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Italia non entrerà in guerra con l’iran e sconsiglia agli italiani di restare a Teheran

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La delicata situazione tra Stati Uniti e Iran ha portato il ministro della Difesa Guido Crosetto a chiarire la posizione dell’Italia. Intervenuto a “Dritto e rovescio” su Retequattro, Crosetto ha escluso qualsiasi coinvolgimento militare italiano in un eventuale conflitto, sottolineando inoltre i rischi per gli italiani presenti in Iran.

La posizione italiana sul rischio di conflitto con l’iran

Guido Crosetto ha ribadito che l’Italia non pensa di entrare in guerra contro l’Iran. Ha spiegato che un intervento militare diretto, con soldati o aerei italiani, è fuori discussione, soprattutto per motivi costituzionali. Il ministro ha aggiunto che “non esiste neppure una volontà politica in quella direzione.” La costituzione italiana vieta infatti la partecipazione a operazioni di guerra senza l’autorizzazione del parlamento, e l’esecutivo sembra orientato a mantenere una linea di cautela.

Il ministro si è riferito in particolare alla possibilità che gli Stati Uniti decidano di attaccare l’Iran. Ha detto che, in questo caso, l’Italia manterrà una posizione indipendente, a differenza di altri alleati impegnati in Medio Oriente. Le scelte di politica estera saranno dettate dal governo e non subalterne a pressioni esterne o alleanze militari.

Tensioni internazionali e prudenza italiana

Questa dichiarazione arriva in un momento di forte tensione internazionale, con le continue minacce tra Teheran e Washington. In Italia si valuta con attenzione la situazione, evitando coinvolgimenti militari diretti che possano portare a complicazioni diplomatiche o rischi per la sicurezza nazionale.

Basi americane in italia e limiti d’uso

Crosetto ha poi spiegato il ruolo delle basi aeree americane presenti nel nostro paese, oggetto di frequenti interrogativi circa il loro utilizzo in caso di crisi internazionale. L’accordo che regola la loro presenza risale agli inizi degli anni ’50.

Secondo il ministro, gli Stati Uniti possono usare queste basi soltanto dopo aver comunicato con chiarezza gli scopi e soltanto se ricevono specifica autorizzazione dal governo italiano. Questa condizione rappresenta un controllo fondamentale sulla libertà di movimento e impiego degli aerei statunitensi sul territorio italiano.

Il ministro ha confermato che finora nessuna richiesta ufficiale di autorizzazione è stata presentata da Washington per azioni militari contro l’Iran o qualsiasi altra operazione. Questo fa capire come l’Italia mantenga un ruolo di equilibrio, evitando di fornire supporto logistico attivo senza il consenso politico.

Garanzie per la sovranità nazionale

Questa regola ferma rappresenta una garanzia per la sovranità nazionale e impedisce un uso automatico delle infrastrutture italiane in eventuali conflitti esterni. L’attenzione del governo si rivolge a monitorare ogni sviluppo, assicurando che l’attività di alleati non vada a discapito della sicurezza nazionale e della legalità.

Consigli agli italiani in iran e vie di fuga

Un altro tema toccato dal ministro riguarda gli italiani presenti in Iran in questo momento, soprattutto a Teheran. Crosetto ha lanciato un invito chiaro a lasciare la capitale dell’Iran, definita come la zona più pericolosa.

Il rischio deriva dalla mobilità di forze israeliane sul territorio iraniano, definite dal ministro particolarmente attive e decise a prevenire qualsiasi sviluppo relativo al nucleare iraniano. Si tratta di un quadro di pericolo concreto, non solo teorico, che interessa i cittadini stranieri residenti o in viaggio.

Percorso di fuga da teheran

Crosetto ha spiegato che l’uscita da Teheran può avvenire solo via terra attraverso un percorso lungo circa 1.500 chilometri, che conduce fino a Baku, in Azerbaijan. Da lì gli italiani possono riprendere voli di ritorno per l’Italia. Questo tragitto risulta complesso e rischioso, ma resta l’opzione migliore per chi vuole lasciare un’area che potrebbe trasformarsi in campo di scontro.

La raccomandazione a lasciare il paese si basa sulla valutazione che un conflitto potrebbe protrarsi a lungo e coinvolgere armi sempre più sofisticate. La presenza di italiani in una zona di possibile escalation militare rappresenta un serio problema di sicurezza, e il governo si impegna a fornire aiuti logistici e consigli pratici per facilitare l’uscita.

Le condizioni geopolitiche in Medio Oriente tengono alta l’attenzione anche sulle conseguenze umanitarie di un conflitto, con la necessità di tutelare in modo concreto cittadini e residenti stranieri, spesso esposti a rischi elevati in situazioni di tensione.

La posizione del ministero, chiara e ferma, riflette la strategia italiana di evitare il coinvolgimento diretto negli scontri e di proteggere i propri cittadini, adottando misure preventive e puntuali.

Written by
Matteo Bernardi

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