L’operazione condotta dallo Sco e dalla squadra mobile di Reggio Calabria ha portato alla luce una complessa rete criminale attiva nel traffico di migranti lungo la rotta del Mediterraneo orientale. Tra il 2017 e il 2022, sono stati documentati decine di sbarchi in Calabria, Puglia e Sicilia con oltre diecimila persone coinvolte. Il procuratore Giuseppe Lombardo ha spiegato come questa organizzazione abbia operato su più Paesi europei ed extraeuropei, dimostrando capacità di adattamento alle mutate condizioni geopolitiche.
Ricostruzione degli sbarchi e dimensione del fenomeno
Tra il 2017 e il 2022 le autorità hanno registrato più decine di sbarchi sulle coste italiane, in particolare in Calabria, Puglia e Sicilia. Questi eventi non rappresentano casi isolati ma fanno parte di un sistema ben strutturato che ha permesso l’arrivo complessivo di circa 10.544 migranti attraverso la rotta del Mediterraneo orientale. Le indagini hanno evidenziato che dietro questi movimenti c’è un’organizzazione criminale capace non solo di coordinare viaggi su larga scala ma anche gestire aspetti logistici complessi.
Il procuratore Lombardo ha sottolineato come questi sbarchi siano espressione diretta dell’attività illegale messa in piedi da gruppi criminali internazionali. Si tratta quindi non semplicemente della gestione dei flussi migratori ma della presenza attiva sul territorio italiano ed estero per facilitare spostamenti irregolari a pagamento elevato per ogni viaggiatore.
Struttura dell’organizzazione e paesi coinvolti
Le indagini hanno portato all’identificazione precisa delle quattro strutture associative che operavano sinergicamente tra loro per mantenere attiva la rete dei trafficanti. Questi gruppi erano collegati tra Turchia, Georgia, Moldavia e Ucraina con ramificazioni fino all’Italia. La capacità organizzativa si è rivelata molto sofisticata: l’organizzazione riusciva a modificare le proprie modalità operative seguendo i cambiamenti politici ed economici nell’area geografica interessata.
Costi del viaggio e struttura lucrativa
Ogni viaggio verso l’Italia costava ai migranti somme comprese tra cinquemila e dodicimila euro; questo dato evidenzia la natura lucrativa del traffico umano gestito dai gruppi arrestati durante l’operazione dello Sco reggino.
La struttura articolata era inoltre supportata da una fitta rete diplomatica investigativa internazionale: le autorità italiane hanno interagito con diversi Paesi – Malta, Polonia, Grecia, Albania, Montenegro, Georgia, Slovacchia, Ucraina, Moldavia – creando squadre comuni per scambiarsi informazioni utili a smantellare i canali illegali.
Collaborazione internazionale nelle indagini
L’inchiesta si è sviluppata grazie ad un dialogo continuo fra forze dell’ordine italiane ed enti investigativi esteri meno abituati alla cooperazione con Roma rispetto ai tradizionali partner europei o mediterranei. Questa nuova forma collaborazione ha permesso lo scambio rapido delle informazioni necessarie per individuare i responsabili nei vari Stati coinvolti nel percorso dei migranti.
La costituzione formale della squadra investigativa comune con Georgia, Ucraina, Grecia rappresenta un passo importante nella lotta contro queste reti transnazionali: permette interventi coordinati sul territorio nazionale ed estero aumentando così la pressione sugli anelli deboli delle organizzazioni criminali.
Questa strategia rafforza anche gli strumenti giuridici disponibili alle procure italiane impegnate nella repressione dei reati legati al traffico illecito di persone lungo rotte complesse quali quelle balcaniche o mediterranee orientali.
Ruolo delle istituzioni italiane nella lotta al traffico di migranti
Il procuratore Lombardo ha posto attenzione sull’importanza della collaborazione istituzionale italiana nel successo dell’indagine: Ministero dell’Interno, Ministero degli Esteri, Ministero della Giustizia hanno fornito risposte tempestive fondamentali per consentire azioni rapide da parte degli organi giudiziari e investigativi coinvolti nel contrasto allo sfruttamento umano lungo le rotte marittime verso l’Italia.
Il lavoro coordinato fra organi statali e forze dell’ordine ha reso possibile bloccare un gruppo numeroso implicato nel trasporto illecito di migranti provenienti dall’Est Europa fino alle coste meridionali italiane.
Con questa operazione si conferma come la risposta efficace contro i fenomeni criminosi legati all’immigrazione clandestina passi attraverso azioni mirate e collaborazioni internazionalmente consolidate.