Il dramma di Pamela Mastropietro, la giovane brutalmente assassinata nel 2018, continua a far discutere. Recentemente, la madre Alessandra ha deciso di incontrare Oseghale, l’uomo condannato all’ergastolo per l’omicidio della figlia. Questo incontro, avvenuto nel carcere dove Oseghale sta scontando la pena, ha suscitato emozioni forti e ha messo in luce il desiderio di giustizia e verità della madre. Alessandra ha condiviso la sua esperienza in un’intervista con Paolo Del Debbio, rivelando dettagli toccanti e inquietanti di questo vis-à -vis.
L’incontro con Oseghale: un gesto di coraggio
Alessandra ha spiegato che il desiderio di incontrare Oseghale è nato dopo anni di udienze in cui ha cercato di stabilire un contatto visivo con lui. “Ho voluto affrontarlo di persona per capire e per cercare di interagire con chi ha causato un dolore incommensurabile”, ha dichiarato. Nonostante le pressioni familiari per desistere, la madre di Pamela ha sentito la necessità di guardare negli occhi il suo carnefice. “È fondamentale affrontare chi ha portato via la vita di una persona amata”, ha aggiunto.
Durante l’incontro, Alessandra ha scelto di indossare gli stessi abiti che Pamela aveva il giorno della sua morte, un gesto simbolico per cercare di toccare il cuore di Oseghale. “Volevo che si rendesse conto del dolore che ha inflitto”, ha spiegato. Nonostante la tensione iniziale, l’incontro si è svolto in un clima di civiltà , a differenza di quanto accaduto in aula durante le udienze precedenti, dove ci sono stati momenti di scontro.
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Le parole di Oseghale e la reazione della madre
Alessandra ha raccontato che Oseghale ha iniziato la conversazione salutandola formalmente, ma senza tendere la mano. “Non ho ricambiato il saluto, ho preferito non offrirgli la mia mano”, ha spiegato. Durante il colloquio, Oseghale ha espresso delle scuse, ma Alessandra ha deciso di non accettarle. “Non posso accettare delle scuse che sembrano vuote”, ha affermato, sottolineando la mancanza di sincerità nelle sue parole.
Un momento particolarmente difficile è stato quando Alessandra ha chiesto a Oseghale di raccontarle i dettagli dell’omicidio di sua figlia. “Ha iniziato a descrivere come ha fatto a pezzi Pamela, ma le sue versioni erano contraddittorie”, ha detto. Questo ha alimentato il suo desiderio di giustizia, non solo per la figlia, ma per tutte le vittime di violenza.
La lotta per la giustizia e il ricordo di Pamela
Alessandra ha espresso la sua determinazione a portare alla luce la verità e a combattere per la giustizia. “Voglio che gli altri responsabili siano portati davanti alla legge”, ha affermato, facendo riferimento alla mafia nigeriana e ad altre organizzazioni criminali. La madre di Pamela ha sottolineato l’importanza di non dimenticare le vittime di violenza, specialmente in un contesto di immigrazione incontrollata.
La paura che Oseghale possa ottenere permessi premio è un pensiero costante per Alessandra. “Spero che non accada, farò di tutto per evitare che questo avvenga”, ha dichiarato con fermezza. La sua battaglia non è solo personale, ma rappresenta un appello a una maggiore attenzione verso le vittime e le loro famiglie.
Il ricordo di Pamela e il senso di ingiustizia
Alessandra ha condiviso anche il suo dolore nel vedere le amiche di Pamela, un momento che le riporta alla mente ricordi felici. “Quando sono con loro, sento ancora la presenza di mia figlia”, ha detto. Tuttavia, il senso di ingiustizia persiste. “Sento che si fa più attenzione ai diritti dei delinquenti piuttosto che a quelli delle vittime”, ha affermato, esprimendo la sua frustrazione nei confronti di un sistema che sembra dimenticare chi ha subito violenza.
La madre di Pamela continua a chiedere aiuto alla figlia, sperando che la sua lotta possa portare a un cambiamento significativo. “Ogni giorno chiedo a Pamela di darmi la forza per andare avanti”, ha concluso, determinata a non fermarsi fino a quando non avrà ottenuto giustizia per la sua amata figlia.
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