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Internet e social media tra i giovani con disabilità: iniziative, rischi e dati aggiornati al 2025

Nel 2025, i giovani con disabilità in Italia affrontano opportunità e sfide nel mondo digitale, evidenziando l’importanza di sicurezza online, inclusione e progetti educativi per un accesso consapevole.

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L’articolo analizza come, nel 2025 in Italia, sempre più giovani con disabilità si avvicinino al digitale, evidenziando opportunità, sfide di sicurezza e inclusione, e descrivendo progetti educativi e iniziative contro il cyberbullismo per favorire un accesso consapevole e protetto alla rete. - Unita.tv

In Italia, sempre più giovani con disabilità si avvicinano al mondo digitale, spinti dall’uso crescente di internet e social media. Questa realtà apre nuove opportunità ma anche sfide complesse, legate soprattutto alla sicurezza e al benessere psicologico. Il quadro si complica quando si considerano fenomeni come la dipendenza da social e il bisogno di un accesso inclusivo. Vediamo come vanno le cose nel 2025, quali progetti stanno aiutando i “diversamente giovani” a muoversi nel web e quali sono i numeri che fotografano questa evoluzione.

Il ruolo cruciale di internet e social media nella vita dei giovani in italia

Internet e social media sono diventati la principale modalità con cui i giovani, anche quelli con disabilità, comunicano, si informano e accedono a servizi. In Italia, nel 2025, più di 42 milioni di persone usano i social, cioè il 71,2% della popolazione totale. Dietro questo dato c’è una realtà molto articolata: molti ragazzi con difficoltà fisiche o cognitive trovano in questi strumenti un canale di espressione e autonomia.

Tuttavia, l’accesso non è sempre semplice o sicuro. Le caratteristiche di ogni piattaforma, le limitazioni fisiche o cognitive di alcune persone, creano barriere non sempre visibili. I “diversamente giovani” possono rimanere esclusi se l’interfaccia non è adattata o se le informazioni non sono spiegate in modo chiaro e accessibile. Per questo, diventa fondamentale pensare a un ambiente digitale che sia pensato per accogliere tutte le diverse esigenze.

Tra le sfide più importanti resta la sicurezza: sono tanti i rischi legati a truffe, furti d’identità o abusi di dati personali, e bisogna che questi giovani abbiano gli strumenti per muoversi con consapevolezza. Solo così internet e social potranno davvero diventare spazi aperti, non muri da superare.

Progetti di educazione digitale per giovani con disabilità: esempi concreti

Nel 2025, una delle esperienze più rilevanti arriva dalla Cyber Security Foundation Italy insieme alla Polizia Postale. Questa collaborazione ha coinvolto 80 giovani dai 18 ai 23 anni con disabilità, proponendo un percorso di formazione pensato per diffondere le nozioni base della sicurezza digitale. I ragazzi hanno imparato a riconoscere tentativi di phishing, truffe online, e a proteggere i propri dati personali.

L’importanza di queste iniziative non sta solo nell’informazione. Sono un modo per abbattere la distanza che spesso esiste tra chi ha certe difficoltà e un mondo digitale non sempre intuitivo. Con un supporto adeguato, la tecnologia diventa accessibile, e si creano opportunità per partecipare pienamente alla vita sociale, anche a distanza.

Questi progetti coinvolgono anche famiglie ed educatori. Permettono agli adulti di capire meglio quali rischi affrontano i giovani e quale tipo di aiuto fornire. L’obiettivo è costruire una rete che protegga ma allo stesso tempo dia autonomia.

L’attenzione a una comunicazione semplice e chiara è un altro elemento chiave. La formazione prevede spesso l’uso di esempi pratici e strumenti visuali, in modo da favorire l’apprendimento senza barriere. Questo approccio rende più efficace il messaggio e riduce il rischio che i ragazzi si sentano esclusi o frustrati.

Safer internet day e la lotta al cyberbullismo nel 2025

Ogni anno a febbraio si celebra il Safer Internet Day, momento dedicato a richiamare l’attenzione di tutti sull’importanza di un uso responsabile e sicuro della rete, con particolare riguardo ai giovani. La giornata del 2025 ha posto il focus sul contrasto al cyberbullismo e all’odio online, temi che restano particolarmente vivi nella realtà dei ragazzi.

Telefono Azzurro, che da tempo monitora il benessere dei più giovani in rete, ha diffuso dati che mostrano come più della metà degli adolescenti provi forti emozioni mentre naviga sui social media. Nel dettaglio, il 63% ha dichiarato di aver vissuto momenti intensi legati all’esperienza social, sensazioni che possono oscillare tra positività e disagio.

A proposito di disagio, sono allarmanti le cifre riguardanti sentimenti negativi: il 24% degli adolescenti ha ammesso di provare invidia per le vite degli altri e il 19% si è sentito inadeguato. Questi stati d’animo emergono facilmente in un ambiente digitale dove la comparazione è costante e le immagini spesso ritoccate rappresentano un modello irraggiungibile.

