Il dibattito su alcuni progetti di rigenerazione urbana a Milano, scoppiato nel 2022 con l’esposto dei residenti di piazza Aspromonte contro il cosiddetto hidden garden, ha acceso i riflettori su pratiche edilizie contestate. Tra accuse di trasformazioni non autorizzate e presunte lottizzazioni abusive, le autorità hanno avviato indagini che hanno coinvolto anche ex funzionari comunali. Nel frattempo, il Comune ha introdotto nuove regole per impedire il ripetersi di situazioni irregolari.
L’esposto del 2022 e l’avvio delle indagini su hidden garden
Nel luglio 2022, un gruppo di abitanti di piazza Aspromonte, assistiti dall’avvocata Veronica Dini, ha depositato un esposto alla Procura contro il progetto urbanistico hidden garden. Quel primo atto ha mosso una serie di indagini che hanno preso in esame vari interventi di rigenerazione urbana a Milano, spesso caratterizzati da nuove costruzioni presentate come ristrutturazioni e segnalate come possibili lottizzazioni abusive. L’esposto ha definito il progetto un “ecomostro“, sottolineando le preoccupazioni per l’impatto ambientale e paesaggistico nel quartiere.
L’intervento in piazza Aspromonte ha rappresentato un caso emblematico di pratiche edilizie controverse, richiamando l’attenzione sia dei residenti sia delle istituzioni. Grazie all’azione legale iniziata allora, la magistratura ha potuto riaprire una discussione più ampia su come vengono gestite le trasformazioni urbane nella città, in particolare riguardo a progetti che modificano drasticamente il tessuto urbano preesistente. La vicenda ha fatto emergere dubbi su autorizzazioni, termini contrattuali e rispetto delle norme paesaggistiche.
Approfondimenti e segnalazioni successive
Da quel primo esposto sono nate altre segnalazioni e controlli da parte delle autorità, coinvolgendo altri cantieri e progetti similari. Questa prima inchiesta ha avuto il merito di portare in primo piano una problematica diffusa, legata sia agli interessi economici che alle autorizzazioni rilasciate in modo discutibile, aprendo un confronto tra cittadini, enti e investitori.
Le indagini sull’ex dirigente comunale e i processi per presunti conflitti d’interesse
L’inchiesta legata a hidden garden si è poi intrecciata a quella sul cosiddetto “salva milano”, che ha travolto l’ex dirigente comunale Giovanni Oggioni. Le accuse che hanno portato ai domiciliari Oggioni riguardano presunti accordi corruttivi e conflitti di interesse portati avanti anche nella Commissione per il paesaggio, l’organismo comunale incaricato di valutare gli interventi edilizi con impatto paesaggistico.
Questa fase delle indagini ha messo a nudo presunti meccanismi poco trasparenti dietro alcune autorizzazioni edilizie. Il coinvolgimento di funzionari pubblici nel concedere l’approvazione a interventi contestati ha fatto emergere criticità sulle procedure comunali e sulla gestione delle pratiche urbanistiche. Secondo gli inquirenti, gli accordi tra privati e pubblici hanno alterato l’iter previsto dalla legge, agevolando interventi in contrasto con le normative vigenti.
Processi e verifiche in corso
I procedimenti giudiziari in corso stanno accertando la responsabilità di vari soggetti, mentre la magistratura prosegue nel verificare se ulteriori episodi abbiano seguito lo stesso schema. Dopo gli arresti e le accuse, la vicenda si è tradotta in un caso simbolo di mala gestione degli appalti pubblici e di infiltrazioni nel settore edilizio comunale. Il settore urbanistico di Milano resta sotto osservazione, con molti cantieri ancora monitorati e altri affidati a controlli più rigidi.
Le modifiche normative di palazzo marino e le nuove regole urbanistiche
Palazzo Marino ha risposto alle inchieste modificando le regole che disciplinano le trasformazioni urbane. Le pratiche che erano finite sotto la lente d’ingrandimento, quelle considerate alla base degli abusi urbanistici e delle autorizzazioni sospette, sono state riviste e in parte abbandonate.
Le nuove norme restrittive puntano a garantire maggiore trasparenza nelle procedure, più controlli durante l’iter autorizzativo e l’adozione di criteri ambientali vincolanti. L’obiettivo dichiarato è promuovere rigenerazioni urbane rispettose del contesto storico e naturale senza ricorrere a cambi di destinazione o ampliamenti che possano danneggiare il quartiere o la città.
Interventi nel biennio 2023-2025
Queste modifiche, adottate nel biennio tra il 2023 e il 2025, sono state accolte come un primo passo per contrastare le operazioni speculative e per evitare il ripetersi dei casi come hidden garden. Anche se i processi sono ancora aperti, Palazzo Marino mostra l’intento di bloccare pratiche che hanno provocato malcontento e tensioni nella cittadinanza.
La revisione normativa ha un impatto concreto sui progetti urbanistici in corso e futuri, con istruttorie più attente e una maggiore partecipazione pubblica ai procedimenti. Restano comunque molte criticità da risolvere, visto che l’equilibrio tra sviluppo edilizio e tutela del patrimonio urbano continua a essere un tema controverso.
Ultimo aggiornamento il 5 Giugno 2025 da Matteo Bernardi