Home Inquinamento da rame e piombo nell’ex isola ecologica di via trieste: lavori preparatori per la bonifica

Inquinamento da rame e piombo nell’ex isola ecologica di via trieste: lavori preparatori per la bonifica

L’area ex isola ecologica di via Trieste è contaminata da metalli pesanti, con preoccupazioni per la salute pubblica. Il Comune avvia indagini e discussioni sulla bonifica e i costi associati.

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L’ex isola ecologica di via Trieste presenta contaminazione da metalli pesanti nel terreno; il Comune ha avviato valutazioni per la bonifica, mentre si discute tra amministrazione e cittadini su rischi, costi e interventi futuri. - Unita.tv

L’area ex isola ecologica di via Trieste, un tempo dedicata alla raccolta differenziata e spostata oggi in via Ticino, è al centro di una questione ambientale che riguarda l’inquinamento del terreno. La presenza di metalli pesanti come rame, piombo, mercurio e zinco ha allertato le autorità già da tempo. Nel 2025 sono stati segnalati nuovi passi verso la gestione del problema, con l’affidamento di un incarico professionale per valutare il rischio ambientale e la possibile bonifica, mentre la comunità locale discute le conseguenze e i costi da sostenere.

Rilevamenti di metalli pesanti nel sottosuolo e i primi accertamenti

Le prime analisi sul sito risalgono all’estate precedente, quando è stata eseguita una campagna di carotaggio per valutare lo stato del terreno. I risultati, comunicati ufficialmente a febbraio, hanno evidenziato la presenza di mercurio, piombo, rame e zinco in almeno tre punti su nove. Il quadro non era nuovo: si ipotizzava da tempo una contaminazione dovuta all’uso e alla storia industriale dell’area, che risale agli anni ’20 del secolo scorso.

Nonostante i riscontri, l’amministrazione ha subito cercato di tranquillizzare sulla situazione: “la contaminazione sarebbe superficiale e la falda acquifera non sarebbe stata compromessa.” Questi elementi hanno però lasciato spazio a preoccupazioni tra residenti e consiglieri di minoranza, sull’effettiva gravità e sulle azioni da intraprendere. Le indagini soddisfano i requisiti di legge ma non escludono la necessità di interventi più incisivi nei prossimi mesi.

Discussione politica e dubbi sulla gestione e i costi della bonifica

Nei mesi successivi alla pubblicazione dei dati, si è aperto un acceso dibattito in consiglio comunale. L’assessore all’ecologia Alberto Villa, che segue la vicenda dal suo esordio, ha riferito all’assemblea gli esiti delle ricerche e sottolineato il contesto storico dell’area. Il consigliere di minoranza Walter Baldi ha espresso più volte la propria preoccupazione, ritenendo che il problema non venga affrontato con la dovuta attenzione.

L’interpellanza di Baldi ha richiamato l’attenzione su possibili minimizzazioni e sui costi futuri per il Comune, soprattutto riguardo alle differenze tra messa in sicurezza e bonifica completa. Queste opere, necessarie per risolvere definitivamente la criticità, comporteranno spese rilevanti di cui si dovrà occupare l’amministrazione pubblica. Sul tema è emerso anche un punto critico rispetto all’ente che gestiva la vecchia isola ecologica: sono state riscontrate tracce di residui e amianto non rimosso durante lo smantellamento, fatto che ha inasprito le accuse sull’approccio adottato nella gestione dell’area dismessa.

Incarico al professionista e passaggi verso la bonifica vera e propria

Il Comune ha affidato a un esperto il compito di approfondire la valutazione del rischio ambientale presente nel terreno, considerando i dati già raccolti. Questo lavoro servirà ad Arpa e agli enti competenti per decidere quali misure adottare. La decisione potrà riguardare una messa in sicurezza, per contenere l’inquinamento, o una bonifica, che comporta interventi più complessi e invasivi.

La scelta dipenderà dai risultati del monitoraggio e da criteri tecnici precisi, concordati con le autorità ambientali. Nel frattempo, l’area resta sorvegliata in vista di un progetto di rigenerazione urbana contenuto nel piano di governo del territorio, che coinvolge la zona ex Bezzi, un sito di dimensioni più ampie e con diverse sostanze inquinanti da controllare.

Il percorso verso la riqualificazione terrà conto della storia e delle condizioni attuali, senza trascurare la sicurezza di cittadini e territorio. Le decisioni finali andranno però incontro a costi e procedure rigide, e rappresentano una fase delicata della gestione ambientale locale.