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La madonna del velo a niguarda, un ponte tra arte e cura nel cuore di milano nel 2025

L’ospedale Niguarda di Milano ospita la “Madonna del velo” di Giovanni Battista Salvi, promuovendo il progetto “arte che cura” per migliorare il benessere psicologico di pazienti e operatori sanitari.

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Nel maggio 2025, l’Ospedale Niguarda di Milano ha ospitato la mostra della “Madonna del velo”, copia seicentesca di Raffaello, nell’ambito del progetto “Arte che cura”, che integra l’arte negli spazi sanitari per favorire benessere psicologico e sollievo a pazienti e personale. - Unita.tv

L’ospedale niguarda di milano ha ospitato nel maggio 2025 un evento che unisce il mondo dell’arte e quello della sanità. La “Madonna del velo”, copia seicentesca di un dipinto di raffaello, attribuita a giovanni battista salvi detto il sassoferrato, è stata esposta all’interno della struttura sanitaria. L’iniziativa nasce da un accordo tra la pinacoteca di brera e la fondazione ospedale niguarda e vuole portare un momento di riflessione e sollievo a pazienti, operatori sanitari e visitatori.

Arte e salute: il progetto “arte che cura”

L’esposizione della “Madonna del velo” si inserisce all’interno del progetto “arte che cura”, pensato per utilizzare le opere d’arte come strumento di supporto in ambito sanitario. È nato dalla consapevolezza che la fruizione dell’arte può migliorare lo stato d’animo e creare un ambiente più disteso nei luoghi di cura. Questa iniziativa cerca di offrire ai pazienti e al personale sanitario non solo un momento di svago, ma anche un’occasione per trovare conforto, soprattutto in un contesto spesso segnato dalla sofferenza fisica e psicologica.

Il mese di maggio è stato scelto non a caso, essendo un mese a forte valenza mariana all’interno della tradizione cattolica. La “Madonna del velo” simboleggia speranza e protezione, sentimenti importanti per chi affronta un percorso di guarigione. La presenza di quest’opera vuole quindi rappresentare una sorta di guida silenziosa in un ambiente che invece è tipicamente associato a stress e ansia. Il progetto “arte che cura” punta a dimostrare con i fatti, attraverso iniziative simili, che il contatto con la bellezza può favorire persino il recupero della salute.

La madonna del velo: puntualizzazioni sull’opera e l’autore

La “Madonna del velo” presente a niguarda è una replica realizzata nel 1600 dell’originale di raffaello sanzio, uno dei più grandi maestri del rinascimento italiano. La copia è attribuita a giovanni battista salvi, noto anche come sassoferrato, pittore del secolo XVII che ha sviluppato uno stile che unisce il tardo manierismo con un’accentuata capacità di riprodurre con precisione le opere dei grandi artisti precedenti.

L’opera raffigura la madonna con un velo che copre parzialmente il volto, trasmettendo un senso di dolcezza e riservatezza. La serenità dell’immagine è ben colta anche nella versione esposta a niguarda, mantenendo intatto quel carattere di equilibrio ed eleganza che ha reso celebre l’originale. Questo dipinto si distingue per la delicatezza dei dettagli e per la luce soffusa che crea un’aura quasi mistica. L’autore sassoferrato si è distinto proprio per questo, per aver ripreso i modelli rinascimentali adattandoli a un gusto più sobrio, adatto anche a contesti di devozione privata.

L’allestimento a niguarda: tempi, luoghi e modalità

Il giorno 22 maggio 2025, alle 11:30, è stata inaugurata l’esposizione all’interno del blocco sud dell’ospedale niguarda, nel padiglione sud a piano terra. Il dipinto rimarrà visibile fino al 30 giugno dello stesso anno, dando modo a chiunque frequenti o lavori nell’ospedale di poterlo osservare con calma.

