
Un incendio ha distrutto la facoltà di Agraria dell’Università della Tuscia a Viterbo; la ministra Anna Maria Bernini ha visitato il sito, promettendo un intervento rapido per la ricostruzione senza interrompere le attività didattiche. - Unita.tv
L’incendio che ha distrutto la facoltà di Agraria dell’Università della Tuscia ha mobilitato ieri istituzioni e istituti. Oggi la ministra dell’Università e della ricerca, Anna Maria Bernini, ha fatto visita al sito e al rettorato di Viterbo. Ha assicurato impegno immediato per riportare l’ateneo al funzionamento completo senza interruzioni, attivando risorse ministeriali e sfruttando finanziamenti già disponibili. L’attenzione si concentra ora sul recupero rapido degli spazi e sull’organizzazione di una nuova fase per la facoltà colpita.
La visita della ministra anna maria bernini e l’incontro con le autorità a viterbo
Anna Maria Bernini è arrivata nel pomeriggio di oggi a Viterbo, accolta nella sede del rettorato in via Santa Maria in Gradi dal rettore Stefano Ubertini e dalla sindaca Chiara Frontini. Il suo arrivo testimonia la rapidità con cui il governo ha preso in carico la situazione. Dopo il benvenuto ufficiale, la ministra si è spostata in via Camillo De Lellis, dove si trova la facoltà di Agraria gravemente danneggiata dall’incendio scoppiato ieri mattina.
Bernini, per verificare la situazione, ha indossato un casco rosso da vigile del fuoco e ha effettuato un’ispezione diretta dei locali coinvolti nel rogo. L’immagine della ministra in tuta protettiva ha sottolineato la serietà del momento e la volontà di seguire personalmente gli sviluppi della ricostruzione. La scena è stata simbolica, mostrando un impegno non solo istituzionale ma anche pratico sul campo.
Durante il sopralluogo, Bernini ha parlato con il personale presente e con gli studenti, per ascoltare le necessità immediate e capire quali siano le priorità. La visita ha segnato una prima risposta concreta dopo lo shock dell’incendio, mettendo in chiaro che l’università rimane un centro vitale per la città e l’intero territorio della Tuscia.
Strategia per la ricostruzione e ruolo del ministero
La ministra ha candidamente definito questo momento non come un giorno dopo l’incendio, ma come l’inizio di una rigenerazione. Ha ribadito che l’università non si fermerà. “L’università della Tuscia c’è e continuerà a esistere”, ha detto, evidenziando come l’ateneo dovrà tornare operativo nel più breve tempo possibile.
Bernini ha sottolineato che, pur essendo necessario ricostruire la struttura, l’obiettivo è evitare qualsiasi interruzione alla normale attività didattica e di ricerca. Il concetto di continuità è stato più volte rimarcato: qualsiasi danno, concreto o materiale che sia, non potrà fermare la vita accademica dell’ateneo.
La ministra ha messo in luce come il ministero sia già pronto con risorse destinate all’Università della Tuscia, incluse quelle relative al Pnrr. Questi finanziamenti, di cui l’università aveva già usufruito, rappresentano un punto di partenza per la ricostruzione. Ha aggiunto che oltre ai fondi Pnrr, il ministero dispone di una “buona cassaforte”, cioè risorse proprie, da impiegare subito.
Nel rispondere a chi chiedeva se il governo abbia previsto fondi specifici per l’emergenza, Bernini ha precisato che il Ministero si farà carico della situazione direttamente, superando l’attesa su un intervento governativo più ampio. Questo approccio diretto dovrebbe accelerare la pianificazione degli interventi e la disponibilità delle risorse, favorendo una ricostruzione pratica e puntuale.
I danni alla facoltà di agraria e le ripercussioni per l’università della tuscia
Il rogo ha quasi totalmente distrutto la facoltà di Agraria dell’Università della Tuscia, situata in via Camillo De Lellis a Viterbo. Le fiamme hanno danneggiato a tal punto gli edifici da rendere necessari interventi approfonditi per la messa in sicurezza e il recupero delle strutture. I danni hanno colpito laboratori, aule e uffici, compromettendo le attività di ricerca e didattica che vi si svolgono.
L’incendio ha avuto luogo ieri mattina senza causare feriti, ma con pesanti conseguenze per l’ateneo e per tutto il territorio che fa affidamento su questa importante sede accademica. L’immediato impegno per la ricostruzione mira a evitare ripercussioni durature sul calendario accademico, garantendo che studenti e docenti possano continuare le proprie attività il prima possibile.
L’università sta valutando soluzioni temporanee per ospitare corsi e laboratori, con l’obiettivo di mantenere invariati gli impegni formativi. Anche la cooperazione con enti locali ha iniziato a muoversi per individuare spazi alternativi durante la fase di restauro. Lo sappiamo, mantenere attivi gli atenei dopo un evento del genere è cruciale, non solo per la didattica ma per il tessuto sociale e culturale della città.
Il ruolo del rettore stefano ubertini e le iniziative del comune di viterbo
Il rettore Stefano Ubertini si è mostrato presente insieme alla ministra sin dall’inizio della visita, confermando la determinazione dell’università a superare l’emergenza. Ubertini ha gestito i primi momenti dopo l’incendio, coordinando i soccorsi e monitorando i danni. La sua presenza nel rettorato con la ministra e la sindaca mostra un coordinamento stretto tra ateneo e istituzioni locali.
La sindaca Chiara Frontini ha partecipato all’incontro istituzionale sottolineando il supporto del comune alla ricostruzione. L’amministrazione comunale si è già mossa per affiancare l’università nelle fasi di sicurezza e nelle scelte di ricostruzione, confermando che Viterbo punta sulla ripresa accademica per rilanciare l’intera comunità.
Sono allo studio progetti per sostenere l’università anche con risorse regionali e locali, oltre al coinvolgimento di enti privati che potrebbero partecipare alla rigenerazione della facoltà. La collaborazione tra i diversi livelli istituzionali si è fatta evidente sin dal primo momento, spingendo verso una soluzione rapida e concertata per tornare alla normalità.
L’emergenza ha di fatto acceso un faro su un’ateneo che, pur colpito duramente, conserva un ruolo centrale e riconosciuto per la sua funzione educativa e di ricerca in Tuscia. Il coinvolgimento diretto delle figure chiave della città e dell’università è la base per progettare un futuro oltre l’incendio.