscono con arresti, intimidazioni e sequestri alimenta un clima di tensione. In questi luoghi, la normale vita quotidiana viene bloccata da attentati e scontri.

Le forze dell’ordine hanno intensificato i controlli, ma il terreno resta complicato. I territori coinvolti sono ampi, spesso poco presidiati e coinvolti in un fenomeno di infiltrazione transnazionale particolarmente radicato. Per affrontare questa escalation si richiedono interventi incisivi, coordinati e continui.

Il territorio continua a convivere con l’ombra del crimine armato. Il sud del Lazio mostra quindi il volto di una realtà problematica, non chiusa in un passato remoto ma attuale e in rapido sviluppo. Gli episodi delle ultime settimane confermano che la criminalità organizzata si fa strada senza maschere, pronta a colpire e controllare ogni territorio con qualsiasi mezzo.

Ultimo aggiornamento il 27 Luglio 2025 da Rosanna Ricci

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Rosanna Ricci

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