Incidente nautico a venezia: morta la studentessa anna chiti caduta dal catamarano alla darsena di sant’elena
Un tragico incidente alla darsena di Sant’Elena ha portato alla morte di Anna Chiti, promettente studentessa dell’Istituto Nautico di Venezia, appassionata di vela e con un futuro nel mondo marittimo.

Anna Chiti, 17enne studentessa dell’Istituto Nautico di Venezia e appassionata di vela, è tragicamente morta il 26 aprile 2025 alla darsena di Sant’Elena, cadendo da un catamarano e rimanendo impigliata nell’elica. - Unita.tv
Un tragico incidente ha portato alla morte di anna chiti, una ragazza di 17 anni appassionata di vela e studentessa dell’istituto nautico di venezia. L’episodio è avvenuto il pomeriggio del 26 aprile 2025 presso la darsena di sant’elena. In pochi attimi, una passione giovanile si è trasformata in tragedia, quando anna è precipitata da un catamarano rimanendo impigliata con una cima nell’elica.
La dinamica dell’incidente alla darsena di sant’elena
L’incidente è avvenuto sulla darsena di sant’elena, un’area centrale di venezia dedicata alle imbarcazioni. Mentre si trovava su un catamarano, anna è caduta in acqua e si è impigliata con una cima nell’elica della barca. Questo dettaglio ha reso particolarmente pericolosa la situazione, impedendo alle operazioni di soccorso di agire tempestivamente.
Le autorità intervenute sul posto hanno ricostruito rapidamente la dinamica ma nonostante i tentativi di soccorso, la giovane ragazza non è sopravvissuta all’incidente. La vicinanza tra la sede scolastica e il luogo della tragedia ha colpito particolarmente la comunità degli studenti e del corpo docente. Il preside ha sottolineato quanto anna fosse amata da tutti e quanto fosse impegnata anche al di fuori delle lezioni, aiutando i compagni più giovani con passione e dedizione.
Leggi anche:
Anna chiti e il suo percorso all’istituto nautico di venezia
Anna chiti frequentava il corso di trasporti, logistica e conduzione del mezzo marino all’istituto nautico di venezia. La scuola, situata nel sestiere di castello a pochi passi proprio dalla darsena di sant’elena, accoglie circa 400 studenti. Il preside, micheangelo lamonica, ha ricordato anna come una ragazza piena di vita e molto determinata. Studiava con impegno, ottenendo buoni voti e dedicandosi anche ad attività di supporto verso i compagni più giovani che incontravano difficoltà nelle materie di studio.
Anna era una promessa per il futuro marittimo italiano. Mancava solo un anno al suo diploma, momento in cui avrebbe potuto diventare allievo ufficiale di coperta. La sua meta non era diventare skipper di piccole imbarcazioni ma lavorare sulle navi, affrontare il mare aperto e il traffico marittimo con professionalità e passione. Questa strada l’aveva scelta con consapevolezza, alimentata dalla passione per la vela e per tutto ciò che riguardava la vita sul mare.
L’impatto sulla comunità scolastica e della città di venezia
La morte di anna chiti ha scosso profondamente l’istituto nautico di venezia e l’intera città. Gli studenti hanno perso una compagna gioiosa e disponibile, mentre il corpo docente ha visto sparire uno dei suoi allievi più promettenti. A pochi mesi dalla fine del percorso formativo anna si preparava a diventare ufficiale di coperta, una carriera da marinaio professionista che le avrebbe permesso di navigare su navi di medio e grande tonnellaggio.
La città di venezia, da sempre legata al mare, si stringe intorno alla famiglia di anna e a chi la conosceva. La tragedia ha fatto riemergere la consapevolezza dei rischi legati al mondo della navigazione, anche per chi coltiva questa passione sin da giovane. La vicenda ha scatenato riflessioni sul tema della sicurezza a bordo e sulle precauzioni necessarie per chi frequenta siti nautici, specialmente in ambito formativo.
Il futuro interrotto di anna dopo anni di studio e sacrifici
Anna chiti aveva davanti a sé un futuro nel mondo marittimo e della vela. La sua esperienza e dedizione al mestiere si sarebbero tradotte in un lavoro concreto a bordo delle navi mercantili, con ruoli di responsabilità e una vita a contatto con il mare aperto. L’istituto nautico di venezia forma ragazzi con questa vocazione da decenni e anna rappresentava quella vocazione nel modo più autentico, seguendo le orme di chi lavora su grandi imbarcazioni.
La giovane aveva intrapreso un percorso difficile, che richiede studio, servizio a bordo e capacità tecniche specifiche. Non era facile conciliare la formazione con le attività pratiche su navi e barche, ma lei si era impegnata con entusiasmo e serietà. Il destino ha spezzato questa strada bruscamente, lasciando un vuoto nel mondo della formazione nautica e tra chi l’aveva conosciuta nel suo ambiente scolastico e sociale.
La tragedia che ha colpito anna ricorda la necessità di valutare con attenzione l’aspetto della sicurezza in tutti gli ambiti legati alla navigazione. È un monito doloroso, che scuote la città lagunare ma anche le realtà simili in tutta italia, dove giovani aspiranti marinai muovono i loro primi passi verso una vita sul mare.