Indagati per il crollo del viadotto ortiano 2 sulla statale 117 ‘sila mare’ a longobucco
La procura di Castrovillari ha chiuso le indagini sul crollo del viadotto Ortiano 2 a Longobucco, coinvolgendo dodici indagati per negligenza e modifiche progettuali che hanno compromesso la sicurezza.

La procura di Castrovillari ha chiuso le indagini sul crollo del viadotto Ortiano 2 a Longobucco (CS), avvenuto il 3 maggio 2023, attribuendo responsabilità a dodici persone per modifiche progettuali e negligenze che hanno causato il cedimento durante un periodo di maltempo. - Unita.tv
La procura di Castrovillari ha chiuso le indagini su un gruppo di dodici persone coinvolte nel crollo del viadotto Ortiano 2, avvenuto il 3 maggio 2023 a Longobucco, in provincia di Cosenza. Tra gli indagati figurano componenti della commissione di gara, della commissione di collaudo, il referente unico del procedimento , il direttore dei lavori, il legale rappresentante dell’impresa aggiudicataria e dirigenti Anas. L’inchiesta punta a chiarire le cause del cedimento a soli nove anni dall’inaugurazione del ponte lungo la strada statale 117, conosciuta come ‘Sila Mare‘.
Le responsabilità contestate agli indagati nel crollo
I dodici indagati sono accusati di una serie di errori, tra cui colpa, negligenza e imperizia, che avrebbero provocato il cedimento del viadotto. Il nodo centrale riguarda l’eliminazione di una parte fondamentale delle fondazioni, ovvero i micropali. Il progetto originale prevedeva 32 micropali per sostenere la struttura nel tratto realizzato all’interno dell’alveo del torrente Trionto, una scelta che serviva per contrastare il rischio di scalzamenti dovuti all’erosione delle sponde. Tuttavia, nel progetto finale depositato, quei pali sono stati ridotti a 15 senza una revisione adeguata del rischio idraulico. Secondo gli inquirenti questa modifica avrebbe portato a importanti scalzamenti del terreno sottostante, causando il cedimento dell’infrastruttura.
Modifiche al progetto e carenze nella verifica
La riduzione del numero di micropali rappresenta un cambio sostanziale rispetto alla progettazione originaria ma non sarebbe stata accompagnata da un’adeguata valutazione dei possibili effetti sul terreno e sulle condizioni del torrente. L’indagine ha evidenziato come la commissione di collaudo abbia emesso il certificato tecnico amministrativo nel 2016 senza accertarsi che le modifiche apportate fossero compatibili con la sicurezza della struttura. Un passaggio cruciale è che questa fase di verifica non avrebbe tenuto conto della riduzione drastica dei micropali e dei rischi connessi all’intervento.
Come è avvenuto il cedimento e l’impatto del maltempo
Il crollo del viadotto Ortiano 2 si è verificato esattamente il 3 maggio 2023, durante un periodo di forti piogge e maltempo nel territorio di Longobucco. L’aumento improvviso della portata del torrente Trionto ha messo sotto pressione le fondazioni, già indebolite dalla carenza di micropali. Un video girato sul luogo è stato condiviso su Facebook e ha rapidamente fatto il giro del web, mostrando la dinamica del cedimento in tempo reale.
Fortunatamente, non si registrano vittime, ma il cedimento ha posto in evidenza gravi mancanze nella progettazione e nel controllo dell’opera, inaugurata solo nove anni prima. La struttura era passata sotto la gestione di Anas nel 2019, che si è trovata a dover affrontare le conseguenze di un progetto che, a quanto pare, sottovalutava il rischio idraulico e geotecnico. Il maltempo ha evidenziato fragilità che non erano state adeguatamente manutenute o previste.
Effetti sulla viabilità locale
Il servizio stradale interrotto ha causato ripercussioni sulla viabilità locale, con deviazioni e rallentamenti che hanno segnato la vita di chi utilizza la statale 117 ‘Sila Mare‘. L’evento ha sollevato interrogativi sulla sicurezza delle infrastrutture in Calabria e sull’efficacia delle verifiche tecniche durante e dopo la costruzione.
Il quadro normativo e le procedure di controllo sull’opera
L’inchiesta riporta alla luce difficoltà nella applicazione e nel rispetto delle norme che regolano appalti pubblici e sicurezza delle infrastrutture. Le commissioni coinvolte nella gara e nel collaudo avrebbero dovuto assicurarsi della correttezza progettuale e della coerenza tecnica, specie quando si va a modificare un progetto approvato. La riduzione dei micropali, senza un nuovo adeguamento delle valutazioni di rischio, rappresenta una mancanza grave.
Il ruolo della direzione lavori e del referente unico del procedimento risulta centrale, così come quello dei dirigenti Anas che avrebbero dovuto vigilare sull’esecuzione e sui controlli finali. L’intervento nel torrente Trionto imponeva standard rigorosi date le condizioni idriche particolari e la pericolosità dello scalzamento. Le verifiche non hanno impedito che un’opera con evidenti carenze superasse l’esame finale di regolarità.
Norme sugli appalti e trasparenza
Le norme sugli appalti pubblici prevedono la trasparenza nelle gare e responsabilità specifiche per ogni fase. L’inchiesta mostra come, nell’insieme, le procedure non siano state sufficienti per evitare il rischio da cui è scaturito il crollo. Si profila la necessità di maggiore attenzione e rigore nei prossimi lavori di messa in sicurezza o ricostruzione.
Le reazioni di enti e comunità dopo il crollo del viadotto
Il crollo del viadotto Ortiano 2 ha scatenato una serie di reazioni nelle istituzioni locali e tra i cittadini. Anas, attuale gestore della strada statale, ha preso atto dell’evento e si è impegnata a garantire interventi rapidi per ripristinare la viabilità. Le autorità locali hanno chiesto chiarimenti su come un’opera relativamente recente abbia subito un cedimento così grave, esprimendo preoccupazione per la prevenzione di rischi futuri.
Gli abitanti di Longobucco e delle zone circostanti hanno vissuto disagi e timori erogati dal danno infrastrutturale, considerato il ruolo della statale 117 come via di comunicazione fondamentale. In assenza di vittime, resta tuttavia forte l’allarme per la sicurezza delle opere pubbliche in aree critiche come quella della Sila.
Pressione sugli organi competenti
Le reazioni hanno inoltre messo sotto pressione gli organi competenti per accelerare gli accertamenti e chiarire ogni responsabilità. Il caso si inserisce in un dibattito più ampio sulla manutenzione e il controllo delle infrastrutture stradali nel sud Italia, dove eventi atmosferici estremi sono frequenti e mettono in difficoltà le strutture più vulnerabili.