La musicoterapia entra negli hospice pugliesi con il progetto note di speranza a tricase
In Puglia, il progetto “Note di Speranza” all’hospice Casa di Betania a Tricase integra la musicoterapia nelle cure palliative, migliorando la qualità della vita dei pazienti con malattie gravi.

Il progetto "Note di Speranza" a Tricase integra la musicoterapia nelle cure palliative dell’hospice Casa di Betania, offrendo sollievo emotivo e fisico ai pazienti con malattie gravi in Puglia. - Unita.tv
Negli ultimi tempi la Puglia ha visto crescere l’attenzione verso le cure palliative, un tipo di assistenza che punta a migliorare la vita di chi affronta malattie gravi e senza possibilità di guarigione. Fra le iniziative più rilevanti c’è l’introduzione della musicoterapia negli hospice, un approccio che sfrutta la musica come strumento terapeutico. A Tricase, presso l’hospice Casa di Betania, è nato il progetto “Note di Speranza”, che unisce musica e cure palliative per alleviare sofferenze e ansie. Questo articolo esplora i dettagli di questa iniziativa, le realtà coinvolte e il contesto delle cure palliative nel territorio pugliese.
Un nuovo percorso di musicoterapia all’hospice casa di betania
Il 25 maggio 2025, all’hospice Casa di Betania di Tricase, è stato presentato “Note di Speranza”, un progetto pensato per utilizzare la musicoterapia come parte delle cure palliative. L’iniziativa è stata lanciata durante la XXIV Giornata del Sollievo, giornata dedicata a valorizzare la musica come mezzo terapeutico nella cura del dolore e del disagio.
Descrizione del programma
Il programma prevede due sessioni giornaliere: una al mattino dalle 9:30 alle 11:30 e una nel pomeriggio dalle 16:00 alle 18:00. In queste ore, i pazienti hanno accesso a momenti di ascolto e interazione con la musica che accompagnano i trattamenti tradizionali. La musica serve per attenuare il dolore e l’ansia, e per aiutare le persone a ristabilire un senso di calma e serenità.
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Durante la cerimonia di inaugurazione è stata intitolata una sala musicale a Vincenzo Maccagnani, artista che ha composto l’ultimo suo brano proprio durante la permanenza in hospice. Il pezzo “Le cose che non mi piacciono di te” è stato proiettato in video, accompagnato da una performance dal vivo di Giacomo Contaldo e Gemma Russo. Questo momento ha messo in luce l’effetto emozionale della musica come sostegno agli stati d’animo dei pazienti, dando concretezza al valore terapeutico del progetto.
Investimenti e nuovi hospice in puglia
La regione Puglia ha registrato un crescente interesse per le cure palliative, che si concentra sull’assistenza a chi soffre di patologie irreversibili. Recentemente è stato approvato l’avvio di un nuovo hospice a Latiano, in provincia di Brindisi, con 24 posti letto dedicati esclusivamente a chi necessita di assistenza palliativa. Questa struttura aiuterà a dare risposta alle esigenze dei pazienti e a sostenere le famiglie in momenti delicati.
L’impegno della Puglia riflette la crescente consapevolezza locale e nazionale sui benefici di modelli assistenziali pensati per la cura della sofferenza. L’Italia è riconosciuta in Europa per la qualità delle sue cure palliative. Eventi come la conferenza nazionale tenutasi a Milano il 13 maggio 2025 offrono occasione di scambio tra medici, psicologi e professionisti attivi in questo campo. Questi incontri favoriscono il miglioramento continuo delle pratiche assistenziali.
Come la musica supporta i pazienti nelle fasi avanzate della malattia
La musicoterapia impiega la musica per agire sul benessere fisico, emotivo e sociale di chi soffre. Nel contesto delle cure palliative, queste sedute aiutano a calmare il dolore, ridurre ansia e depressione, favorendo una migliore qualità della vita. La musica diventa un canale di espressione che supera spesso i limiti della comunicazione verbale, creando momenti di conforto profondo.
Questa disciplina è ormai inserita nelle linee guida nazionali per le cure palliative, che suggeriscono di affiancare alla terapia medica anche approcci come la musicoterapia. In Italia si sta riconoscendo quanto questo intreccio di metodologie dia risposte più complete ai bisogni delle persone negli ultimi stadi della vita.
Ruolo di fondazioni, musicisti e operatori sanitari dietro note di speranza
Il progetto “Note di Speranza” è frutto di una collaborazione tra la Pia Fondazione di Culto e Religione Cardinale Panico, gestore dell’hospice Casa di Betania, e diversi professionisti tra musicisti e operatori sanitari. Questo lavoro comune punta a realizzare esperienze che combinino la scienza delle cure con il linguaggio emotivo della musica.
I musicisti coinvolti, come Giacomo Contaldo e Gemma Russo, hanno partecipato attivamente fin dall’apertura, portando la loro arte a sostegno dei pazienti. La dedica della sala musicale a Vincenzo Maccagnani rappresenta un riconoscimento al potere della musica di resistere alle difficoltà e di offrire una speranza anche nei momenti più complicati. Il loro contributo mostra come la musica possa accompagnare un cammino di sofferenza con delicatezza e attenzione.
Ostacoli e prospettive future per la musicoterapia nelle cure palliative
Nonostante i progressi, l’inserimento stabile della musicoterapia nel sistema sanitario incontra ostacoli concreti. Uno riguarda la formazione specifica dei musicoterapeuti che operano con pazienti in condizioni critiche, che richiede competenze precise e aggiornate. Senza preparazione adeguata, il potenziale terapeutico rischia di non venire sfruttato completamente.
Un altro tema sensibile è la disponibilità di risorse economiche per ampliare e mantenere programmi simili. La cura dei malati gravi necessita di investimenti che solo alcune realtà riescono a garantire. Dall’altra parte però c’è una spinta politica che in Italia, anche a livello regionale, lavora per potenziare l’assistenza palliativa e sostenere iniziative come “Note di Speranza”. Il futuro vedrà probabilmente un consolidamento di questi modelli che integrano arte e cura.
Il progetto note di speranza è una tappa importante nel cammino delle cure palliative in Puglia. Unisce sofferenza e musica, dolore e parola melodica, per offrire un sollievo concreto tramite una via meno convenzionale ma significativa. I protagonisti e le istituzioni coinvolte perseguono un obiettivo chiaro: “affiancare i pazienti con strumenti che rispondano non solo ai sintomi fisici, ma anche a quelli più sottili dell’anima”. L’esperienza di Tricase potrà diventare esempio stimolante per altre realtà che cercano nuove forme di cura e sostegno.