Insegnante di Tuglie condannata per maltrattamenti: la sentenza dopo dieci anni di indagini

Il 19 marzo 2025, il Tribunale di Lecce condanna a tre anni un’insegnante di 60 anni per maltrattamenti in una scuola dell’infanzia di Tuglie, dopo dieci anni dalle denunce dei genitori.
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Insegnante di Tuglie condannata per maltrattamenti: la sentenza dopo dieci anni di indagini - unita.tv

Un caso di maltrattamenti in una scuola dell’infanzia di Tuglie ha finalmente trovato una conclusione legale, a distanza di dieci anni dai fatti denunciati dai genitori. La condanna di un’insegnante di 60 anni, emessa dal Tribunale di Lecce, ha riacceso l’attenzione su un tema delicato e spesso trascurato: la sicurezza dei bambini nelle istituzioni educative.

La condanna e le accuse

Il 19 marzo 2025, il giudice Elena Coppola ha emesso una sentenza di condanna a tre anni di reclusione per l’insegnante, accusata di maltrattamenti nei confronti dei suoi alunni. La richiesta del pubblico ministero Luigi Mastroniani era di quattro anni, ma il giudice ha deciso di ridurre la pena. La sentenza è stata accompagnata da una provvisionale a favore dei genitori dei bambini coinvolti, che si sono costituiti parte civile nel processo.

Le accuse nei confronti della maestra sono gravi e comprendono insulti, schiaffi e minacce. I piccoli alunni venivano apostrofati con termini denigratori come “scemi” e “fessi”, e in alcuni casi, la donna avrebbe addirittura minacciato di appendere i bambini al lampadario o alla finestra. Un episodio particolarmente inquietante ha visto una bambina trascinata per i capelli per costringerla a tornare al proprio posto.

Le indagini e le prove raccolte

Le indagini sono state avviate grazie alle denunce di alcuni genitori, preoccupati per il comportamento dei propri figli. I carabinieri della compagnia di Gallipoli e della stazione di Sannicola hanno installato telecamere nascoste in aula, documentando così il clima di terrore instaurato dalla maestra. I filmati hanno rivelato un ambiente educativo tossico, con maltrattamenti fisici e psicologici che hanno avuto un impatto significativo sui minori, manifestato in episodi di incontinenza, crisi di pianto e paura di andare a scuola.

Il periodo in cui si sono verificati i maltrattamenti va dal 16 dicembre 2014 al 14 gennaio 2015. Le prove raccolte dai carabinieri hanno giocato un ruolo cruciale nel processo, contribuendo a delineare un quadro chiaro delle violenze subite dai bambini.

La posizione dell’insegnante e il futuro

Durante il processo, l’insegnante ha sempre negato le accuse, sostenendo la propria innocenza. Nonostante la condanna, continua a insegnare in un’altra scuola, senza aver subito alcun provvedimento disciplinare. Gli avvocati della donna, Rocco Vincenti e Lanfranco Leo, hanno annunciato che, una volta ricevute le motivazioni della sentenza, valuteranno la possibilità di presentare ricorso in Appello.

Questo caso solleva interrogativi importanti sulla protezione dei bambini nelle scuole e sulla necessità di monitorare attentamente il comportamento degli educatori. La condanna rappresenta un passo significativo nella lotta contro i maltrattamenti, ma la questione rimane aperta, con la speranza che situazioni simili possano essere prevenute in futuro.