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La lega conferma la contrarietà all’apertura della moschea a cantù e rilancia la mobilitazione

La Lega, guidata da Nicola Molteni, si oppone all’apertura di una moschea a Cantù per timori di islamizzazione e sicurezza, avviando una mobilitazione con raccolta firme tra i cittadini.

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La Lega, guidata da Nicola Molteni, si oppone con fermezza all'apertura di un centro di culto islamico a Cantù, promuovendo una raccolta firme e mobilitazioni per motivi di sicurezza e timori di islamizzazione, alimentando un acceso dibattito politico e sociale in città. - Unita.tv

La questione dell’apertura di un centro di culto islamico a Cantù torna al centro del dibattito politico locale. Nicola Molteni, deputato e sottosegretario al Ministero dell’Interno, ha chiarito la posizione netta della Lega: nessun passo indietro sulla contrarietà all’idea, che viene collegata a timori di islamizzazione e a problemi di sicurezza. Molteni ha inoltre avviato una raccolta firme per coinvolgere direttamente i cittadini, distribuendo gazebo in punti strategici della città.

La posizione della lega: ferma e senza compromessi

Nicola Molteni ha espresso chiaramente l’opposizione del suo partito all’apertura della moschea a Cantù, una città della provincia di Como, nel corso del primo gazebo organizzato in mattinata di fronte al mercato di piazza Marconi. La contrarietà non riguarda solo l’aspetto religioso, ma si estende a una preoccupazione più generale rispetto alla sicurezza e al controllo del territorio. Molteni ha sottolineato che la mobilitazione della Lega punta a difendere la “sicurezza e l’ordine pubblico”, temi che vengono definiti “fortemente sottovalutati” dalle amministrazioni e da altre forze politiche.

Durante gli incontri con i cittadini, il sottosegretario ha raccolto diversi punti di vista, ribadendo che la decisione di opporsi resta ferma e assoluta. La Lega, allo stato attuale, non intende negoziare né ridimensionare la sua posizione, che definisce “assoluta”. La mobilitazione punta a sensibilizzare ulteriormente l’opinione pubblica, monitorando la situazione e sollecitando una presa di posizione netta anche da parte delle autorità locali.

La raccolta firme e la mobilitazione nei gazebo di cantù

Parte integrante della strategia della Lega è la raccolta firme lanciata da Nicola Molteni. Questa attività si svolge sia online che attraverso moduli cartacei, distribuiti nei gazebo allestiti in posizione strategica all’interno della città. Il primo punto di raccolta è stato piazza Marconi, dove Molteni ha incontrato molti cittadini già nelle prime ore del mattino. Nel pomeriggio, un altro gazebo ha trovato posto in piazza Garibaldi, sempre molto frequentata, permettendo una continuità negli incontri con la cittadinanza.

La risposta delle persone è stata vivace, con una partecipazione sorprendentemente alta, soprattutto considerando un argomento così delicato e fonte di divisioni politiche. Molteni ha parlato apertamente della sua “preoccupazione” che condivide con molti abitanti, ponendo l’accento su un tema che, secondo lui, rischia di passare in secondo piano rispetto al dibattito pubblico. Il coinvolgimento diretto dei cittadini con firme e dialogo punta a dare vigore a una protesta che non si limita al solo ambito politico, ma si vuole far sentire più capillare e diffusa.

Timori di islamizzazione e sicurezza nelle comunità locali

La contrarietà della Lega alla costruzione della moschea si basa su timori precisi legati a possibili rischi di islamizzazione delle comunità locali, definita come una trasformazione profonda che il partito non accetta. A questi timori politico-religiosi si sommano questioni pratiche riguardanti l’ordine pubblico e la sicurezza, temi particolarmente sensibili in un contesto sociale sempre più complesso.

Il riferimento agli aspetti di controllo non riguarda solo la vigilanza sulle strutture in sé, ma anche il timore di fenomeni legati a tensioni sociali o a situazioni difficili da gestire da parte delle autorità. La Lega preme quindi affinché il tema venga affrontato con serietà, senza sottovalutazioni e “a testa alta”. Questo significa chiedere alle istituzioni interventi concreti per evitare che l’apertura di nuovi centri di culto possa fomentare problemi di convivenza o di ordine pubblico.

La lettura politica e il confronto con le comunità

La lettura politica di questi fatti conferma un’attenzione forte all’identità nazionale e alla coesione sociale. Il riferimento all’islamizzazione, spesso al centro di dibattiti sul territorio nazionale, rimane un punto fermo nella comunicazione della Lega che a Cantù ripropone con forza questa linea politica. Gli incontri con i cittadini cercano di consolidare questo sentimento e tradurlo in un movimento di opinione che possa influire sulle scelte future riguardo alle iniziative religiose sul territorio.

La risposta dei cittadini e il clima politico a cantù

Gli incontri svolti nella giornata di ieri hanno fatto emergere un clima di tensione ma anche di partecipazione attiva da parte della popolazione. La presenza numerosa ai gazebo sottolinea come la questione della moschea non sia percepita come un problema marginale. In molti hanno scelto di firmare per esprimere una posizione chiara contro la sua apertura, dimostrando che il tema incide sul senso di sicurezza individuale e collettivo.

Il dibattito in città resta acceso e le tensioni tra diverse posizioni politiche e sociali sono evidenti. Alcuni cittadini hanno manifestato dubbi su quale sia la reale portata dei rischi evocati, mentre altri hanno espresso preoccupazioni condivisibili in relazione alla convivenza multicultural in città. La Lega ha raccolto queste sensazioni, indicando che la politica deve tenere conto di queste pressioni per evitare che le divisioni crescano senza risposta.

Mobilitazioni e scontri politici sul tema

Questa giornata di gazebo si inserisce in un quadro più ampio di mobilitazioni sempre più frequenti in tutta Italia, dove il tema della religione musulmana e della sicurezza associata è spesso al centro di scontri politici e sociali. A Cantù l’azione della Lega punta soprattutto ad amplificare la voce dei cittadini contrari alla moschea, mentre la discussione pubblica continua a dividersi tra chi guarda a un approccio più inclusivo e chi invece sostiene una risposta più rigida alle iniziative religiose sul territorio.