Indagine su scommesse clandestine e orologi di lusso coinvolge calciatori di serie a e gioielleria a milano
Un’inchiesta della procura di Milano ha svelato un giro di scommesse illegali che coinvolge calciatori di serie A, tra cui Nicolò Fagioli e Sandro Tonali, con legami a una gioielleria milanese.

Un'indagine della procura di Milano ha scoperto un giro di scommesse illegali che coinvolge calciatori di Serie A e una gioielleria milanese usata per occultare pagamenti tramite finti acquisti di orologi di lusso. - Unita.tv
Negli ultimi mesi, alcune operazioni giudiziarie hanno rivelato un giro di scommesse illegali che interessa calciatori di serie A e un’attività commerciale milanese. L’attenzione si è concentrata su un sistema complesso che utilizza acquisti simulati di orologi preziosi come metodo per nascondere pagamenti legati a debiti da scommesse clandestine. Nomi noti come Nicolò Fagioli e Sandro Tonali sono finiti sotto inchiesta in un caso che tocca sia la scena sportiva che ambienti economici cittadini.
La genesi dell’indagine: scommesse clandestine e serie a
L’indagine guidata dalla procura di milano e supportata dalla guardia di finanza ha preso avvio da segnalazioni su un gruppo che gestiva scommesse illegali via internet, coinvolgendo una dozzina di calciatori professionisti della serie A. La squadra investigativa ha ricostruito un meccanismo operativo basato su piattaforme digitali dove i giocatori avrebbero piazzato giocate vietate. Tra i nomi più discussi spiccano Nicolò Fagioli, Sandro Tonali, Bellanova e Di Maria.
L’attenzione è poi rivolata a milano, dove gli organizzatori avevano stabilito una rete territoriale di riferimento, e a una gioielleria che si sarebbe rivelata fondamentale per coprire i flussi di denaro. Gli accertamenti seguono una precedente inchiesta sviluppata a torino e dimostrano la diffusione di questa pratica illegale nel calcio italiano. Il fatto che la capitale economica italiana ospiti la base di queste operazioni sottolinea l’incidenza locale di tale fenomeno.
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La gioielleria elysium: punto nevralgico per occultare i pagamenti
La gioielleria elysium di milano è emersa come fulcro per mascherare il trasferimento di soldi riconducibili a debiti da scommesse. Secondo le indagini, i giocatori venivano indirizzati a effettuare acquisti formali di orologi di lusso, in particolare rolex, attraverso bonifici regolari. Tuttavia, gli orologi non venivano mai ritirati dai clienti ma restavano in negozio, mentre le fatture documentavano un’attività commerciale fittizia.
Questo stratagemma consentiva di giustificare e far sembrare leciti i pagamenti, complicando la ricostruzione dei movimenti finanziari. La guardia di finanza ha sequestrato somme ingenti, pari a oltre un milione e mezzo di euro, dai conti dell’azienda che gestisce la gioielleria. L’operazione evidenzia come un’attività commerciale legittima possa diventare copertura per azioni illecite e gestioni opache di denaro nel calcio.
I protagonisti: calciatori e intrecci con la gioielleria
L’inchiesta ha coinvolto alcuni calciatori di serie A la cui immagine pubblica è stata colpita dal clamore delle accuse. Nicolò Fagioli e Sandro Tonali sono indicati tra i principali indagati. Accanto a loro, risultano citate altre figure tra cui i titolari della gioielleria, Antonio Scinocca e Antonino Parise, che sono stati ascoltati dagli inquirenti nell’ambito delle verifiche.
La procura ha emesso ordini di interrogatorio e richiesto misure cautelari, come gli arresti domiciliari per cinque persone a vario titolo coinvolte. Il rischio per i calciatori non riguarda soltanto possibili sanzioni penali ma anche danni rilevanti alla carriera e all’immagine pubblica, dati i riflettori puntati sulle loro azioni dentro e fuori dal campo.
Controversie sul sistema e problemi emersi
Il metodo escogitato per occultare i pagamenti tramite finti acquisti di orologi di lusso ha mostrato una certa complessità, segno di un’organizzazione articolata e concentrata a nascondere paper trail. La vicenda ha acceso un dibattito sulla possibilità di controllo più stretto delle scommesse online e sulle falle legislative che permettono a organizzazioni criminali di infiltrarsi nello sport.
Questi episodi sollevano interrogativi sul ruolo degli organizzatori e sulla capacità degli stessi di penetrare nel mondo del calcio professionistico. Il fatto che persone di rilievo calcistico possano entrare in contatto con reti di scommesse clandestine sotto la superficie ufficiale indica una sfida ancora aperta per le autorità di controllo e per gli organismi sportivi.
Risvolti legali e misure adottate
Sul piano giudiziario, l’operazione ha condotto al sequestro di ingenti somme di denaro e al decreto di misure restrittive per alcuni degli indagati. La procura di milano ha perseguito con rigore i sospetti, emettendo ordinanze e disponendo arresti domiciliari per i principali coinvolti. Questi interventi mirano a interrompere la catena dei pagamenti e consentire ulteriori approfondimenti.
Gli indagati rischiano multe e altre sanzioni, mentre l’impatto sull’attività sportiva dei calciatori resta un’incognita con effetti potenzialmente rilevanti. Le autorità stanno valutando possibili conseguenze disciplinari oltre a quelle penali, per contrastare situazioni che nuocciono alla credibilità del calcio italiano.
Dichiarazioni e posizioni ufficiali
La gioielleria elysium ha pubblicamente respinto ogni accusa, dichiarando che le vendite sono sempre state condotte in modo regolare e senza coinvolgimenti illeciti. I gestori hanno presentato la loro versione, sottolineando la normalità della loro attività commerciale.
I calciatori indicati nell’inchiesta non hanno rilasciato commenti ufficiali finora, probabilmente in attesa di esiti giudiziari. Il silenzio può riflettere una strategia di difesa o la delicata posizione in cui si trovano. Le autorità continuano a mantenere la riservatezza su molti dettagli per evitare interferenze nelle indagini in corso.
Dati aggiornati sull’inchiesta
L’inchiesta riguarda dodici calciatori di serie A e coinvolge oltre un milione e mezzo di euro sequestrati ai conti della società proprietaria della gioielleria. Tra i reati contestati spiccano l’esercizio abusivo di gioco, le scommesse illegali e il riciclaggio di denaro. Per cinque degli indagati principali, la procura ha chiesto l’applicazione di arresti domiciliari per bloccarne le attività.
I numeri confermano l’ampiezza dell’operazione e la rete fitta che lega sport, affari e azioni criminali. Questi elementi saranno centrali nelle prossime fasi processuali, che potrebbero portare a sviluppi importanti per il contrasto alle scommesse clandestine nello sport.