Il caso giudiziario che coinvolge Gisella Cardia, nota veggente di Trevignano Romano, continua a suscitare attenzione mediatica. In particolare, l’attenzione si concentra su una perizia scientifica che riguarda l’analisi del dna trovata sulla scena oggetto delle indagini. La difesa della signora Cardia ha espresso forte preoccupazione per la diffusione pubblica di informazioni contenute in un documento ancora sottoposto a segreto istruttorio. Questo articolo approfondisce le ragioni della protesta legale e il contesto scientifico dietro alla controversa perizia.
Le critiche della difesa alla divulgazione del contenuto riservato
La legale di Gisella Cardia, avvocata Solange Marchignoli, ha manifestato un netto disappunto nei confronti dell’atteggiamento assunto da alcuni organi di stampa. Secondo la sua dichiarazione rilasciata all’ANSA, parte dei media si sarebbe sentita autorizzata a commentare pubblicamente un elaborato tecnico ancora coperto da segreto istruttorio senza attendere che il professor Giardina — autore della relazione — venisse ascoltato in aula.
Opinioni della difesa sul comportamento dei media
Questo comportamento è stato definito dalla difesa «profondamente sconcertante» perché mina i principi fondamentali del processo penale e rischia di influenzare negativamente l’opinione pubblica prima che tutti gli elementi siano stati esaminati correttamente nel corso dell’udienza. La presenza del vincolo sulla documentazione significa infatti che nessuna delle parti dovrebbe diffondere o discutere i dettagli tecnici prima della loro presentazione ufficiale davanti al tribunale.
La richiesta principale avanzata dalla difesa è quindi quella di rispettare rigorosamente il segreto istruttorio e lasciare spazio solo alle procedure giudiziarie previste dal codice penale italiano per valutare la validità e il significato degli accertamenti scientifici.
Aspetti tecnici contestati nella perizia sul dna
Il nodo centrale della controversia riguarda l’interpretazione dei dati riportati nella relazione redatta dal professor Giardina. L’avvocata Marchignoli sottolinea come un esame più attento avrebbe permesso una comprensione diversa rispetto alle conclusioni emerse finora dai media.
Difficoltà nell’interpretazione dei dati biologici
Nel dettaglio, emerge che nell’elaborato si parla di una miscela complessa composta da tracce biologiche provenienti da diversi fluidi corporei mescolati insieme; questa condizione rende impossibile affermare con certezza assoluta quale componente sia riconducibile al sangue o ad altre sostanze biologiche specifiche.
Secondo quanto spiegato dalla legale «non è corretto attribuire direttamente al sangue il dna associabile all’indagata», proprio perché le analisi non distinguono nettamente tra i vari tipi cellulari presenti nelle prove raccolte durante le indagini.
Questa precisazione tecnica mette in luce come ogni interpretazione superficiale possa portare a errori grossolani nell’inquadrare i risultati forensi e influenzarne così pesantemente la percezione sia dentro sia fuori dall’aula giudiziaria.
Appello alla prudenza: solo la scienza deve parlare
In considerazione dell’importanza delicatissima delle questioni sollevate dal procedimento penale in corso, l’avvocata Marchignoli invita tutte le parti coinvolte — inclusa stampa e opinione pubblica — ad adottare prudenza nel trattare informazioni sensibili relative alla vicenda.
Rispetto delle procedure legali e giudiziarie
L’appello ribadisce il principio secondo cui soltanto attraverso lo svolgimento completo del processo e con audizioni formali sarà possibile fare chiarezza definitiva sulle evidenze raccolte riguardo al dna rinvenuto nella scena investigativa.
Viene chiesto inoltre rispetto verso gli strumenti giuridici previsti dallo Stato affinché venga garantito un percorso equo basato sull’esame accurato dei fatti concreti piuttosto che su speculazioni premature o interpretazioni parziali diffuse fuori tempo massimo dagli organi d’informazione.
L’intervento pubblico mira quindi a tutelare non solo gli interessati ma anche l’affidabilità stessa delle procedure investigative quando affrontano prove scientifiche complesse come quelle genetiche coinvolte in questo caso specifico.