Indagine su infermiere dell’ospedale di lavagna per uso eccessivo di benzodiazepine su pazienti notturni
Due infermiere dell’ospedale di Lavagna sono indagate per somministrazione impropria di benzodiazepine ai pazienti, con accuse che includono sequestro di persona e esercizio abusivo della professione.

Due infermiere dell’ospedale di Lavagna sono indagate per aver somministrato benzodiazepine in dosi eccessive ai pazienti durante la notte, presumibilmente per potersi riposare, con accuse che includono sequestro di persona, abbandono e peculato. - Unita.tv
Al reparto di osservazione breve intensiva dell’ospedale di lavagna, in provincia di genova, è emersa un’inchiesta su due infermiere sospettate di aver somministrato tranquillanti in dosi superiori al necessario ai pazienti durante il turno di notte. L’indagine cerca di chiarire se queste dosi fossero destinate a far dormire i pazienti per permettere alle operatrici di riposare. Le due donne sono indagate per fatti che riguardano sequestro di persona, abbandono di persona incapace, esercizio abusivo della professione e peculato.
Il lavoro dei carabinieri e i primi accertamenti
La procura di genova ha affidato la gestione delle indagini ai carabinieri del nucleo operativo antisofisticazione e sanità e all’aliquota territoriale dei carabinieri. Le attività investigative si sono concentrate sull’ospedale di lavagna, con un sopralluogo compiuto nella notte in collaborazione con due medici legali. Questi ultimi hanno verificato la presenza di eventuali tracce di benzodiazepine nei pazienti ricoverati nell’obi per accertare se siano stati sottoposti a sedazione non giustificata.
Parallelamente, i militari hanno effettuato perquisizioni domiciliari nelle abitazioni delle due infermiere. In queste sono state trovate scatole di medicinali contenenti benzodiazepine e materiale sanitario, come garze e aghi, che non dovevano essere in loro possesso fuori dal contesto ospedaliero. Questi elementi hanno rafforzato i sospetti sull’attività illegale condotta durante i turni di lavoro.
Il ruolo delle infermiere e le accuse contro di loro
Le due infermiere coinvolte lavorano presso l’obi, dove i pazienti vengono tenuti sotto osservazione per brevi periodi, spesso in condizioni di emergenza. Le accuse rivolte a loro sono molto gravi e muovono dal sospetto che abbiano somministrato benzodiazepine, farmaci tranquillanti, in modo improprio. La finalità, secondo gli investigatori, sarebbe stata quella di mantenere i pazienti sedati durante la notte, consentendo così alle infermiere di riposare durante il turno operativo.
L’inchiesta coinvolge reati come sequestro di persona, che in questo caso si riferisce alla privazione della libertà dei pazienti tramite la sedazione eccessiva. L’abbandono di persona incapace indica una mancanza di assistenza adeguata verso pazienti vulnerabili, mentre l’esercizio abusivo della professione riguarda la somministrazione di farmaci senza indicazione medica o controllo medico. La contestazione di peculato deriva invece dal possesso di materiale ospedaliero e medicinali, trovati durante l’attività perquisitoria, presumibilmente sottratti nel corso del servizio.
Esclusione dei medici e coinvolgimento della direzione sanitaria
Le indagini in corso non riguardano medici o dirigenti sanitari dell’ospedale. L’attenzione si è concentrata sulle infermiere, mentre la direzione sanitaria non risulta indagata. Questo dettaglio è stato confermato dagli investigatori per chiarire i confini della responsabilità professionale all’interno della struttura.
Il direttore generale della asl 4 liguria, petralia, ha partecipato al sopralluogo insieme ai carabinieri del nas. Questa presenza sottolinea l’interesse dell’azienda sanitaria a seguire da vicino l’evolversi dell’indagine e ad avviare eventuali verifiche interne sul caso.
Implicazioni della vicenda e prossimi sviluppi
Il caso solleva preoccupazioni sul controllo della somministrazione dei farmaci nei reparti di osservazione in ospedale. La presenza di responsabilità penali legate all’abuso di benzodiazepine come sedativi mette in luce la necessità di vigilare sulla gestione concreta dei pazienti durante i turni notturni.
Al momento, le indagini proseguono per ricostruire esattamente le dinamiche relative alla somministrazione dei farmaci e chiarire le responsabilità penali. Restano sotto accusa le due infermiere per il presunto uso improprio di medicinali e la detenzione illecita di materiale ospedaliero. La ricerca di prove e testimonianze continuerà per accertare tutti i dettagli sul caso nell’ospedale di lavagna.