La campagna del Safer Internet Day ha evidenziato l’urgenza di attivare azioni concrete contro questi fenomeni. Occorre non solo intervenire quando il disagio diventa grave, ma costruire un clima di dialogo aperto tra giovani, scuole e famiglie. Solo così si può aiutare chi subisce cyberbullismo a riconoscere i segnali e cercare sostegno.

La giornata è stata anche un’occasione per proporre strumenti di prevenzione, come la moderazione dei contenuti sensibili e corsi per insegnare una navigazione più consapevole e rispettosa. In questa battaglia, il ruolo delle istituzioni e delle organizzazioni no-profit resta centrale.

I numeri dell’uso di internet da parte dei giovani: trend e rischi emergenti

I giovani italiani trascorrono sempre più tempo connessi. Save The Children segnala che nell’ultimo anno l’uso quotidiano di internet da parte degli 11-13enni ha raggiunto il 78,3%, mentre tra i 14-17 anni si arriva al 91,9%. Questo indica come la rete sia un elemento fondamentale nella loro vita quotidiana.

Parallelamente a questo aumento, cresce la preoccupazione per la dipendenza dai social media. Si stima che circa 1,1 milioni di giovani under 35 si trovino a rischio elevato per comportamenti compulsivi legati a queste piattaforme. Tra i segnali più frequenti di dipendenza si trova lo shopping compulsivo online o la ricerca eccessiva di contenuti pornografici.

Questi fenomeni sono anche legati a situazioni più gravi, come la sindrome di Hikikomori, un isolamento sociale prolungato che porta chi ne soffre a rinchiudersi in casa e tagliare i rapporti con il mondo esterno. La rete può diventare sia una protezione che un’ulteriore prigione.

Chi si occupa di educazione e supporto ai giovani deve quindi saper riconoscere i segnali di uso problematico e lavorare con famiglie e scuole per trovare soluzioni efficaci. L’obiettivo non è vietare ma aiutare a gestire.

Sicurezza online, verifica dell’età e controversie

La verifica dell’età per accedere ai social media resta un tema molto dibattuto. In Italia, e nel resto d’Europa, si cerca di trovare un equilibrio tra la protezione dei minori e la libertà di accesso.

Qualcuno sostiene che obbligare a una verifica rigorosa serva a proteggere i più giovani da contenuti inappropriati, evitando situazioni di rischio come l’esposizione precoce a informazioni violente o sessuali. Altri invece sono preoccupati per l’efficacia e la privacy di questi controlli, temendo che possano essere aggirati o che rappresentino un’invasione dei dati personali.

Questo spacca opinioni tra genitori, educatori e i giovani stessi, che spesso manifestano una certa diffidenza verso sistemi percepiti come troppo rigidi. Tanto che in molti casi viene adottato un approccio più educativo e preventivo, puntando a insegnare l’uso sicuro piuttosto che limitare l’accesso.

Non manca poi la questione delle piattaforme, che devono bilanciare responsabilità legali con la difficoltà di gestire milioni di utenti ogni giorno. Gli interventi di moderazione e i controlli automatici non sempre riescono a fermare contenuti pericolosi o comportamenti scorretti.

Tecnologia e inclusione: prospettive e strumenti per il futuro

L’accesso alla tecnologia non può essere neutro, ma deve tener conto delle esigenze di chi vive con disabilità. Nel 2025, molti progetti puntano a rendere l’ambiente digitale più accessibile e inclusivo.

Oltre alla formazione e alla sensibilizzazione, cresce l’uso di tecnologie assistive, come lettori di schermo, comandi vocali e contenuti adattati che facilitano la navigazione. Questi strumenti permettono a chi ha difficoltà motorie o cognitive di avere un’esperienza più completa e meno frustrante.

Le piattaforme stanno sperimentando interfacce semplificate, introducendo opzioni per personalizzare la fruizione e migliorare la comprensione dei contenuti.

In futuro, potrebbe diffondersi una progettazione digitale che “pensa” fin dall’inizio a tutti i tipi di utenti, senza dover intervenire con aggiunte successive. Questo approccio inclusivo aiuta a evitare la marginalizzazione e favorisce la partecipazione attiva.

Dichiarazioni di esperti sulla sicurezza e inclusione digitale

Esperti di sicurezza informatica sottolineano che l’educazione rivolta ai giovani con disabilità deve essere soprattutto pratica e mirata. Spiegare come proteggersi da tentativi di phishing o furto di identità aiuta a evitare danni seri. Inoltre, è fondamentale fornire strumenti che supportino una navigazione in autonomia.

Anche rappresentanti di Telefono Azzurro richiamano l’attenzione sulla doppia natura della rete per i giovani: fonte di rischio ma anche di opportunità. L’impegno maggiore deve andare verso una cultura digitale che metta al centro la responsabilità e la consapevolezza, partendo dai più piccoli e interessando famiglie e istituzioni.

Il confronto tra esperti e chi opera nel sociale aiuta a tracciare percorsi concreti per non lasciare nessuno indietro in un mondo sempre più interconnesso.