La scelta del padiglione sud risponde a criteri di accessibilità ma anche di atmosfera: si è voluto creare un’area tranquilla, lontana dal ritmo frenetico delle corsie più affollate, dove la presenza dell’opera potesse offrire un momento di pausa e distensione. In accordo con il progetto, la fondazione ospedale niguarda sta programmando azioni per integrare l’arte nei percorsi di cura. L’arte diventa così parte della routine ospedaliera, dando un contributo non solo estetico ma anche emotivo.

Un rapporto di collaborazione tra pinacoteca di brera e fondazione niguarda

Il legame tra la pinacoteca di brera e la fondazione ospedale niguarda ha permesso la realizzazione di questo progetto. La pinacoteca ha prestato l’opera con l’intento di estendere la fruizione dell’arte oltre le mura tradizionali dei musei, portandola in un luogo in cui la bellezza può influire positivamente sulla qualità della vita. La fondazione, da parte sua, ha curato l’organizzazione pratica e la promozione dell’iniziativa, creando le condizioni per valorizzare al meglio il dipinto nel contesto ospedaliero.

Non si tratta solo di un’operazione culturale, ma di un’intenzione precisa di mettere la cultura al servizio delle persone anche nei momenti di difficoltà. Questa collaborazione rappresenta un passo concreto verso la possibilità di far convivere culture diverse, medicina e arte, in un’armoniosa sinergia all’interno del territorio milanese.

L’effetto sui visitatori e il personale sanitario

Le prime settimane di esposizione hanno evidenziato un riscontro positivo da parte di pazienti e operatori. Molti hanno espresso sorpresa e un senso di gratitudine per poter vedere l’opera in un luogo in cui la presenza dell’arte è meno comune. È emersa una percezione di maggiore serenità, perché l’arte riesce a distrarre dalle difficoltà quotidiane e stimola una riflessione personale differente rispetto alle situazioni di stress ospedaliero.

Visitatore dopo visitatore, l’evento ha ricevuto attenzione da parte della stampa milanese e non solo, contribuendo a mettere sotto i riflettori l’importanza di coltivare anche negli ospedali un ambiente che favorisca il benessere mentale. Il “contatto” con un dipinto del calibro della “Madonna del velo” apre una parentesi dedicata alla bellezza spirituale, capace di alleviare tensioni e di favorire un senso di comunità.

Critiche e scetticismi sul valore terapeutico dell’arte in ospedale

Non mancano però le voci critiche all’interno del dibattito pubblico. Alcuni esperti invitano a mantenere prudenza e a non considerare l’integrazione dell’arte in terapia come una panacea. Rilevano che manca una base scientifica solida capace di dimostrare effetti certi sulla guarigione fisica dei pazienti. Considerano necessario procedere con studi più approfonditi per capire l’effettivo impatto di queste iniziative.

Nonostante questo, la maggioranza di medici e operatori sanitari coinvolti conferma che dal punto di vista psicologico l’arte svolge un ruolo importante. Stimola sensazioni positive e crea condizioni meno ansiogene, che possono a loro volta favorire la risposta alle cure mediche. È proprio in quest’ambito che il progetto “arte che cura” trova terreno fertile per proseguire.

Un progetto aperto al futuro e alla crescita culturale negli ospedali

Il successo dell’iniziativa ha spinto i promotori a pianificare ulteriori esposizioni e attività legate all’arte negli spazi ospedalieri. L’intento è quello di realizzare un percorso continuativo, che coinvolga altre opere e artisti, offrendo spazio a diverse forme di espressione culturale. Si vuole creare un ambiente in cui i luoghi di cura siano anche spazi capaci di trasmettere conforto e ispirazione.

La collaborazione tra pinacoteca di brera e fondazione niguarda serve come modello da replicare in altre realtà sanitarie italiane, valorizzando l’arte come mezzo per migliorare la qualità della vita in fase di malattia. Questi programmi potrebbero trasformare gli ospedali in luoghi dove si guarda alla cura come a un processo che riguarda anche l’anima delle persone.