La casa di robi a cascina cappuccina, uno spazio per l’autonomia dei giovani con disabilità
La cooperativa sociale Eureka lancia la Casa di Robi, un progetto innovativo per giovani con disabilità intellettiva, promuovendo autonomia e socializzazione in un ambiente protetto e stimolante.

La cooperativa sociale Eureka ha inaugurato "Casa di Robi" alla cascina Cappuccina, un centro che offre a giovani con disabilità intellettiva un percorso di autonomia e convivenza, supportato da educatori e basato sul metodo della peer education. - Unita.tv
La cooperativa sociale Eureka mette a disposizione un nuovo servizio dedicato ai giovani con disabilità intellettiva. Nato all’interno della storica cascina Cappuccina, l’iniziativa si propone di offrire un’opportunità concreta di sperimentare la vita indipendente, lontano dal nucleo familiare. Il progetto conta su spazi accoglienti e personale specializzato per accompagnare dieci ragazzi in un percorso di autonomia quotidiana, con particolare attenzione al delicato momento del “dopo di noi”.
Un ambiente pensato per la crescita autonoma di giovani con disabilità
La Casa di Robi nasce come uno spazio protetto e allo stesso tempo stimolante. Situata all’interno di cascina Cappuccina, un edificio risalente al Cinquecento nel parco agricolo Sud Milano, questa struttura include sei camere, di cui quattro doppie e due singole. Al piano terra vi sono una cucina e un soggiorno condivisi, dove i ragazzi possono svolgere le attività di tutti i giorni, dalla preparazione dei pasti alla gestione delle abitudini domestiche.
Il servizio è rivolto a dieci persone con varie disabilità intellettive, tra cui giovani con autismo, sindrome di Down, o ritardi mentali. L’obiettivo principale è permettere loro di vivere esperienze di convivenza e responsabilità, tutelati da un team di educatori e operatori specializzati. Qui, i ragazzi possono imparare a organizzare la propria giornata, rispettare orari e regole, e gestire piccoli compiti domestici.
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La struttura vuole preparare i giovani a una futura vita indipendente, soprattutto per garantire una continuità di cura e supporto una volta che non saranno più nelle attenzioni dirette delle famiglie di origine. Per molti, rappresenta una prima palestra di autonomia prima di affrontare nuove forme di convivenza a più ampio respiro.
Il metodo della peer education per favorire l’apprendimento tra pari
Un elemento distintivo della casa di Robi è l’applicazione della “peer education”, cioè l’apprendimento facilitato tra persone dello stesso gruppo. Secondo Eleonora Bortolotti, presidente e fondatrice di Eureka, questa pratica permette agli inquilini più esperti di affiancare i nuovi arrivi, diventando veri tutor.
All’interno della casa si formano delle coppie amicali, dove chi ha già acquisito una certa autonomia trasmette conoscenze e comportamenti a chi si affaccia ora a questa esperienza. In questo modo si favorisce uno scambio spontaneo e un sostegno concreto tra pari, creando un ambiente di fiducia e collaborazione.
La peer education aiuta anche a instaurare regole condivise e tempi comuni, fondamentali per la convivenza. Si cresce insieme, assumendo piccoli ruoli di responsabilità e sperimentando le difficoltà della vita quotidiana in uno spazio che resta protetto ma non troppo guidato.
Questo modello sostiene non solo lo sviluppo individuale di ogni ragazzo, ma rafforza anche la coesione del gruppo, permettendo a tutti di mettere in pratica comportamenti utili per una possibile convivenza successiva, fuori dalla casa.
L’accesso e le attività complementari offerte da eureka
Per entrare nella casa di Robi, è necessario un invio da parte dei servizi sociali o dei piani di zona territoriali. Possono accedere anche persone già inserite nelle attività di Eureka, cooperativa fondata nel 1993 che mette insieme 500 socie attive nel sociale.
Eureka garantisce diverse possibilità per l’inserimento sociale e lavorativo di persone con disabilità intellettiva. Alcuni programmi prevedono la coltivazione di ortaggi, la cura degli animali e l’inserimento in tirocini presso realtà produttive locali. Questi percorsi si svolgono sempre nel rispetto delle capacità e dei ritmi dei partecipanti.
La scelta della cascina cappuccina
La scelta di cascina Cappuccina come sede non è casuale. Il complesso si trova in una zona verde ampiamente frequentata, che si presta anche per attività all’aperto come passeggiate a cavallo o a dorso d’asino. Questo offre un contesto naturale favorevole alla socializzazione e al benessere psicofisico degli ospiti.
Tutto questo rende la casa di Robi un punto di riferimento per la zona, un luogo dove si coniugano accoglienza e formazione, in uno spazio che valorizza la cura delle fasce più deboli della comunità.
La visione di eureka per il futuro della vita indipendente
La scelta di aprire la casa di Robi testimonia un’attenzione precisa nei confronti delle sfide legate alla disabilità intellettiva, soprattutto in relazione alla necessità di offrire una continuità assistenziale che guardi oltre l’età adulta.
Eureka prosegue così una strada tracciata da anni di esperienze sul campo. Dare ai ragazzi uno spazio dove imparare a vivere fuori dalla famiglia, esercitarsi in una routine personale e condividere spazi comuni rappresenta un nuovo passo.
Al centro resta la volontà di costruire un supporto che rispetti la dignità e le possibilità di ogni persona, mettendola nelle condizioni di conduzione più autonoma possibile della propria esistenza.
Questo progetto rompe con l’idea che la disabilità imponga a vita solo accudimento, aprendo a possibilità concrete di partecipazione e integrazione nella società. La casa di Robi conferma così cascina Cappuccina come un luogo dove si coltivano nuove forme di solidarietà e cura collettiva.