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Ipotesi rapina dietro la morte di chiara poggi: intercettazione con stefania cappa e alberto stasi

Il delitto di Garlasco riemerge con nuove intercettazioni tra Stefania Cappa e Alberto Stasi, suggerendo una rapina come possibile movente per l’omicidio di Chiara Poggi nel 2007.

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L'articolo riporta una conversazione intercettata del 2007 che ipotizza la rapina come movente dell'omicidio di Chiara Poggi a Garlasco, e descrive il percorso professionale di Stefania Cappa, cugina della vittima e oggi avvocato specializzato in diritto sportivo e penale. - Unita.tv

Il delitto di Garlasco continua a suscitare interesse a distanza di anni. Una conversazione intercettata fra Stefania Cappa e Alberto Stasi, quattro giorni dopo l’omicidio di Chiara Poggi nel 2007, fa emergere un’ipotesi precisa: la rapina studiata come movente del delitto. Stefania, all’epoca ventitreenne e cugina della vittima, parla di furti avvenuti più volte nella stessa via, mentre Stasi, condannato per l’omicidio, si mostra incerto. Negli anni Stefania è diventata avvocato e mantiene un profilo pubblico legato soprattutto al diritto sportivo e penale societario.

La conversazione intercettata: un’ipotesi di rapina come movente

Pochi giorni dopo il delitto di Chiara Poggi, i carabinieri intercettano una conversazione tra Stefania Cappa e Alberto Stasi. È il 2007, e la vicenda è ancora molto fresca. Stefania riferisce che “hanno già fatto due furti” nella via dove abitava Chiara. Questa frase indica che non si trattava di un evento isolato, ma di un’area soggetta a episodi criminali ripetuti. Stasi risponde con un “Eh sì, lei me lo diceva”, riferendosi a Chiara, e sembra confermare questa situazione di degrado o insicurezza.

Dettagli dell’intercettazione

Durante l’intercettazione, Stefania ipotizza che “qualcuno ha studiato la situazione, ha visto che era in casa da sola e ha deciso di rapinare, punto”. Questa conclusione è pronunciata con sicurezza e taglia corto su alternative più complesse, suggerendo un atto pianificato ma semplice nel suo obiettivo. Alberto Stasi, invece, appare più esitante. Tiene la testa con una mano sul volto, come per cercare di metabolizzare o riflettere su ciò che ha appena ascoltato. La scena si svolge durante una pausa interrogativa, quando un carabiniere si allontana per portare dell’acqua a Stefania, che è seduta di fronte a Stasi.

Si tratta di uno di quegli episodi che alimentano la discussione pubblica sulla possibile dinamica del crimine, soprattutto perché in seguito Stasi sarà condannato a 16 anni di carcere per l’omicidio di Chiara Poggi. Nel frattempo, la voce di Stefania Cappa rimane significativa, anche se lei stessa non è mai stata indagata per questa vicenda.

Stefania cappa: dalla vicinanza al fatto al ruolo professionale di oggi

Stefania Cappa è stata più volte menzionata dalle testimonianze, soprattutto in relazione alla sorella gemella Paola, ma non ha mai subito alcuna iscrizione nel registro degli indagati. La sua vita è scorsa su binari diversi da quelli giudiziari. Avvocato affermata, da tempo si è specializzata in diritto penale societario e in diritto sportivo. Dal 2017 è sposata con Emanuele Arioldi, cavaliere azzurro e legato alla famiglia Rizzoli, uno dei nomi più noti dell’editoria italiana. Proprio in quei momenti difficili in cui Chiara veniva uccisa, Stefania e il marito erano impegnati in piscina.

La sua carriera legale è segnata da incarichi prestigiosi nel mondo sportivo, che dimostrano competenza e credibilità sul piano professionale. Collabora nello studio legale fondato dal padre, Ermanno Cappa, e alle sue attività si affiancano ruoli di rilievo nelle federazioni sportive italiane.

Incarichi legali e sportivi

Impegni e ruoli di stefania cappa nel mondo dello sport

Stefania Cappa ha raccolto incarichi di rilievo in diversi ambiti sportivi, che testimoniano una stretta connessione tra diritto e sport a livello federale. È stata giudice per la Federazione Italiana Twirling. Nel mondo del pentathlon e delle bocce ha ricoperto ruoli di componente supplente e membro del tribunale federale. Per la Federazione Ginnastica Italiana, segue i casi sportivi nell’area nord come giudice sportivo territoriale.

La sua attività si estende anche alla Federazione degli sport invernali, dove svolge la funzione di procuratore federale. Non a caso, dal 2025, fa parte della commissione sport ed eventi del Comitato Organizzatore di Milano, occupandosi di questioni legate all’organizzazione e alla tutela nel settore agonistico.

Safeguarding nella federazione italiana di atletica leggera

Una delle sue mansioni più delicate riguarda il Safeguarding con la Federazione Italiana di Atletica Leggera . Questo incarico la vede impegnata nella protezione di persone vulnerabili, con particolare attenzione a bambini e adulti esposti a rischi come molestie o abusi. Si tratta di un ruolo che è diventato centrale in molti ambienti sportivi a seguito di casi emersi negli ultimi anni.

Una vita lontana dal clamore, ma con legami alla cronaca

Il caso Poggi resta parte del racconto legato a Stefania Cappa, soprattutto per la vicinanza personale con la vittima e le parole pronunciate subito dopo il delitto. Nel corso di quasi due decenni, tuttavia, ha evitato coinvolgimenti giudiziari diretti, lasciando che la sua professione parlasse per lei. L’importanza che riveste oggi nel diritto sportivo fa dimenticare le ombre di un passato così controverso.

La sua unione con Emanuele Arioldi è stata raccontata anche attraverso servizi fotografici e articoli di cronaca rosa, sottolineando un’esistenza appartata a livello personale, ma intensa sul piano lavorativo. Questi elementi dipingono il profilo di una donna che ha preso le distanze dalla vicenda giudiziaria, senza però mai apparire insensibile agli episodi legati alla famiglia e alla tragedia di Garlasco.

Il video, trasmesso da Rai Tre attraverso “Chi l’ha visto?” nel 2025, ha riportato l’attenzione sull’ipotesi rapina, finora poco approfondita nei processi. In attesa di nuovi sviluppi o investigazioni, il caso resta uno dei più discussi negli annali della cronaca italiana recente.