La Lombardia, cuore produttivo d’Italia e prima regione manifatturiera d’Europa, mostra segnali di rallentamento negli investimenti. Il quadro emerge chiaramente dal 4° summit dei giovani imprenditori di Confindustria Lombardia tenutosi a Varese, dove sono stati analizzati i risultati degli ultimi anni. Nonostante le risorse messe in campo dal Pnrr e l’impegno congiunto tra imprese e istituzioni regionali, la crescita attesa non si è concretizzata come previsto. Questo scenario apre una riflessione sul ruolo dei giovani imprenditori nel futuro industriale della regione.
Negli ultimi dodici mesi la manifattura lombarda ha registrato un calo significativo degli investimenti privati pari al 6,9%. Questo dato sottolinea le difficoltà che il settore sta attraversando. Il presidente dei giovani di Confindustria Lombardia, Jacopo Moschini, ha evidenziato come gli investimenti pubblici legati al Pnrr non abbiano generato quell’effetto leva necessario per stimolare ulteriormente lo sviluppo industriale regionale. La sinergia fra imprese e istituzioni locali rimane forte ma non basta a compensare questo rallentamento.
Il contesto economico attuale presenta diverse sfide: l’innovazione industriale deve fare i conti con una sostenibilità che richiede risorse crescenti; la transizione digitale avanza ma incontra ostacoli nella sua diffusione capillare; l’inclusione sociale nelle aziende resta un tema aperto su cui lavorare ancora molto. Questi elementi contribuiscono a delineare uno scenario complesso dove la capacità di investimento diventa cruciale per mantenere competitività.
Durante il summit hanno preso parola oltre cento giovani imprenditori provenienti da tutta la regione che rappresentano una parte essenziale del tessuto produttivo lombardo. Maria Anghileri, presidente nazionale dei giovani di Confindustria, ha sottolineato come proprio dalla nuova generazione dipenda buona parte del futuro dell’impresa italiana. Ha indicato alcune priorità concrete per favorire questa crescita: facilitare l’accesso al capitale soprattutto attraverso strumenti come il venture capital; semplificare le normative complesse che spesso frenano iniziative innovative; definire piani chiari per lo sviluppo delle competenze necessarie ad affrontare mercati sempre più competitivi.
Anghileri ha poi insistito sull’importanza di un patto generazionale solido tra chi guida oggi le aziende e chi si prepara a prenderne le redini domani. Senza questo accordo rischiamo di perdere energie vitali proprio quando servono maggiormente alla ripresa economica nazionale ed europea.
L’appello finale emerso dal confronto è quello di mettere in campo un grande piano strategico dedicato alla politica industriale sia sul territorio italiano sia nell’ambito europeo più ampio. L’obiettivo dichiarato è creare condizioni tali da rendere possibile fare impresa da giovane senza dover affrontare ostacoli insormontabili o rischiare troppo personalmente.
Questa visione punta anche a rafforzare quel sistema produttivo regionale che finora è stato motore fondamentale dell’economia nazionale ma ora necessita nuovi impulsi per riprendere vigore dopo anni complicati dall’incertezza globale e dalle trasformazioni tecnologiche rapide.
Il dibattito acceso durante il summit conferma quanto sia centrale coinvolgere tutte le componenti sociali ed economiche nella costruzione del domani della produzione italiana partendo proprio dalla Lombardia.
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