Il recente incidente durante il decollo di un Boeing 787 ha acceso i riflettori su alcune possibili cause tecniche e umane. Tra queste, l’ipotesi che i Flap non siano stati estesi correttamente e la possibilità di malfunzionamenti negli strumenti di bordo. Scopriamo insieme cosa emerge dalle prime analisi.
Flap non estesi: un problema che potrebbe aver ridotto la portanza
I Flap sono quelle appendici mobili sulle ali degli aerei, fondamentali per aumentare la superficie alare durante il decollo. Quando vengono estratti, generano più portanza, cioè una forza verticale che aiuta l’aereo a sollevarsi da terra.
Al momento si pensa che nel caso del Boeing 787 qualcosa possa essere andato storto proprio qui. Se i Flap non fossero stati estesi in modo adeguato, la portanza sarebbe stata troppo bassa per permettere un decollo sicuro.
Tuttavia questa ipotesi sembra poco probabile se si considera la tecnologia avanzata del Boeing 787. L’Aereo è dotato di sistemi automatici di allarme che avrebbero dovuto segnalare subito il problema. Inoltre, l’equipaggio era molto esperto e avrebbe dovuto accorgersi dell’anomalia.
Il carrello ancora estratto dopo il distacco: segno di emergenza in corso?
Un altro dettaglio curioso riguarda il carrello d’atterraggio. Nei video disponibili si vede che nelle fasi subito dopo il distacco da terra le ruote sono ancora abbassate.
Questo fa pensare che la sequenza normale post-decollo non sia stata completata. Forse l’equipaggio era impegnato a gestire un’emergenza e quindi ha lasciato il carrello abbassato più a lungo del previsto.
Perché non mostriamo i video dell’incidente
Abbiamo deciso di non diffondere qui i filmati relativi al disastro. Questi video, soprattutto quelli dei soccorsi, non aggiungono informazioni utili alla ricostruzione dei fatti.
Inoltre riteniamo importante rispettare la dignità delle vittime evitando la diffusione di immagini drammatiche. Le autorità competenti hanno già accesso a tutto il materiale necessario per le indagini ufficiali.
Velocità critiche e possibili errori negli strumenti
Un altro punto sotto esame riguarda le cosiddette velocità critiche durante il decollo, in particolare la V1 o “decision speed”.
La V1 è fondamentale: indica al pilota quando deve decidere se continuare o abortire il decollo in caso di problemi.
- Se la velocità è inferiore alla V1 e si verifica un guasto , il pilota deve fermarsi sulla pista.
- Se invece è superiore alla V1, deve proseguire perché ormai non c’è spazio per fermarsi in sicurezza.
Se gli strumenti avessero fornito dati sbagliati sulla velocità reale dell’aereo – magari per un malfunzionamento – questo potrebbe aver spinto l’equipaggio a prendere una decisione errata nel momento cruciale.
Cosa ci dicono le prime analisi tecniche
Le indagini sono ancora in corso ma finora emergono due piste principali: problemi nella configurazione dei Flap e possibili errori nella lettura degli strumenti critici come quelli della velocità.
Entrambe le situazioni possono mettere seriamente a rischio un decollo anche su un modello tecnologicamente avanzato come il Boeing 787.
Gli investigatori stanno analizzando ogni dato raccolto dai registratori di volo e dai sistemi elettronici dell’aereo per capire cosa sia successo davvero nei secondi decisivi prima della tragedia.
