Indagini su abusi in uffici milanesi finiscono davanti al gip per due uomini accusati di violenza sessuale

Due uomini, Alessandro Marco Possati e Antonio Cirla, arrestati a Milano per violenza sessuale di gruppo su giovani donne attratte da false offerte di lavoro, restano ai domiciliari in attesa del processo.
Due uomini arrestati a Milano sono accusati di violenza sessuale di gruppo su giovani attrici e modelle, attirate con false offerte di lavoro e vittime di abusi filmati in studi medici fittizi. - Unita.tv

Una nuova pagina si apre nel caso che coinvolge due uomini arrestati a Milano per presunti abusi ripetuti su giovani attrici, modelle e sportive tra il 2016 e il 2025. Il produttore cinematografico e il falso medico, accusati di violenza sessuale di gruppo, hanno affrontato un interrogatorio di garanzia davanti al gip senza rispondere. Le indagini raccontano di false promesse di lavoro e visite ingannevoli in studi medici affittati con documenti falsi, dove sarebbero state commesse violenze filmate.

Arresti e interrogatorio di garanzia a milano

Il 21 aprile 2025, a Milano, Alessandro Marco Possati, un produttore cinematografico di 42 anni, e Antonio Cirla, 71enne radiologo in pensione che si era spacciato per ginecologo, si sono presentati davanti al gip Mattia Fiorentini. Entrambi sono accusati di aver organizzato violenze sessuali in gruppo ai danni di giovani donne che avevano agganciato con false offerte di lavoro. Al momento dell’interrogatorio nessuno dei due ha voluto rispondere alle domande del giudice, esercitando la facoltà di non rispondere, ma restano ai domiciliari.

Il giudizio del gip

Il gip nel firmare l’ordinanza ha sottolineato che gli indagati avevano già dato prova durante gli anni precedenti, di un comportamento che non si sarebbe fermato senza un intervento restrittivo. La misura cautelare è dunque stata considerata indispensabile per evitare che i due proseguissero con le condotte delittuose, definite dal giudice non come un semplice rischio, ma una certezza.

Tecniche usate per l’adescamento delle ragazze

Gli investigatori hanno scoperto che Possati e Cirla da quasi un decennio hanno attuato un metodo ben calcolato per attirare giovani donne. Attrici, modelle, sportive venivano contattate tramite annunci online in cui venivano promesse “offerte di lavoro a giornata”. Le pretese lavorative riguardavano la partecipazione a filmati didattici o promozionali per uno studio medico falso, oppure la partecipazione a ricerche scientifiche e test su nuove apparecchiature.

Le inserzioni promettevano un compenso tra 150 e 500 euro, particolarmente allettante per chi aveva bisogno di un impegno breve. Per risultare più credibili, i due utilizzavano false identità e nel caso delle e-mail si spacciavano per donne, facendo così figurare lo studio medico come una clinica con dottoresse presenti. Questa finzione aumentava la sicurezza di chi accettava, convinta che si trattasse di un ambiente professionale e privo di rischi.

Violenze e prove raccolte dagli inquirenti

Secondo quanto emerso dalle indagini dei carabinieri coordinate dal pm Antonio Pansa, almeno sei ragazze si sono sottoposte agli esami, presentati come visite necessarie per lo spot pubblicitario o controlli sui macchinari. Durante questi appuntamenti sarebbero però avvenuti abusi sessuali, documentati da filmati e fotografie realizzate proprio da Cirla e Possati.

Questi materiali sono diventati elementi fondamentali per le accuse. Nei video le giovani donne, ignare di essere vittime, venivano riprese durante gli abusi. La sistematicità di questi episodi, avvenuti in un arco di tempo lungo e con modalità ripetute, ha spinto gli investigatori a inquadrare i due uomini come autori di reati seriali.

Dichiarazioni del gip sull’atteggiamento degli indagati

Nel provvedimento con cui ha disposto i domiciliari il giudice Mattia Fiorentini ha evidenziato che i due sospettati hanno agito in modo “seriale” e con continuità nel corso degli anni. L’inganno è stato centrale: le ragazze venivano attratte con promesse di incarichi lavorativi e venivano convinte a entrare negli studi medici, dove erano presenti solo loro due.

Il gip ha sottolineato che la presenza nelle e-mail di nomi femminili era uno stratagemma per instaurare un clima di fiducia e far credere nella presenza di dottoresse, aspetto che rendeva più facile alle giovani aderire alle richieste. Questo meccanismo ha generato danni gravi alla sfera personale e professionale delle vittime, che si sono ritrovate coinvolte in video e immagini senza consenso.

Contesto e attese per milano

Il caso si inserisce in un contesto dove la vulnerabilità di chi cerca lavoro temporaneo in ambiti artistici o sportivi resta molto alta. La vicenda continua a tenere sotto scacco la comunità milanese, in attesa di ulteriori sviluppi giudiziari e della definizione del percorso processuale.