La trasmissione “Le Iene” ha recentemente riacceso i riflettori su uno dei casi più misteriosi e tragici della cronaca italiana: la morte dei fratellini Ciccio e Tore, avvenuta a Gravina. Nonostante siano passati anni dall’accaduto, il caso continua a sollevare interrogativi e a far emergere nuove testimonianze. Al centro delle indagini c’è ancora una volta il padre dei ragazzi, Filippo Pappalardi, la cui posizione è stata a lungo scrutinata, ma che è stato prosciolto da ogni accusa. La mancanza di certezze e colpevoli rende la situazione ancora più angosciante.
La misteriosa morte di Ciccio e Tore
I corpi di Ciccio e Tore sono stati rinvenuti dopo 17 mesi dalla loro scomparsa, in un pozzo, e le indagini iniziali avevano suggerito che la loro morte potesse essere stata causata da una caduta accidentale. Tuttavia, il fatto che non sia stato trovato alcun DNA sulla scena del crimine e sui corpi ha alimentato ulteriori dubbi. Le autorità hanno esaminato a lungo la posizione di Pappalardi, ma nonostante le indagini approfondite, non è emersa alcuna prova concreta che potesse incriminarlo. Questo ha portato a una situazione di stallo, in cui la verità rimane sfuggente e i familiari delle vittime continuano a cercare risposte.
La testimonianza di Carlo De Marino
Un elemento chiave nelle indagini è stata la testimonianza di Carlo De Marino, un amico di Ciccio e Tore. De Marino ha affermato che la sera della scomparsa, Pappalardi avrebbe prelevato i ragazzi mentre giocavano in piazza. Tuttavia, questa affermazione è stata smentita da altri testimoni, Vito Mastrolillo e Mirko Porzia, che erano presenti quella sera e hanno confermato di essere stati in compagnia dei fratellini. Successivamente, De Marino ha ritrattato la sua testimonianza, affermando che il suo ricordo si riferiva a un altro giorno. Questa confusione ha sollevato ulteriori interrogativi sulla credibilità delle sue affermazioni e ha contribuito a complicare ulteriormente il caso.
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Le nuove rivelazioni e le ombre sul passato
Recentemente, un nuovo testimone ha contattato “Le Iene”, rivelando di aver vissuto un episodio inquietante legato a De Marino. Questo testimone, che oggi ha un’età simile a quella che avrebbero i due fratellini, ha raccontato di una sera in cui De Marino, visibilmente ubriaco, si sarebbe mostrato molto emotivo, affermando di sentirsi in colpa per non aver aiutato i ragazzi. Queste dichiarazioni, sebbene non confermate, aggiungono un ulteriore strato di mistero e complessità al caso, suggerendo che potrebbero esserci stati altri fattori in gioco quella notte.
Le opinioni di Luigi Liguori
Luigi Liguori, ex capo della squadra mobile di Bari, ha espresso la sua convinzione sulla colpevolezza di Pappalardi, definendolo un “psicopatico”. Secondo Liguori, i ragazzi avrebbero tentato di fuggire dal padre, ma sarebbero tragicamente caduti nel pozzo. Tuttavia, è importante notare che queste affermazioni non sono supportate da prove concrete e sono state smentite dalle sentenze. Liguori ha anche criticato le indagini, sostenendo che si siano concentrate esclusivamente sulle responsabilità di Pappalardi, senza considerare altre piste che avrebbero potuto portare a una verità diversa.
La questione rimane aperta e il mistero attorno alla morte di Ciccio e Tore continua a suscitare interesse e preoccupazione. Con nuove testimonianze che emergono e vecchie affermazioni che vengono riconsiderate, la ricerca della verità su questo tragico evento è lungi dall’essere conclusa.