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La cassazione conferma il peculato per danno da 800mila euro nella compravendita lfc a cormano

La Suprema Corte conferma la condanna per peculato di Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni, ex dirigenti della Lega, legata a 800mila euro sottratti dalla Lombardia Film Commission.

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La Suprema Corte ha confermato la condanna per peculato di due ex dirigenti della Lega, accusati di aver sottratto circa 800mila euro di fondi pubblici destinati all'acquisto di un capannone per la Lombardia Film Commission, rinviando la determinazione della pena a un nuovo processo d’appello. - Unita.tv

La Suprema corte ha respinto i ricorsi di due ex dirigenti della Lega, confermando la condanna per peculato legata all’acquisto di un capannone da parte della Lombardia Film Commission . L’indagine riguarda quasi 800mila euro sottratti dai fondi regionali destinati all’acquisto della sede di Cormano, nel milanese. La sentenza risale al 15 gennaio ed è ora oggetto di rinvio per una nuova determinazione della pena.

I fatti al centro dell’inchiesta e il ruolo dei protagonisti

Tra il 2017 e il 2018 la Lombardia Film Commission ha comprato un capannone a Cormano, destinato a nuova sede. Questo passaggio ha coinvolto finanziamenti erogati dalla Regione Lombardia alla Fondazione Lfc, di cui Alberto Di Rubba, all’epoca presidente della fondazione e ex direttore amministrativo del gruppo leghista al Senato, aveva il controllo. Andrea Manzoni, ex revisore contabile per lo stesso partito, collaborava nella gestione dei conti.

Secondo quanto stabilito dalla Cassazione, i due uomini hanno sottratto tali risorse «in proprio favore», sottraendole al fine pubblico con cui erano destinate. Il tesoriere e il revisore avrebbero così deviato quasi la metà del finanziamento regionale, intorno agli 800mila euro, che sarebbero dovuti servire esclusivamente all’acquisto dell’immobile.

Questo ammontare, proveniente da fondi pubblici, costituisce la base del reato di peculato contestato. I giudici sottolineano la gravità del danno nei confronti dell’interesse pubblico e il chiaro conflitto con i ruoli ricoperti dai due.

Le decisioni della cassazione e la prescrizione della turbativa

La corte suprema, esaminando le motivazioni, ha confermato il reato di peculato a carico di Di Rubba e Manzoni, cogliendo la discrepanza tra le finalità dei fondi e il loro effettivo impiego personale da parte degli imputati.

Al contrario, l’accusa di turbativa d’asta federale, mossa nei confronti dei due soggetti, è caduta a causa della prescrizione intervenuta. Questa ha portato alla cancellazione della sentenza di secondo grado riguardo la turbativa, con la conseguente necessità di un nuovo processo d’appello esclusivamente per ridefinire la pena legata al peculato.

In secondo grado, la condanna stabilita era stata di quattro anni, sei mesi e venti giorni. Ora sarà un appello bis a rideterminare la durata della pena. La sentenza della Cassazione del 15 gennaio rappresenta un passaggio fondamentale nel giudizio, rafforzando la parte dell’imputazione relativa all’appropriazione indebita di denaro pubblico.

Implicazioni per la regione lombardia e la lega nel contesto politico

Il caso emerge in un contesto delicato per la Lombardia e per la Lega, parti coinvolte nella gestione dei fondi pubblici destinati alla cultura e al patrimonio artistico. La Lombardia Film Commission è una fondazione con il compito di promuovere il settore audiovisivo regionale, spesso beneficiaria di finanziamenti pubblici.

Lo scandalo della compravendita del capannone ha acceso i riflettori sulla trasparenza e sulla gestione delle risorse. La sottrazione di circa 800mila euro dai fondi pubblici rischia di minare la fiducia nelle istituzioni locali e politiche coinvolte nel controllo e nelle modalità di assegnazione di tali fondi.

Per la Lega, partito di cui erano insieme attivi i due imputati, il procedimento rappresenta una serie di criticità legate alla gestione amministrativa degli appalti e dei finanziamenti pubblici. Questo episodio non solo ha conseguenze legali ma coinvolge almeno indirettamente il rapporto tra partiti, istituzioni e la pubblica opinione lombarda.

Il processo e i prossimi appuntamenti giudiziari

La vicenda processuale continuerà con la nuova fase di appello che dovrà stabilire la pena definitiva per il peculato. L’annullamento con rinvio disposto dalla Cassazione impone una nuova valutazione da parte della corte d’appello.

Non sono previsti al momento ulteriori rinvii per l’accusa di turbativa, che è caduta definitivamente per prescrizione. Rimane centrale quindi la definizione della responsabilità e della pena di Di Rubba e Manzoni su peculato.

Il nuovo processo, atteso a breve, dovrà analizzare i dettagli e confermare le conclusioni della Suprema corte o eventualmente ridefinire la durata della pena. Nel frattempo le istituzioni regionali e la fondazione Lfc dovranno gestire le conseguenze amministrative del caso e ripristinare la credibilità della gestione finanziaria.

La vicenda è tuttora sotto osservazione, data l’attenzione sulla trasparenza nell’uso di fondi pubblici per iniziative culturali in Lombardia.