la giunta di Milano approva nuove norme per l’urbanistica dopo le inchieste sugli atti edilizi

Milano introduce nuove direttive urbanistiche per regolamentare le attività edilizie, con l’obiettivo di ridurre discrezionalità e favoritismi, in attesa della revisione del Piano di governo del territorio.
Milano introduce nuove regole più rigide per le attività edilizie, con l’obbligo del Piano attuativo per interventi significativi, al fine di migliorare controllo, trasparenza e tutela del territorio, in un contesto di tensioni politiche e riorganizzazione amministrativa. - Unita.tv

Milano segna una svolta nelle pratiche urbanistiche con l’approvazione da parte della giunta comunale guidata dal sindaco Giuseppe Sala di nuove direttive per regolamentare le attività edilizie e urbanistiche del Comune. Queste decisioni arrivano in seguito alle indagini della Procura su alcune autorizzazioni rilasciate dall’amministrazione, riguardanti opere edilizie che in realtà si configurano come nuove costruzioni. Il Comune ha deciso di chiarire e stringere le regole nell’attesa della revisione generale del Piano di governo del territorio, ormai in fase di preparazione.

Nuove regole per la gestione degli interventi edilizi a milano

La giunta ha previsto un sistema più rigido per la gestione degli interventi edilizi, nel tentativo di eliminare ogni possibilità di discrezionalità e favoritismi. D’ora in poi, per tutte le opere che superano i 25 metri di altezza o che superano una densità fondiaria di 3 metri cubi per metro quadro, sarà obbligatorio l’uso del Piano attuativo. Il Piano attuativo diventa quindi lo strumento chiave per garantire un controllo più accurato e una pianificazione coordinata degli interventi maggiori.

Novità sulle norme morfologiche e dotazioni territoriali

Oltre al limite in altezza e alla densità fondiaria, la novità riguarda anche gli interventi che si discostano dalle norme morfologiche definite dal Piano di governo del territorio . In questi casi, la stessa delibera impone l’adozione del Piano attuativo. Quando invece la superficie interessata dall’intervento supera i 20mila metri quadrati, è necessaria una dotazione minima di aree pari almeno al 50% della superficie interessata. Questa scelta punta a preservare e magari incrementare gli spazi aperti o le dotazioni territoriali in uno dei quartieri più urbanizzati d’Italia.

Modalità operative e condizioni per permessi e cambi di destinazione d’uso

La delibera fa distinzione tra diversi tipi di interventi e aree urbane. Per esempio, nei Nuclei di antica formazione o nei Tessuti urbani compatti a cortina – ovvero quartieri caratterizzati da un’omogeneità urbanistica ben definita –, sarà possibile procedere con il permesso di costruire convenzionato, che prevede accordi specifici con l’amministrazione. Per tutte le altre situazioni, invece, l’intervento si potrà svolgere tramite titolo diretto, snellendo così alcune procedure meno impattanti.

Un punto rilevante riguarda i cambi di destinazione d’uso urbanisticamente significativi, che devono essere valutati con attenzione dall’amministrazione. Quando si tratta di modificare la funzione di un edificio o di un’area, il Comune deve decidere come ottenere le dotazioni territoriali richieste, come servizi o infrastrutture, cui obbligatoriamente l’intervento deve contribuire. Queste dotazioni potranno essere fornite tramite cessione diretta delle aree, asservimento o monetizzazione, a seconda dei casi. L’obiettivo è assicurare un equilibrio tra sviluppo edilizio e mantenimento delle risorse pubbliche.

Riorganizzazione degli uffici competenti

Il Comune, per tradurre queste nuove regole in pratica, sta esaminando una possibile riorganizzazione degli uffici competenti. L’amministrazione cerca di rafforzare i gruppi che seguono i Piani attuativi, per migliorare l’efficienza e la qualità dell’istruttoria su questi interventi complessi.

La posizione di sala e le dimissioni nella commissione paesaggio

Le tensioni legate ai cambiamenti urbani coinvolgono anche gli organismi comunali che hanno ruoli consultivi e di controllo. Nei giorni recenti, la Commissione comunale paesaggio ha registrato dimissioni di massa. Il sindaco Giuseppe Sala ha commentato l’episodio definendolo “quasi un gesto inevitabile”, ma ha ringraziato i membri per aver restituito il mandato all’amministrazione.

Il sindaco ha voluto sottolineare la difficoltà di reclutare persone competenti disposte a dedicare tempo e lavoro a questo tipo di incarichi, spesso senza compenso, e che per farlo devono rinunciare a impegni professionali a Milano. Ha ricordato che “non esiste una cerchia ristretta di candidati pronti a svolgere mansioni così impegnative in totale gratuità.”

Urgono cambiamenti nelle procedure urbanistiche

Il sindaco ha infine messo in chiaro che ora serve un passo avanti nelle procedure e nella gestione urbanistica della città. Queste parole arrivano in un momento delicato, in cui gli sviluppi urbani di Milano sono sotto stretto controllo giudiziario e politico, e dimostrano l’urgenza di un cambiamento nelle abitudini amministrative e nei meccanismi di controllo.