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Indagato per omissione di soccorso l’autista del bus coinvolto nella vicenda di maati moubakir a campi bisenzio

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Nel caso che ha sconvolto la cittadinanza di Campi Bisenzio, vicino Firenze, finisce sotto accusa anche l’autista del bus sul quale Maati Moubakir, ragazzo di 17 anni, cercò rifugio la notte del 29 dicembre 2024. Moubakir era inseguito e vittima di un’aggressione violenta da parte di un branco, scambiato per un’altra persona. Secondo la procura, il conducente, in servizio per At, avrebbe ignorato la gravità della situazione a cui era testimone diretto, senza allertare le forze dell’ordine.

Il ruolo dell’autista nella notte dell’aggressione

La vicenda è emersa grazie ai video registrati dalle telecamere installate sul bus, che mostrano chiaramente la presenza e il comportamento di Maati durante l’inseguimento. L’autista, pur constatando la presenza del giovane che cercava riparo a bordo, non ha attivato alcuna segnalazione, lasciando così il ragazzo esposto al pericolo. Secondo la Procura di Firenze, il mancato intervento costituisce omissione di soccorso. Il pubblico ministero Antonio Natale ha avanzato richiesta al giudice per le indagini preliminari di emissione di un decreto penale di condanna a carico dell’uomo.

Accuse e possibili ripercussioni

L’accusa sottolinea che l’autista avrebbe avuto la possibilità di rivolgersi alle forze dell’ordine, data la chiarezza delle immagini e il contesto drammatico che si stava consumando davanti ai suoi occhi. Non a caso, nei prossimi step del processo si valuterà la responsabilità penale relativa a questo comportamento, con possibili ripercussioni sulla condotta del personale pubblico in servizio.

La chiusura delle indagini principali e la richiesta di giudizio immediato

Parallelamente all’accusa rivolta all’autista, il procedimento principale sulla morte di Maati Moubakir si è chiuso con il passaggio della palla ai giudici. Nei giorni scorsi, la Procura ha notificato la richiesta di giudizio immediato nei confronti di cinque giovani indagati per l’omicidio volontario del ragazzo. Si tratta di Diego Voza, 18 anni, e di Denis Alexander Effa Ekani, 22 anni, entrambi fiorentini, Denis Mehmeti, 20 anni, Ismail Arouii, 20 anni, originario di Prato, e Francesco Pratesi, 18 anni e fiorentino.

Tutti sono accusati di aver partecipato all’aggressione che ha portato alla morte di Maati, con l’aggravante di aver agito per motivi futili e con estrema crudeltà. Dal gennaio scorso i cinque sono sottoposti a misure cautelari, che testimoniano la gravità delle accuse mosse nei loro confronti e la volontà della procura di evitare rischi di inquinamento delle prove o reiterazione del reato.

Dettagli sull’episodio di cronaca a campi bisenzio

La notte tra il 28 e il 29 dicembre 2024, Maati Moubakir è stato inseguito da un gruppo di ragazzi per un errore di persona. Il giovane, spaventato, ha tentato di trovare rifugio salendo a bordo di un autobus urbano di linea ad opera di At. Le telecamere di sorveglianza, fondamentali per la ricostruzione, hanno mostrato come la scena sia stata visibile anche all’autista, che però non ha reagito chiamando i carabinieri o altre forze dell’ordine.

L’aggressione e le sue cause

L’inseguimento è terminato tragicamente poco dopo, fuori dal bus, con un’aggressione che ha causato la morte del 17enne. Le cause del delitto, secondo le indagini, derivano da un errore nella identificazione del ragazzo da parte del branco. Il contesto ha destato scalpore non solo per la violenza ma per la mancanza di un intervento immediato, come sottolineato anche dall’accusa nei confronti del conducente.

Gli sviluppi sulla vicenda si attendono nelle prossime udienze, che dovranno chiarire fino in fondo tutti i dettagli dei fatti, inclusi i motivi che portarono all’aggressione e le responsabilità di chi era presente quella sera. La comunità locale segue con attenzione la vicenda, segnata da un evento che ha lasciato un segno profondo nel tessuto sociale di Campi Bisenzio e dintorni.

Written by
Rosanna Ricci

Rosanna Ricci racconta il presente come se stesse scrivendo una pagina di diario collettivo. La sua voce è intima, ma mai distante: attraversa con delicatezza temi complessi come cronaca, politica, spettacolo, attualità, cultura e salute, cercando sempre il lato umano delle notizie. Ogni suo post è uno sguardo personale sul mondo, tra empatia e consapevolezza.

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